- I padrini dell'Europa falsa sono stregati dalle superstizioni del progresso inevitabile. Credono che la Storia stia dalla loro parte, e questa fede li rende altezzosi e sprezzanti, incapaci di riconoscere i difetti del mondo post-nazionale e post-culturale che stanno costruendo." – La Dichiarazione di Parigi, firmata da dieci rispettabili studiosi europei.
- La proposta del ministro dell'Interno tedesco Thomas de Maizière di introdurre festività islamiche dimostra che quando si tratta di Islam, il laicismo europeo ufficiale "post-cristiano" è semplicemente latitante.
Qualche giorno fa, alcuni dei più importanti intellettuali europei –
tra i quali il filosofo britannico Roger Scruton, l'ex ministro polacco
dell'Istruzione Ryszard Legutko, lo studioso tedesco Robert Spaemann e
il francese Rémi Brague, docente alla Sorbona – hanno firmato la "Dichiarazione di Parigi".
Nel loro ambizioso manifesto, hanno respinto "la fasulla Cristianità di
diritti umani universali" e "l'utopistica crociata pseudo-religiosa
votata a costruire un mondo senza confini". Piuttosto, hanno invocato
un'Europa basata sulle "radici cristiane", che s'ispiri alla "tradizione
classica" e bocci il multiculturalismo:
"I padrini dell'Europa falsa sono stregati dalle superstizioni del progresso inevitabile. Credono che la Storia stia dalla loro parte, e questa fede li rende altezzosi e sprezzanti, incapaci di riconoscere i difetti del mondo post-nazionale e post-culturale che stanno costruendo. Per di più, ignorano quali siano le fonti vere del decoro autenticamente umano cui peraltro tengono caramente essi stessi, proprio come vi teniamo noi. Ignorano, anzi ripudiano le radici cristiane dell'Europa. Allo stesso tempo, fanno molta attenzione a non offendere i musulmani, immaginando che questi ne abbracceranno con gioia la mentalità laicista e multiculturalista".
Nel 2007, riflettendo sulla crisi culturale del continente, Papa Benedetto XVI disse che l'Europa sta "dubitando della sua stessa identità".
Nel 2017, l'Europa ha fatto qualcosa in più: creare un'identità
post-cristiana pro Islam. Le sedi istituzionali e i musei ufficiali
dell'Unione europea in realtà stanno cancellando il Cristianesimo e
accogliendo l'Islam.
Uno di questi musei ufficiali che di recente è stato aperto dal Parlamento europeo, la "Casa della storia europea",
è costato 56 milioni di euro. L'idea era quella di creare una narrativa
storica del Dopoguerra costruita attorno al messaggio pro-Ue di
unificazione. L'edificio è un bellissimo, esempio di Art Deco a
Bruxelles. Ma come ha scritto lo studioso olandese Arnold Huijgen, la casa comune europea è culturalmente "vuota":
"Sembra che la Rivoluzione francese abbia dato vita all'Europa, sembra che non ci sia nulla prima della Rivoluzione. Viene data grande importanza al Codice Napoleonico e alla filosofia di Karl Marx, mentre la schiavitù e il colonialismo sono considerati i lati più oscuri della cultura europea. (...) Ma la cosa più incredibile della Casa è che, per quanto riguarda la narrativa, è come se la religione non esistesse. Di fatto è come se non fosse mai esistita e non avesse mai influenzato la storia del continente. (...) Non si tratta più di laicismo europeo che combatte la religione cristiana, viene semplicemente ignorato ogni aspetto religioso della vita".
La burocrazia di Bruxelles ha anche cancellato le radici cattoliche della sua stessa bandiera,
dodici stelle che simboleggiano gli ideali dell'unità, della
solidarietà e dell'armonia tra i popoli dell'Europa. È stata disegnata
dall'artista cattolico francese Arséne Heitz, che pare si sia ispirato
all'iconografia della Vergine Maria. Ma nella versione ufficiale dell'Unione europea sulla bandiera non c'è traccia delle radici cristiane.
