foto aggiunta non facente parte dell'articolo
Il 25 Aprile ho pubblicato un post dal titolo lungo e complicato ” I paesi francofoni iniziano a contrastare il reclutamento di volontari per la guerra di Siria. i paesi arabi anglofoni continuano. ecc. “
Il titolo interminabile e me ne scuso, serviva per iniziare a far capire una delle grandi differenze tra il mondo multipolare vissuto in Europa tra il 1945 e il 1992 ( resa dell’impero sovietico all’Inghilterra della Tatcher) e il mondo unipolare e globalizzato che si è affacciato col nuovo secolo.
Non mi stanco di ripetere che dal 2000 in poi, i sistemi di alleanze non hanno più senso.
Con la globalizzazione e la competizione economica, ogni paese diventa rivale di ogni altro.
Le alleanze durano fino a che conviene per togliere il mercato a un terzo paese e la guerra è essenzialmente guerra per la prevalenza economica.
I campi in cui ci si misura sono il cibo, l’acqua, le risorse minerali essenziali, l’energia, la demografia..
Alcuni paesi per sopravvivere economicamente rompono vecchie regole e l’Inghilterra è tra questi e non si capisce – faccio per dire – se i viaggi della morte di William Hague e John Kerry per vendere armi ai sauditi precedano o seguano gli eventi luttuosi nel nostro mare.
Ricordo di aver letto – ahimè non ricordo in quale testo – il resoconto della conferenza, credo di Teheran ( 1943), tra i quattro grandi, che a seguito di alcune considerazioni inglesi su un’altra aerea, Stalin, che abbiamo poi saputo essere ben informato su quel che facevano gli inglesi, disse che stavano distraendo l’attenzione per avere il modo di occupare Siria e Libano.
Ricordo il resoconto perché raccontava che Churchill e Eden – suo genero – “arrossirono e protestarono”. L’arrossire mi parve un’ammissione indiretta.
L’episodio mi è tornato alla mente assistendo al repentino cambiamento di rotta della politica francese nei confronti della Siria, dopo aver iniziato la campagna anti Assad due anni fa.
Il Presidente francese ha bruscamente allentato la pressione sulla Siria e battendo la mozione americana alle Nazioni Unite sul tempo ( era stata annunziata per settembre e anticipata a primavera, ma Hollande e stato più svelto ) si è lanciato nella operazione SERVAL in Mali con una forza evidentemente sproporzionata all’entità dei nemici da colpire; ha dichiarato perdite a malapena sufficienti per dichiarare che la Francia rimarrà sul posto ( con una maggioranza parlamentare di 342 voti) fino a che sarà necessario e sta inquadrando le truppe ONU dei paesi vicini ( 12.000 solo la scorsa settimana) che affluiscono, senza però diminuire i propri effettivi che di 500 uomini ad uso interno e dimostrativo.
Dopo questo dispiegamento di forze i due nemici tradizionali di area Marocco e Algeria, hanno iniziato una collaborazione di polizia antiterrorismo e sono riusciti a coinvolgere la Tunisia che sembra aver ripreso coraggio nello sforzo di contenimento dei fondamentalisti e dei salafiti in particolare.
Altri segnali: il capo dell’attacco a Is Amenas è stato giudicato e condannato a morte.
In Tunisia, un sito ( http://www.tunisie-secret.com ) ha pubblicato gli estratti di un libro che dettaglia l’opera di corruttela sistematica dell’Emiro del Katar che ha regalato appartamenti a Parigi nel XVI arrondissement a un parente di Ben Alì e sta continuando con il partito fondamentalista Ennahda.
L’obbiettivo è sottrarre il Maghreb all’influenza europea ( e francofona) per farlo scivolare nella sfera di influenza kataro-saudita che mira a egemonizzare l’Egitto e il canale di Suez.
È in corso insomma una offensiva politica e di intelligence che ha nella Francia il suo fulcro ed investe l’intero Maghreb e che ha consentito all’Algeria di togliersi di dosso la cattiva nomea di dittatura autoritaria.
