Grande coalizione Pd-Forza Italia, con i Cinque stelle fuori dalla
stanza dei bottoni? Per i mercati, che in teoria non vedono di buon
occhio forze anti-establishment come i pentastellati, l’“accordone”
apparecchiato dalla nuova leggere elettorale dovrebbe essere positivo.
Poi però si scopre che una delle più grandi banche d’affari, che in quei
mercati è pienamente inserita, non è per niente soddisfatta degli
scenari aperti dal cosiddetto Rosatellum bis. Sta di fatto che ieri
l’americana Citigroup ha inviato ai suoi numerosi clienti, enti pubblici
e investitori privati, un report di analisi proprio sulla nuova legge
elettorale su cui il Governo italiano, guidato da Paolo Gentiloni, ha deciso di porre la fiducia.
I passaggi – Il dossier comincia con dosi di ironia
non proprio azzeccatissime, se così si può dire. Giocando sui termini,
infatti, Citigroup premette che il nome della legge non viene da
“Rosatello, un famoso vino italiano, come qualcuno potrebbe cinicamente
pensare”, ma dal cognome del capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato”.
Chissà, forse ci si può vedere un’accusa velata del tipo: solo degli
ubriachi potevano partorire norme elettorale del genere. Ad ogni modo la
battuta non fa certo sbellicare dalle risate. Più denso di contenuti,
invece, il prosieguo del report della banca americana. “Mentre i mercati
possono anche gradire lo scenario che va delineandosi per le elezioni”,
scrive Citigroup alludendo alle larghe intese, “noi non siamo convinti
che il Rosatellum possa garantire la governabilità del Paese”. E quali
sono le ragioni di questo scetticismo? “Il motivo principale è che il
Rosatellum assegna i due terzi dei seggi a candidati scelti dalle
segreterie di partito, rendendoli in qualche modo ostaggio dell’agenda
del leader di partito e non dell’agenda che servirebbe al Paese”. E poi,
prosegue il report dell’istituto statunitense, “la decisione del
presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, di approvare il voto di
fiducia su una legge elettorale in cui il suo governo non ha avuto
nessun coinvolgimento, è una sorta di promemoria di quello che potrebbe
sperimentare l’Italia negli anni a venire”.
La traduzione – Si tratta di un passaggio la cui
interpretazione sembra poter suonare più o meno così: se Gentiloni, che
già guida un Governo sostenuto spesso da larghe intese sostanziali, si è
piegato a mettere la fiducia su una legge su cui l’Esecutivo non ha
minimamente messo mano, figuriamoci cosa potrebbe fare un premier
ostaggio di capricciose larghe intese. Da qui l’ovvia conclusione di
Citigroup, magari non così ovvia per gli investitori destinatari del
report: “Il Rosatellum rafforza la probabilità di una grande coalizione
tra Pd e Silvio Berlusconi”. E questo, conclude la banca, potrebbe spingere gli investitori a trovare qualche analogia con “1984” di George Orwell:
“Dopo tutto il tuo vecchio nemico non necessariamente deve essere il
tuo peggior nemico”. Chissà se i lettori del dossier si convinceranno
dei suoi contenuti. Di sicuro fa riflettere che una grossa banca
d’affari allunghi un’ombra su un “accordone” espressamente definito
“anti-Cinque Stelle”.
Twitter: @SSansonetti
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