Ringraziamo il nostro amico Andras Kovacs, che ci ha inviato questa traduzione di un articolo tratto dal sito del Governo ungherese. Come è noto (vedi su Avvenire),
il Consiglio di Stato francese ha deciso che la croce che sovrasta il
monumento di Giovanni Paolo II che si trova nella città di Ploermel, in
Bretagna, va rimossa perché viola la legge del 1905 sulla separazione
tra Stato e Chiesa. Il Governo ungherese, per bocca del suo Ministro
degli Esteri, ha dichiarato la disponibilità a trasportare questa croce
in Ungheria, a proprie spese, e ad esporla in una scuola. Il Ministro
non ha mancato di sottolineare che l’Europa non può e non deve rinnegare
le sue radici cristiane, la sua stessa identità.
La nostra gratitudine va quindi anche al Governo ungherese, guidato
da Viktor Orban, ai suoi ministri e al popolo ungherese, che ancora una
volta dimostrano di essere un faro di civiltà in questa Europa che corre
verso il suicidio.
Il
governo ungherese è disponibile ad assumersi le spese e gli oneri
amministrativi necessari per poter trasportare in Ungheria la croce
destinata ad essere tolta dalla statua del papa Giovanni Paolo II nella
città di Ploermel, se il municipio francese è d’accordo – ha dichiarato
Péter Szijjártó, Ministro degli Esteri e Dell’Economia Estera.
Il Ministro ha spiegato che attraverso l’Ambasciata di Parigi hanno
contattato l’ente governativo della cittadina di Bretagna, ma che finora
non hanno avuto nessuna risposta. Ha aggiunto che la croce sarebbe
accolta dalla Scuola Elementare e Secondaria San Benedetto di Budaörs.
Péter Szijjártó non ha voluto commentare la decisione del Consiglio
di Stato secondo la quale bisogna togliere la croce, ma ha spiegato che
dal punto di vista del futuro dell’Europa ogni decisione che riguarda la
soppressione del cristianesimo con riferimento alla tolleranza in modo
ipocrita e che ordina la rimozione dei simboli cristiani è “molto
dannosa”.
Secondo il Ministro “l’incredibile indulgenza” diretta a sopprimere
il cristianesimo è contraria agli interessi dell’Europa. Questi passi –
come ha dichiarato – sono da considerare delle misure per annientare la
civilizzazione e la cultura del continente. Ha aggiunto: nei nostri
giorni si aprono delle questioni che prima non erano neanche ritenute
degne di essere aperte perché pochi mettono in dubbio –
indipendentemente dall’appartenenza religiosa – che il cristianesimo è
una parte determinante della cultura europea. È proprio vero che nel 21°
secolo in Europa facciamo togliere un simbolo cristiano? C’è libertà di
religione per tutti, tranne per i cristiani? – ha chiesto Péter
Szijjártó e ha chiamato queste domande “questioni di destino”.
Il Ministro ha sottolineato che la natura cristiana dell’Europa deve
essere preservata e chi viene qua deve accettare e rispettare le leggi
locali e le tradizioni degli abitanti.
Secondo Péter Szijjártó l’immigrazione illegale mette in pericolo la
natura cristiana dell’Europa perché il diventare un paese di immigrati
ha come conseguenza che chi arriva, prima o poi vorrà sovrascrivere le
regole locali.
Rispondendo ad una domanda ha fatto sapere che gli ungheresi
registrati alla protezione consolare a New York non hanno subito danni
nell’atto terroristico di martedì. Come ha spiegato, tanti però non
hanno chiesto questo tipo di aiuto, per questo il Ministro ha chiesto a
chi deve viaggiare all’estero o a chi vive all’estero di registrarsi per
una protezione consolare.
Péter Szijjártó ha sottolineato anche il fatto che il successo
dell’azione militare internazionale comporta anche dei pericoli perché
una parte dei “terroristi assetati di vendetta” vorrebbe venire in
Europa. La prevenzione in parte è una questione dei servizi segreti, in
parte la difesa dei confini perché se “non facciamo entrare nessuno
illegalmente, allora non facciamo entrare neanche i terroristi” – ha
aggiunto.
1- fonte: http://www.kormany.hu/hu/kulgazdasagi-es-kulugyminiszterium/hirek/a-kormany-segit-a-franciaorszagban-lebontando-kereszt-magyarorszagra-szallitasaban
2- fonte: https://www.riscossacristiana.it
Nessun commento:
Posta un commento