Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, si è sintonitizzato sugli
stessi interessi dell’ex presidente della Regione Lazio, Piero Marazzo,
che nel 2009 ha provato a svendere il patrimonio delle Ater. In questi
giorni la giunta capitolina ha presentato la seguente delibera: n. 88
proposta (Dec. G.C. del 9 ottobre 2013 n. 59) dal titolo altisonante:
“Alienazione del patrimonio immobiliare di proprietà di Roma Capitale.
Indirizzi criteri e modalità. Revoca della deliberazione assembleare n.
432012”. Colpisce come gli interessi immobiliari che si vogliono
tutelare siano gli stessi, “vendere” le case di pregio nel centro di
Roma a due soldi e continuare a mantenere il patrimonio abitativo della
periferia. Un Robin Hood all’incontrario regala ai ricchi e carica le
perdite alla collettività. Bisogna riconoscere che questa volta il
metodo non è così grezzo come quello di Marazzo, ma è estremamente
raffinato per coprire la svendita.
La proposta prevede al di là degli sconti del 30 per cento ai
residenti se regolari nei pagamenti, un prezzo medio del patrimonio
abitativo messo in vendita sulle stime dell’Agenzia del Territorio.
Detta così sembra una proposta seria, ma l’inganno avviene sul concetto
di valore medio, avendo immesso nell’elenco di dismissioni una marea di
negozi commerciali siti in periferia, i quali ovviamente fanno crollare
il prezzo medio su cui si venderanno gli alloggi di pregio. Inoltre
questa amministrazione strabica si dimentica della priorità di tanti
cittadini che hanno già pagato a Risorse per Roma un anticipo per la
compravendita del proprio alloggio e da anni non hanno avuto risposte
dall’amministrazione comunale. Se le vera motivazione del primo
cittadino fosse quella di fare cassa si sarebbe indicato questa prima
strada già deliberata e stranamente ferma, il ché mi fa pensare che
l’interesse vero è svendere il patrimonio di pregio agli amici degli
amici.
Il sindaco di Roma se vuole fare gli interessi della città dovrebbe
far valutare ogni singolo immobile di pregio dall’Agenzia del
Territorio, per definire il prezzo sia di vendita che di affitto, e
personalmente ritengo che gli appartamenti di pregio non si dovrebbero
vendere, ma affittarli a prezzo di mercato, offrendo agli inquilini
residenti altro alloggio; mentre sarebbe più conveniente mettere in
vendita il patrimonio abitativo della periferia; favorirebbe i ceti
deboli, i quali acquistando il loro immobile si farebbero carico della
manutenzione, pagherebbero l’Imu e diminuirebbe la quantità di cittadini
che nonostante il basso fitto non lo pagano. Le iniziative di questo
sindaco sembrano quelle di Attila, il barbaro che ove passava lasciava
solo distruzione.
Se gli si permette di alienare il patrimonio di pregio si impoverisce
la ricchezza della nostra città, lasciando al Comune le proprietà delle
periferie degradate, con una amministrazione che non ha le risorse
economiche per riqualificarle. Speriamo che le forze di opposizione
sappiano fare di questa battaglia la madre di tutte le battaglie. Certo,
sperare nel compromesso ex Pdl o nella demagogia dei Cinque Stelle non è
facile, ma la lista Marchini con i consiglieri di altre formazioni sia
di maggioranza che di opposizione che hanno a cuore questa città
potrebbero fare la differenza, ma solo se si riesce a non far rimanere
questa battaglia dentro le aule del Campidoglio. Alla lista Marchini il
compito come quello del Papa Leone I di fermare Attila e svegliare le
coscienze dentro il Campidoglio e nella cittadinanza.
di Roberto Giuliano - 11 febbraio 2015
fonte: http://www.opinione.it
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