Ecco cosa accadrà :
1. Nel periodo Maggio-Ottobre 2013 la Tunisia diventerà un “campo di battaglia” ove si affronteranno due forze contrapposte del mondo arabo-islamico: il Maghreb laico (benché musulmano) e il katar, punta di lancia dei paesi del golfo per l’islamizzazione fondamentalista della regione Maghrebina e il suo allontanamento dall’orbita europea.
2. Il confronto é di importanza strategica in quanto determinerà il futuro assetto della regione e vedrà per la prima volta alleati Algeria e Marocco impegnati a contenere l’infiltrazione islamista dei paesi del golfo nel Maghreb.
Tale confronto si svolgerà sotto traccia e si svilupperà come segue:
· il Katar incrementerà la pressione religiosa e l’afflusso di ONG e fondi;
· la coalizione algero-marocchina contrasterà tale attivismo sostenendo l’opposizione laica, favorendo episodi mirati a screditare la troika al potere in Tunisia e coordinerà la coalizione dei “rassemblements democratiques” di Tunisia, Algeria e Marocco.
l’azione si svilupperà in maniera tale da evitare incidenti che possano compromettere o ritardare le elezioni (previste per Nov/Dic 2013).
3. Sono prevedibili microepisodi di orientamento della pubblica opinione quali non limitativamente:
· scandali economici e di costume a carico di esponenti della troika di governo, in particolare Ennahda;
· azione di screditamento del Presidente della Repubblica;
· azioni violente attribuibili ai “comitati per la protezione della rivoluzione” e ai gruppi islamisti/salafiti contigui ad Ennahda;
· esposizione sullo scenario internazionale delle sistematiche violazioni dei diritti umani che si verificheranno.
4. le elezioni dovrebbero tenersi entro fine anno, ma si vocifera di uno slittamento a marzo 2014 che tradisce il nervosismo del partito di governo timoroso per la perdita di consenso anche in virtù della possibilità di voto per i tunisini emigrati in Francia.
La eventuale sconfitta elettorale farebbe precipitare gli eventi e spingerebbe i fondamentalisti ad uscire allo scoperto, provocando quindi interventi equilibratori risolutivi.
A completamento del quadro complessivo, il Presidente algerino Abd el Aziz Bouteflika, 76 anni, oggi è stato ricoverato a Parigi all’ospedale militare Val de grâce perché colto da un ictus – pudicamente definito ” episodio ischemico senza conseguenze”. Ma lo stanno curando.
Gia nel 2005 a seguito della guerra civile contro i salafiti, finanziati dai sauditi , era stato operato ( sempre in Francia) per una ulcera gastrica. Cose che capitano nei momenti di stress.
Passando al Fronte Egiziano, lo scontro tra laici e islamisti mascherati da democratici continua con la proposta di legge di ridurre l’età della pensione per i magistrati da 70 anni a sessanta.
Sarebbe stato un bel colpo di scopa che avrebbe condotto alla decimazione dei magistrati ed all’inserimento di una nuova leva scelta dai Fratelli Mussulmani.
Si sono dimessi il Consigliere del Presidente per gli affari giuridici, il ministro della giustizia e i magistrati stanno organizzando manifestazioni a getto continuo.
L’opera di delegittimazione di Morsi, sempre meno in grado di gestire la situazione, continua .
Anche qui in Egitto sta nascendo una opposizione che , ad esempio, in Italia non ci fu quando – D’Alema consule – l’Aise, servizio segreto per l’estero, fu epurata mandando via tutti gli agenti con venti anni di servizio e consentendo l’assunzione di seicento ragazzini raccomandati e super pagati che hanno dimostrato quel che valgono e votato per chi sappiamo.
IL SECONDO FRONTE È LA SIRIA:
fin dal 2007 il giornalista Seymour Hersh vincitore di un Pulitzer scriveva sul New Yorker un articolo dal titolo: “The Redirection: Is the Administration’s new policy benefiting our enemies in the war on terror? “ spiegando che, ” per indebolire l’Iran che è a predominanza sciita, l’Amministrazione Bush ha riconfigurato le sue priorità nel Medio Oriente, collaborando in Libano con il governo saudita, che è sunnita, in operazioni clandestine tese a indebolire Hezbollah l’organizzazione spalleggiata dall’Iran. ( sarebbe bastato non regalare l’Irak agli Ayatollah. NdR).
