Secondo quanto rivelato dall’ex primo ministro del Qatar, Abdullah bin Hamad Al-Attiyah, al quotidiano spagnolo Abc,
migliaia di mercenari appartenenti alla società nordamericana Academi
(precedentemente nota come Blackwater), si sono addestrati nel
territorio degli Emirati Arabi Uniti in vista di una possibile invasione
del Qatar durante il periodo di maggior tensione fra Doha e gli altri
Paesi arabi. Secondo quanto detto dal politico qatariota, la mancata
invasione da parte delle truppe arabe dell’emirato è stata dovuta
esclusivamente al mancato assenso degli Stati Uniti, che hanno fermato
tutto prima che scoppiasse una nuova guerra nel Golfo Persico. E i
motivi sono evidenti, soprattutto per l’importanza strategica del Qatar
per quanto riguarda la proiezione delle forze statunitensi nel mondo,
che contano su Doha per la fondamentale base militare sul territorio
dell’emirato. Far esplodere una crisi all’interno delle monarchie arabe
significava mettere in pericolo la già fragile struttura delle alleanze
Usa nel mondo arabo e mettere a repentaglio (di nuovo) tutto il Medio
Oriente per via degli schieramenti delle potenze regionali riguardo al
conflitto, con Turchia e Iran che appoggiavano il Qatar.
Tornando al fatto che i mercenari dell’Academi fossero pronti a
invadere il Qatar al soldo degli Emirati, questo fatto dimostra due
cose: l’importanza degli Emirati Arabi Uniti nel blocco arabo contro
Doha e la loro volontà di rovesciare l’emiro; ma soprattutto dimostra
l’importanza crescente dei mercenari o contractors negli scenari di
guerra contemporanei. Partendo dal primo punto, il governo di Abu Dhabi
ha nel tempo costruito un esercito molto forte in grado di competere con
tutti i rivali regionali. La “piccola Sparta”, come sono chiamati gli
Emirati per via dell’intensa militarizzazione degli ultimi anni, aveva
ed ha tutto l’interesse a rovesciare il potere costituito in Qatar in
quanto primo rivale, insieme all’Arabia Saudita, per la leadership
economica e politica della penisola arabica. Gli interessi degli Eau
confliggono in molti campi con quelli del Qatar, dalle compagnie aeree,
allo sport, agli interessi finanziari e commerciali, nonché in quelli
politici di tutto lo scacchiere mediorientale. Detto questo, per
iniziare una guerra serviva inevitabilmente l’approvazione da parte Usa,
che non è arrivata. Sotto il profilo dell’utilizzo dei contractors della Blackwater (ora
Academi), è importante ricordare che la società nordamericana è già al
servizio degli Emirati Arabi Uniti sul fronte yemenita. E proprio per
questo motivo, molte fonti parlano di addestramento di migliaia di
contractors – forse addirittura 15mila – nella base militare emiratina
di Liwa, proprio per utilizzarli nella guerra in Yemen. Già nel 2015, il New York Times
rivelò che gli Eau avevano inviato in segreto in Yemen almeno 400
mercenari colombiani dell’allora Blackwater, e nel tempo hanno
continuato ad avvalersi dei suoi servigi portando in guerra uomini
provenienti da Colombia, Sudan, Sudafrica e di altre nazionalità, per la
maggior parte addestrati da statunitensi, britannici e francesi. Negli
ultimi mesi della guerra civile yemenita, i contractors della Academi
hanno sofferto numerose perdite, più o meno ufficiali, che hanno
costretto l’organizzazione a rivedere i suoi piani. Il governo di Abu
Dhabi, consapevole delle difficoltà rinvenute nella guerra, pare che
abbiano allora deciso di convogliare le forze dei mercenari non più
sulla guerra contro i ribelli houti ma per rovesciare il governo del
Qatar. La notizia sull’addestramento di sull’addestramento di migliaia di mercenari per invadere
il Qatar mostra quanto stiano diventando fondamentali queste società di
contractors nelle guerre contemporanee. Le monarchie del Golfo, grazie
all’enorme quantità di denaro in loro possesso, li sfruttano per
sopperire alla mancanza di uomini, visto il numero esiguo della loro
popolazione, e per ottenere gente immediatamente pronta alla guerra e
ben addestrata. Ma ultimamente, la loro importanza è cresciuta anche per
eserciti nettamente superiori come quello della Russia e degli Stati
Uniti. Il Cremlino ha da mesi inviato migliaia di contractors in Siria
per controllare le zone di de-escalation, in particolare nel sud del
Paese. Il confine siro-israeliano è presidiato anche da mercenari
provenienti dalle regioni caucasiche al soldo di Mosca. Sul fronte
statunitense, la Academi sta assumendo un ruolo di primo piano, e Trump
aveva addirittura pensato di inviare mercenari e non soldati
dell’esercito Usa per rinforzare il contingente in Afghanistan. E a
conferma di questa crescita d’importanza dell’Academi è tutta
sintetizzata nella figura del suo fondatore: Erik Prince. L’ideatore
della Blackwater non è soltanto il fratello del segretario
all’Educazione dell’amministrazione Trump, Betsy DeVos, ma è anche in corsa per un seggio al Senato per lo Stato del Wyoming.
di Lorenzo Vita - 11 ottobre 2017
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