Meravigliosa
gara a chi è più conformista tra radicali (che propongono l’istituzione
del “Diversity manager”) e il Comune, orientato a creare la figura del
“Gender city manager”. Insomma, il “checche-manager”. Allo squallore non
c’è mai fine? Chissà. Quel che è certo, è che Milano è finita. Però dal
Vaticano arriva una notizia che ricolma il cuore di speranza…
.
Che
ci volete fare. Io questa Milano, città in cui si vive male, in cui il
traffico ti ammazza, l’aria ti intossica, la vita costa troppo, io l’ho
sempre amata.
Mi dicono che sto invecchiando, e questo è fuori discussione. Se
guardo la mia carta d’identità, alla voce “data di nascita” leggo
pessime notizie. Ok, ma proprio perché sto diventando vecchio, ho fatto
in tempo a vivere nella città di Sant’Ambrogio, in una città ordinata
nonostante il caos (non è una contraddizione, chi è milanese davvero mi
darà ragione), in una città cristiana, con un’anima grande, la città
della Madonnina e di Sant’Ambrogio, dove davvero – parlo di un po’ di
anni fa – chi aveva voglia di lavorare poteva farsi strada, dove davvero
esisteva quel “Cuore di Milano” grazie al quale nessuno si sentiva
solo.
Ma adesso Milano è morta, l’hanno ammazzata. I colpevoli non saranno
mai perseguiti perché sono al tempo stesso esecutori, legislatori e
giudici. L’hanno ammazzata arcivescovi dimentichi del loro compito,
politici sempre più squallidamente mediocri, preoccupati solo di restare
sulla cresta dell’onda. L’hanno ammazzata anche, diciamocelo
francamente, l’apatia e l’indifferenza di tanti, troppi milanesi che
hanno guardato l’agonia e se ne sono fregati.
Milano ha visto la sua piazza del Duomo oltraggiata dalla preghiera
collettiva di centinaia di maomettani, ha visto le sue strade insozzate
dagli squallidi “gay-pride”, e altro… E non a caso ha dedicato una delle
sue vie centrali, quella che per lunghissimi anni fu “via
dell’Arcivescovado”, al signor Carlo Maria Martini. È giusto: avviata
sulla strada del suicidio, ha voluto degnamente celebrare un portatore
di confusione.
E adesso l’amministrazione comunale, non paga evidentemente di quanto
già fatto, non solo candida la ex-città di Sant’Ambrogio a diventare
“capitale del turismo gay” (evitiamo facili giochi di parole come
“culturismo”…), ma anche, per bocca del presidente della Commissione
comunale Pari opportunità e Diritti civili, propone l’istituzione del
“Gender city manager”, ovvero una “figura super partes per la raccolta
dei dati e il monitoraggio di tutte le azioni dell’amministrazione in
tema di discriminazioni di genere”. E ovviamente i radicali rilanciano:
no, serve il “Diversity manager”. È una figura “più comprensiva”.
In questa schifezza, una sola voce di buonsenso, peraltro
inascoltata: quella di Riccardo De Corato, già vicesindaco, che chiede
l’istituzione del “Normality manager”.
Ho letto tutte queste piacevolezze sul Giornale di oggi.
Milano kaputt. Non saprei davvero che altro dire. L’ex città dal
cuore grande presenta uno squallido spettacolo di degrado umano a chi
arriva in Stazione centrale; lascia nei pasticci i poveri e corre in
aiuto degli immigrati, regolari o meno (dettaglio), perché troppo
impegnata a dimenticarsi che il “prossimo” è appunto chi è “prossimo”,
ovvero vicino. L’ex città di Sant’Ambrogio ha perso l’anima e, come
contropartita normale in questi casi, ha trovato la morte.
Sulle macerie di Milano resteranno trionfanti il “manager”, che sia
“gender” o “diversity” manager, e qualche brillantino e nastro colorato
caduto dalle mutande di qualche partecipante all’ultima festa gay
patrocinata dal Comune. In attesa che venga abbattuta la Madonnina, per
evitare discriminazioni verso le “altre religioni”…
Addio Milano, sai quanto ti ho amata. E so quanto mi hai amato, come
amavi tutti i tuoi cittadini. Ma quando tutto è finito, bisogna
rendersene conto. È meglio andarsene…
.
PS: ammetto di aver scritto questo articolo con molta tristezza nel
cuore, ma ecco una notizia che mi induce al giubilo e alla rinascita
della speranza: Bergoglio ha vietato… che cosa? La bestemmia? Le
blasfeme “liturgie” interreligiose? I sacrilegi? Ma và, quelle sono
robette.
Ha vietato la vendita di sigarette in Vaticano! Leggete su ANSA
. La Fede è salva! Ricomincia il cammino della civiltà! Attendiamo il
commento di Buttiglione, che ricordiamo dalla giovinezza come fumatore
di sigaro.
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