Il ministro Orlando, con il concorso del suo governo e della sinistra, ha compiuto un miracolo che nemmeno Gesù Cristo ha mai fatto: la moltiplicazione dei mafiosi.
Grazie al nuovo codice antimafia,
saranno considerati mafiosi e trattati come tali anche coloro che sono
accusati dei reati più vari: concussione, corruzione, peculato, reati
contro la pubblica amministrazione, persino terrorismo e stalkeraggio.
E non solo:
sarà possibile sequestrare il patrimonio e adottare drastiche misure
preventive, perché dove c’è mafia ci sono corsie preferenziali. Non più in dubio pro reo, ma nel dubbio lo trattiamo da mafioso. Complimenti, libertari del cactus.
Un codice come questo compie tre scempi in un colpo solo:
allarga la categoria dei mafiosi a dismisura, includendo anche coloro
che non lo sono; restringe gli spazi di libertà di tutti, con una
barbara legge del sospetto che si estende a uomini, gruppi e imprese; e
aumenta la boscaglia fitta di leggi e codici, in un paese che già
detiene il record mondiale delle leggi insieme al record mondiale
d’inosservanza delle leggi.
E le due cose non sono separate.
Il codice antimafia è così aperto a due esiti:
o diventa una legge liberticida, che sbatte in galera chi è in odore di
reato già al primo grado di giudizio, o diventa una legge seppia che
sparge inchiostro intorno, non fa più distinguere tra criminali, ladri,
disonesti e persone per bene e alla fine si traduce in un Tana per
tutti.
Ovvero, tutti mafiosi nessun mafioso.
Eppure l’esperienza dovrebbe aver insegnato qualcosa:
quando si è accusato di mafia figure politiche che andavano invece
processati per reati più specifici e circoscritti, il risultato è stato
farli assolvere e farli passare pure per vittime.
Quando si è trasformato un circuito di affaristi
addirittura in associazione mafiosa, come è capitato con Mafia
Capitale, l’effetto è stato boomerang e ha appesantito l’accertamento
delle vere, specifiche responsabilità.
E quando si sono inventate figure penali estrose,
come il concorso esterno in associazione mafiosa, il risultato prodotto
è stato grottesco, per la semplice ragione che o concorri in
un’associazione mafiosa in vario modo o misura o non concorri, non c’è
una terza via.
Invece, imperterrito l’Orlando Fumoso e la sinistra inferocita, che cercava rivincite ideologiche dopo lo stop allo ius soli, hanno partorito questa ennesima porcata.
Per la verità non è solo sul piano della giustizia
che si producono questi codici; in ogni campo della vita, appena
insorge un fattaccio, non si puniscono i colpevoli ma si producono
ennesime nuove leggi ad hoc, si inventano nuovi codici o in mancanza si
istituiscono commissioni d’inchiesta.
All’università
fanno carne da porco dei meriti e delle capacità, fanno carriera solo i
nipoti, gli affiliati e i raccomandanti? Bene, allora ci spariamo un
bel codice, come quello che sta preparando quel genio colto della Fedeli, Ministro pro-gender della pubblica distruzione,
e ci mettiamo la coscienza a posto. Lei, come è noto, è la persona più
adatta per riformare l’università nel nome del merito e della
competenza: con quel curriculum lì, può permettersi tutto.
Le banche compiono abusi e raggiri?
E noi facciamo una bella commissione d’indagine e l’affidiamo a uno
come Casini che fino al giorno prima riteneva giustamente fumose le
commissioni parlamentari d’inchiesta. Ci sono violenze alle donne?
E noi anziché sbattere in galera gli stupratori seriali o magari
neutralizzarli chimicamente, ci inventiamo un nuovo bouquet di leggi e
di codici per la tutela delle donne.
O ci inventiamo quell’abominio giuridico che è il femminicidio,
come se uccidere un uomo, un vecchio o un bambino fosse meno assassinio
di uccidere una donna. E buonanotte all’universalità del diritto. Ma
cos’ questa ipertrofia di leggi, questa bulimia di codici, questa
necessità di gonfiarsi a botte di norme e regolamenti?
Un misto di giacobinismo e fuffa,
di ferocia e inconcludenza, di astrazione e di castrazione. Anziché
affrontare la realtà, la sinistra al governo produce norme, leggi,
codici, teoremi, carte che vogliono pulire la società e perciò possono
definirsi a buon diritto carte igieniche, anche per il valore intrinseco
e l’uso che ne fanno.
Andrea Orlando è il testimonial perfetto per quest’ennesimo stupro alla giustizia.
È un putto del tutto ignaro, che si trova al ministero della giustizia
per grazia ricevuta. Un bambolotto gonfiabile, anzi gonfiato da Renzi,
notammo tempo fa, che ha il curriculum adatto per rappresentare la
sinistra, la sua idea di giustizia e il suo spirito riformatore: il
Nulla.
Pasolini trovò una terribile definizione per la Dc: è il nulla ideologico mafioso. Mi sa che la dc vista da Pasolini ha trovato eredi a sinistra.
MV, Il Tempo 1 ottobre 2017
Nessun commento:
Posta un commento