In tanti anni di lavoro svolto tutto con gli enti pubblici, Alfredo Romeo
si è sentito dire di no solo due volte. La prima fu nel lontano 1998, a
Milano. A quell’epoca l’imprenditore napoletano andava per la maggiore
nei grandi comuni amministrati dalla sinistra italiana. Appena vinceva
qualcuno dell’Ulivo, ecco che spuntava un bel contratto con la Er di Romeo (allora si chiamava così) a cui affidavano la gestione del patrimonio pubblico.
Accade a Roma con Francesco Rutelli, poi a Venezia e Napoli. Appena vinte le elezioni del 1996, l’Ulivo di Romano Prodi
diede sempre a lui la gestione del patrimonio immobiliare dell’Inpdap,
l’ente di previdenza dei dipendenti pubblici. Ma a Milano gli andò male:
vinse Gabriele Albertini e fra i suoi primi atti ci fu
la revoca della aggiudicazione a Romeo della identica gara assegnatagli
che gli aveva assegnato la gestione del patrimonio immobiliare
meneghino, che fu invece affidato a una società in house. La seconda
volta che l’imprenditore di riferimento del governo nazionale e di
quello degli enti locali si trovò a sbattere contro un muro fu nel 2008 a
Roma.
Anche allora era cambiato il vento e a sorpresa dalle urne uscì vincente la destra con sindaco Gianni Alemanno, e fra i primi atti ci fu la revoca dell’appalto sulla manutenzione della grande viabilità della capitale, che Walter Veltroni
aveva affidato a Romeo. Ha dovuto stringere i denti ed aspettare un
po’, e comunque gli rimase in carico la gestione non proprio
brillantissima del patrimonio immobiliare di Roma: ce l’ha ancora adesso
ininterrottamente dal 2005 pure con Virginia Raggi.
Gran
navigatore, Romeo però ha avuto le porte aperte sempre con il centro
sinistra. E non è un caso scorrendo i bilanci della sua Romeo Gestioni,
la società operativa più importante del gruppo, che i fatturati mettano a
segno il record appena il centrosinistra riesce a conquistare il
governo. Intendiamoci, gli appalti conquistati nel facility management e
nel property management che sono sempre stati la sua specialità,
avevano durata pluriennale, e i fatturati oscillavano di poco fra 120 e
130 milioni di euro all’anno.
Ma
quando tornò Prodi a palazzo Chigi, ecco la Romeo gestioni fare subito
un bel balzo e chiudere l’anno 2007 con 160 milioni di euro, per poi
scendere a 145 milioni l’anno successivo quando al governo torna Silvio Berlusconi. In quel 2007 per altro Romeo fa anche un altro gran salto: al Quirinale, dove entra per la prima volta grazie a Giorgio Napolitano,
che decide di esternalizzare a lui alcuni servizi di manutenzione
immobiliare. Un contratto iniziale da 1,2 milioni di euro per un
triennio, che rispetto al giro di affari del gruppo Romeo è poca cosa,
ma il prestigio conquistato con quella commessa non ha prezzo. Il gruppo
entra con lo stesso compito anche in Senato, e solo alla Camera trova
le porte chiuse.
La vera età dell’oro coincide però proprio con l’arrivo di Matteo Renzi a palazzo Chigi. Il 2014 per tutti e due è l’anno del 40%. Renzi
conquista quella percentuale nelle urne delle europee, e poi la perderà
per strada assai in fretta tornando sotto i numeri di Veltroni. Romeo
vede lievitare il suo fatturato proprio del 40% quell’anno, in cui passa
da 147 a 206 milioni di euro. Ma a differenza di Renzi manterrà la
cifra. Anzi, la consoliderà: nel 2015 il fatturato sale a 224 milioni di
euro anche
grazie alla conquista di un nuovo appalto: è lui a vincere
il facility management di quell’Expo 2015 guidata da Giuseppe Sala.
Un
vero e proprio boom, centrato per altro proprio su palazzo Chigi:
perchè da quando arrivano i Renzi boys Romeo diventa di casa. E’ il
vincitore dell’appalto Consip sul facility management, e ogni due minuti
lo chiamano a palazzo Chigi o nei vari immobili che ospitano le
strutture decentrate della presidenza del Consiglio. Qualche esempio? Il
26 gennaio 2015 tocca a lui cambiare i condizionatori della Biblioteca
chigiana: 5.550 euro. Stesso giorno sostituzione anche del gruppo
frigorifero: 3.888 euro. E ancora il 26 è Romeo a fare le pulizie
straordinarie nell’alloggio di rappresentanza abitato a palazzo Chigi
proprio da Renzi: 1.346,12 euro.
Il
2 febbraio ci pensa la Romeo Il
2 febbraio ci pensa la Romeo a sostituire a palazzo le maniglie delle
porte dei wc: 4.114 euro. Il 26 febbraio Romeo porta nella sede
decentrata di via della Mercede frequentata anche dal sottosegretario Luca Lotti
due macchine cattura-topi: sono le Ekomille che li prendono e li
ubriacano fino alla morte con una sorta di sostanza alcolica: 3.120
euro. Il 27 febbraio fornisce due estintori: 154 euro. Il 4 marzo
successivo affidano a lui la sostituzione di 21 videocamere di
sorveglianza: 9.338 euro.
Stesso
giorno, si occupa di spurgare le fognature di palazzo Chigi: 1.102,84
euro. Il 24 marzo, grandi pulizie delle stanze di rappresentanza: 1.168
euro. Il 30 marzo ecco gli uomini della Romeo gestioni entrare a villa
Pamphili per ricaricare 29 estintori: 1.210 euro. Il 3 aprile si occupa
del condizionamento della stanza n. 1.091 della sede decentrata in via
della Mercede: primo intervento da 1.143 euro, secondo da 348,26 euro.
Stesso giorno sostituisce 12 tavolette wc nell’altra sede decentrata di
palazzo Vidoni: 1.884 euro.
Il
4 maggio tocca sempre alla Romeo la “Sostituzione del kit di potenza e
delle tubazioni di preriscaldamento dei gruppi elettrogeni”: 13.429,56
euro. Si può continuare così all’infinito. Romeo è stato chiamato a
risolvere problemi a palazzo Chigi per 104 volte nel 2015, 146 volte nel
2016 e già 18 volte nei primi due mesi del 2017. Nel periodo è stato
chiamato 24 volte a fare le pulizie straordinarie dell’appartamento di
Renzi ovviamente prima che lui ricevesse lì dentro personalità
importanti.
da L'imbeccata di Franco Bechis - 3 marzo 2017
fonte: http://limbeccata.it
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