Seymour prosegue:
“Gli USA hanno anche preso parte in operazioni clandestine mirate all’Iran ed al suo alleato siriano.
A by-product of these activities has been the bolstering of Sunni extremist groups that espouse a militant vision of Islam and are hostile to America and sympathetic to Al Qaeda.”.
Da allora, il coinvolgimento è stato crescente fino all’invio di oltre 3000 tonnellate di armi dalla Croazia ( vedi post del 1 marzo ” Croazia in imbarazzo. Gli Stati Uniti spifferano tutto mettendoli in difficoltà”) poche settimane fa, benché lo stesso New York Times ammetta ( il 27 aprile) che ” in tutta la Siria non esistono gruppi armati non confessionali“
I democratici, cioè, non esistono: le armi vanno a Al Kaida ed alle formazioni ad essa affiliate.
In questi giorni, gruppi interessati a mettere in difficoltà l’Amministrazione Obama, il governo inglese e una frazione israeliana, hanno messo in atto una campagna mirante a forzare la mano al presidente e provocare un intervento in Siria, oppure dimostrare che le promesse USA di intervento a difesa degli alleati ( Israele, Corea del sud, Giappone) non sono credibili.
A dodici anni di distanza si ritrova a New York ” un pezzo del carrello di uno degli aerei dell’11 settembre” e parte una campagna stampa internazionale mirante a far credere che la Siria abbia fatto uso di gas ( il Sarin) e che quindi il governo americano – come da promessa – deve intervenire militarmente o accettare la qualifica di inaffidabilità.
Le fonti di intelligence sono le stesse che annunziarono che l’Irak aveva le armi di distruzione di massa: l’intelligence inglese ( lo steso dell’uranio comprato in Niger…) e quello israeliano ( non il capo, ma un subordinato il generale Itai Brun in margine a un convegno pubblico su altro argomento), hanno dato risalto a questa balla.
In realtà l’accusa è tecnicamente indimostrabile e irrealistica. Non ci sono prove, esistono solo le dichiarazioni ufficiali di organizzazioni addette alla disinformazione e già colte in fallo più di una volta.
Negli USA il Pentagono ha chiesto prove concrete, mentre i media continuano a dire che la ” intelligence community” ( che non essendo un ente, ma una locuzione, non può smentire) sostiene il contrario.
Sono in possesso dell’ ” Worldwide Threat Assessment of The US intelligence community” emesso dal DNI ( director of National intelligence) James R. Clapper in data 12 Marzo2013
e non vi è alcuna accusa in tal senso.La ragione di questa campagna è presto detta: l’esercito lealista siriano è militarmente vittorioso su tutti i fronti e le ” larghe parti di territorio sotto controllo dell’ ESL” millantate dalla propaganda occidentale sono prevalentemente desertiche o abitate da nomadi. Anche questi due elementi ( la non necessita e le zone desertiche) rafforza nella convinzione che il gas non è stato usato.
Era necessaria una controffensiva politica occidentale mirante a fermare o rallentare il negoziato politico la cui chiusura in questo momento sarebbe clamorosamente favorevole a Assad.
Per far convertire la Francia, i sauditi hanno intavolato trattative per forniture militari con una missione francese , ma per non togliere nulla agli angloamericani che riforniscono aeronautica ed esercito, hanno deciso – almeno così dicono – di rafforzare …la Marina mediante la creazione di due basi navali nelle isole di Fersan e di Ras Moheïsin e l’acquisto di quattro sottomarini.
Per far capire alla Francia che esiste il bastone oltre alla carota, qualcuno ha messo una bomba al l’ambasciata francese in Libia, unico territorio saldamente in mano fondamentalista, ( vedi mio post del 20 aprile su “Africa del Nord ecc” a Nicolas Sarkozy ed alla cara Hilary che, passato il timore di una incriminazione per i fatti di Benghazi è perfettamente guarita.
Non così i quattro americani che ci hanno rimesso la pelle.
© di Antonio de Martini
fonte: http://corrieredellacollera.com
Nessun commento:
Posta un commento