Il dipartimento monetario ed economico della Commissione europea ha persino ordinato alla Slovacchia
di ridisegnare le sue monete commemorative eliminando i santi cristiani
Cirillo e Metonio. Non si fa una sola menzione al Cristianesimo nella
bozza abortita di 75 mila parole della Costituzione europea.
La
Commissione europea ha ordinato alla Slovacchia di ridisegnare le sue
monete commemorative eliminando i santi cristiani Cirillo e Metonio.
(Fonti dell'immagine: Moneta – Commissione europea; Bratislavia,
Slovacchia - Frettie/Wikimedia Commons)
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Il ministro dell'Interno tedesco Thomas de Maizière, membro dell'Unione cristiano-democratica, il partito della cancelliera Angela Merkel, ha proposto di recente di introdurre le festività islamiche. "Perché non si dovrebbe pensare di introdurre una festività islamica in parti del paese dove vivono molti musulmani?", egli ha detto.
"La sottomissione sta avanzando", ha replicato Erika Steinbach,
già autorevole presidente della federazione che rappresenta i tedeschi
espulsi da vari paesi dell'Europa orientale durante e dopo la Seconda
guerra mondiale.
Beatrix von Storch, una dei leader di Alternativa per la Germania, (AfD), ha laconicamente twittato: "No no no!"
La proposta di De Maizière dimostra che quando si tratta di Islam, il laicismo europeo ufficiale "post-cristiano" è semplicemente latitante.
Poche settimane fa, a Bruxelles è stata ospitata una mostra
finanziata dall'Unione europea e intitolata "L'Islam è anche la nostra
storia!". L'esposizione traccia l'impatto dell'Islam in Europa. Un comunicato ufficiale afferma quanto segue:
"La prova storica mostrata in questa esposizione – la realtà di un'antica presenza musulmana in Europa e l'interazione complessa fra due civiltà che hanno lottato l'una contro l'altra ma che si sono compenetrate a vicenda – sottende un impegno educativo e politico: aiutare gli europei musulmani e non musulmani a comprendere meglio le loro radici culturali comuni e a coltivare la loro cittadinanza condivisa".
Isabelle Benoit, una storica che ha contribuito a ideare la mostra, ha dichiarato
ad AP: "Vogliamo rendere chiaro agli europei che l'Islam è parte della
civiltà europea e che non è un'importazione recente, ma ha radici che
risalgono a tredici secoli".
L'istituzione ufficiale europea ha voltato le spalle al
Cristianesimo. L'establishment sembra essere ignaro di quanto il
continente e la sua popolazione continuino a dipendere dall'orientamento
morale dei suoi valori umanitari, specialmente in un momento in cui
l'Islam radicale ha lanciato una sfida di civiltà all'Occidente. "È
semplicemente un problema di 'pieno' e di 'vuoto'", scrive Ernesto Galli
della Loggia nel quotidiano italiano Il Corriere della Sera.
"È impossibile non considerare che mentre dietro il 'pieno' si stagliano i profili di due grandi tradizioni teologico-politiche — quella dell'ortodossia russa della Terza Roma da un lato, e quella dell'Islam dall'altro — dietro il 'vuoto', invece, c'è solo la progressiva evanescenza della coscienza cristiana dell'Occidente europeo".
Ecco perché è difficile capire la "logica" alla base dell'animosità
ufficiale europea nei confronti del Cristianesimo e la sua attrazione
per un Islam essenzialmente totalitario. L'Europa potrebbe essere
tranquillamente laicista senza essere ferocemente anti-cristiana. È più
facile capire perché migliaia di polacchi hanno partecipato a una manifestazione di massa lungo i confini del loro paese per protestare contro "la laicizzazione e l'influenza dell'Islam", che è esattamente la linea dell'assurdo credo ufficiale dell'Ue.
Durante la Seconda guerra mondiale gli Alleati evitarono di
bombardare Bruxelles, perché doveva essere il luogo della rinascita
europea. Se l'élite europea continuerà con questo rifiuto culturale
della propria cultura giudaico-cristiana e umanistica, la città potrebbe
essere la sua tomba.
Giulio Meotti, redattore culturale del quotidiano Il Foglio, è un giornalista e scrittore italiano.
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