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Marò ancora «tra color che son sospesi»: o meglio, tra
coloro che restano – e ormai da quattro anni – appesi al gancio
dell’inconcludenza burocratica indiana. Del sopruso diplomatico imposto
da New Delhi e dell’inefficacia dell’azione politica italiana che,
nonostante annunci e repentine smentite di ben tre governi di
centrosinistra alternatisi al Palazzo Chigi e al timone di comando del
Ministero della Difesa, è riuscita a non ottenere neppure quel
famigerato “minimo sindacale” normalmente garantito in qualsiasi
trattativa in corso.
Latorre, permesso in scadenza: dovrà tornare in India?
Ed è il Giornale oggi a tornare con un ampio servizio sulla intricata vicenda che dal febbraio 2012 tiene impigliati Salvatore Girone e Massimiliano Latorre
nelle arbitrarie maglie della giustizia indiana: mancano pochi giorni a
sabato, infatti, data prevista per la scadenza del permesso concesso
per motivi di salute a Latorre, e dunque per il rientro nel giante
asiatico prescritto al Marò, come noto colpito da una grave patologia
ischemica e a cui è stato riconosciuto almeno il diritto di cura in
Italia. Permesso in scadenza e rispetto al quale nè il ministro della
Difesa Pinotti, né il premier Renzi, hanno fin
qui pronunciato una sola parola. Pur sperando in uno sprint finale,
dunque, appare al quanto difficile che Latorre possa sottrarsi
all’obbligo del ritorno in quel limbo giuridico in cui sono stati
sbattuti da quando sono stati catalputati e abbandonati nell’inferno
indiano. «Nei giorni scorsi, citando “tre alti responsabili indiani”, il Telegraph – riporta il quotidiano milanese – aveva evocato una trattativa tra il governo italiano e quello indiano al di fuori della Corte dell’Aja,
in attesa che l’arbitrato – avviato a giugno su richiesta italiana
– stabilisca la giurisdizione del caso. In caso di accordo, secondo il giornale, l’India non si opporrebbe al rientro di Salvatore Girone in Italia fino al pronunciamento dell’Aja».
Altre condizioni imposte dall’India…
Dunque ci risiamo? Come al solito si parla di accordi vincolati che
non vanno mai in porto; di soluzioni imminenti (che poi non arrivano mai
alla loro pratica applicazione) e di un’attesa che trasforma promesse
elettorali, proaganda governativa, annunci auto-promozionali e strategie
rimaste incompiute, in anni di detenzione di fatto, pur se in libertà
vigilata, presso l’ambasciata italiana in India. E infatti, come
riportato da il Giornale, «l’Italia dovrebbe ritirare le sue obiezioni all’adesione dell’India a
quattro importanti organismi internazionali per il controllo delle
esportazioni di tecnologia nucleare e missilistica, tra cui il Missile Technology Control Regime
(Mtcr). Come seconda condizione – prosegue il quotidiano – smettere di
ostacolare l’accordo commerciale tra l’Unione europea e l’India. Infine,
impegnarsi a rimandare Girone e Latorre (in Italia da oltre un anno
per motivi di salute), qualora l’arbitrato affidasse il processo all’India. Le smentite delle due parti sono arrivate in via ufficiale».
La lettera di Elio Vito (FI): Pinotti comunichi eventuali iniziative
E intanto, mentre da Palazzo Chigi e dal ministero della Difesa tutto
tace, il capogruppo di Forza Italia in Commissione Difesa a
Montecitorio, Elio Vito, ha inviato una lettera al presidente della suddetta Commissione permanente, Francesco Saverio Garofani.
Un sollecito a dir poco incisivo in cui il parlamentare ricorda che «il
prossimo 16 gennaio scadrà il permesso a curarsi in Italia concesso
dall’India per motivi di salute a Massimiliano Latorre» e con cui, dal
momento che «è inaccettabile ed improponibile anche solo ipotizzare che
Latorre possa tornare in India – sottolinea il Vito – chiedo che nel
corso della riunione dell’Ufficio di Presidenza della Commissione
Difesa, prevista per mercoledì 13 p.v., intervenga un rappresentante del
Governo, auspicabilmente il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti,
per comunicare le decisioni del Governo al riguardo. Con l’occasione il
Governo potrà pure informare la Commissione sulle iniziative in corso
per il rientro in Italia di Salvatore Girone». Tuti interrogativi da
troppo ormai in attesa di una risposta: quella risolutiva.
E il premier Renzi che fa?
Ma, come noto, una smentita non è una soluzione: e allora, mentre come riporta ancora il Giornale
la «questione sarà discussa dal Tribunale arbitrale costituito presso
la Corte Permanente d’Arbitrato de L’Aja», aldilà delle dichiarazioni
d’intenti, degli annunci propagandistici e dell’ottimismo di facciata,
Renzi è ancora impaludato in troppi se, in tanti ma. E così, qualora
Latorre dovesse davvero rientrare a breve in India, dopo lo schiaffo
dell’imbarazzante dietrofront di Monti che ha imposto il ritorno coatto
dei nostri Marò a New Delhi in quel Natale del 2013 – passato alla
storia parlamentare come il Natale in cui il governo tecnocratico del
Professore, sfiduciando se stesso, ha rispedito i due fucilieri di
Marina in India – ci prepariamo a porgere ancora una volta l’altra
guancia. Per un nuovo schiaffo, i cui segni, politici e diplomatici,
resteranno ancora una volta sulla pelle di Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone.
fonte: http://www.secoloditalia.it
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