Sono
costretto ad aggiornare il mio post di ieri. Oggi in Senato il premier
Gentiloni tenterà di far approvare il disegno di legge che introduce la
censura e la schedatura di massa sul web. E’ un fatto gravissimo. Ieri
ne ho parlato sul blog, lanciando un appello alla mobilitazione,
chiedendo un intervento delle forze di opposizione. Matteo Salvini ha
risposto, rilanciando l’appello su Facebook, ora mi auguro che i
senatori della Lega facciano il possibile per fermare uno dei
provvedimenti più liberticidi della storia.
Come spiega l’avvocato Sarzana, che per primo ne ha scritto
sul Fatto Quotidiano, il trucco escogitato dal premier Gentiloni è di
infilare il provvedimento nel pacchetto omnibus dei regolamenti europei
da recepire senza possibilità di modifiche, tra cui 4 righe che
anticipano la norma.
Insomma, il liberticida Gentiloni (altro che premier moderato! altro
che leader innocuo!) ricorre a un trucco procedurale per tenere
all’oscuro l’opinione pubblica. Infatti i media non ne parlano. Così nel
silenzio assoluto ( o quasi) si cerca di far passare una norma
gravissima che prevede, come ho scritto ieri.
1) i dati internet e telefonici potranno essere conservati per 6 anni, ben oltre le attuali consuetudini internazionali.
2) l’Agcom, ovvero l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni,
avrà il potere di intervenire sulle comunicazioni elettroniche dei
cittadini italiani, allo scopo – in via cautelare si intende, come
dubitarne – di impedire l’accesso agli stessi cittadini a contenuti
presenti sul web.
Che cosa questo significhi lo spiega benissimo Sarzana con queste parole:
“da oggi con un regolamento dell’Agcom, in Italia si sperimenta la notice and stay down e le piattaforme dovranno rimuovere i contenuti illeciti e impedirne la riproposizione”.
Ora, poiché il web è composto di milioni di informazioni che cambiano in nanosecondi e la maggior parte di questi dati sono all’estero, non c’è modo di conoscere in anticipo la riproposizione dei contenuti che la norma vorrebbe censurare, se non con una tecnica di intercettazione di massa denominata Deep packet inspection. L’unico modo, insomma, di fare ciò che il governo sta per fare approvare, è di ordinare ai provider italiani di “seguire” i cittadini su internet per vedere dove vanno, al fine poi di realizzare questo “impedimento” alla riproposizione, attraverso un meccanismo di analisi e raccolta di tutte le comunicazioni elettroniche dei cittadini che intendano recarsi su siti “dubbi”.
Questo, naturalmente senza alcun controllo preventivo da parte di un magistrato.
Dunque: l’Agcom potrà seguire e memorizzare quel che voi fate. E, ad
esempio, se giudicherà inopportuni i contenuti di questo blog vi
impedirà di leggerlo. Vi schederanno e vi censureranno
Capito? Solo un regime dittatoriale, forse, potrebbe pensare a norme
come queste. Ma in una democrazia mai. Eppure a proporle è proprio il
premier di un partito che si definisce “democratico”: il PD del finto
innocuo Gentiloni.
Claudio Messora su Byoblu è tornato sull’argomento intervsitando Sarzana
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