Politica 12.01.2019 - Gianandrea Gaiani
La soluzione del caso Sea Watch/Sea Eye, le navi delle Ong tedesca e olandese che si sono riuscite a imporre a 8 Stati europei di accogliere una cinquantina di migranti illegali è solo apparentemente umanitaria. In realtà, come dimostrano i dati, la politica italiana dei porti chiusi aveva contribuito più di ogni altra cosa a ridurre il traffico di clandestini. Dunque aveva anche ridotto il numero dei morti in mare. Ora è stato lanciato un segnale di ambiguità. Se i porti sono anche "un po' aperti" ne approfitteranno soprattutto gli scafisti, pronti a dare illusioni a buon mercato e a mandare altri emigranti illegali allo sbaraglio.
La soluzione del caso Sea Watch/Sea Eye, le navi delle Ong tedesca e olandese che si sono riuscite a imporre a 8 Stati europei di accogliere una cinquantina di migranti illegali è solo apparentemente umanitaria. In realtà, come dimostrano i dati, la politica italiana dei porti chiusi aveva contribuito più di ogni altra cosa a ridurre il traffico di clandestini. Dunque aveva anche ridotto il numero dei morti in mare. Ora è stato lanciato un segnale di ambiguità. Se i porti sono anche "un po' aperti" ne approfitteranno soprattutto gli scafisti, pronti a dare illusioni a buon mercato e a mandare altri emigranti illegali allo sbaraglio.
La soluzione del caso
Sea Watch/Sea Eye, le navi delle Ong tedesca e olandese che si sono
riuscite a imporre a 8 Stati europei di accogliere una cinquantina di
migranti illegali raccolti dalle due navi direttamente dai trafficanti
di fronte alle coste libiche lascia aperti molti interrogativi.
Oltre ad aver inasprito il confronto politico
interno all’Italia e al suo esecutivo, la decisione del premier Giuseppe
Conte di accogliere una decina di persone non modificherà probabilmente
la linea dura dell’Italia voluta da vice premier e ministro Matteo
Salvini ma ha comunque la grave conseguenza di alterarne la
percezione. Certo il ministro dell’Interno ha ottenuto che prima di
accogliere i migranti illegali della Sea Watch, che saranno a carico
della Chiesa Valdese (almeno finchè non decideranno di fuggire come
hanno fatto quasi tutti gli eritrei sbarcati dal pattugliatore della
Guardia Costiera Diciotti nell’ottobre scorso), vengano realmente
trasferiti ai partner europei circa 500 clandestini sbarcati in Italia
negli ultimi mesi s condizione che altri Stati se ne facessero
carico. L’aspetto grave non è solo che Conte abbia ceduto alle pressioni
degli ambienti immigrazionisti italiani ed europei ma che abbia
accettato uno sbarco di clandestini che rischia di compromettere la
fruttuosa politica dei “porti chiusi” di Salvini.
Nell’anno appena conclusosi sono sbarcati sulle
nostre coste 23.370 migranti, l’80,42% in meno rispetto al 2017 (quando
furono 119.369) e l’87,12% in meno rispetto al 2016
(181.436). Decremento ancora più considerevole se si prende in
considerazione il solo numero di quelli provenienti dalla Libia: 12.977
dal 1° gennaio al 31 dicembre, l’87,90% in meno rispetto al 2017 e il
92,85% in meno rispetto al 2016. Se si evidenzia che circa il 60% degli
sbarcati nel 2018 ha raggiunto l’Italia quando era ancora in carica il
governo Gentiloni e che nel 2018 sono cresciute anche le espulsioni
realmente effettuate dall’Italia il successo di Salvini è ancora più
significativo. Un successo ammesso anche dall’agenzia Ue per le
frontiere Frontex che nel 2018 ha registrato “solo” 150mila immigrati
illegali nel Mediterraneo (il livello più basso degli ultimi 5 anni con
un – 92% rispetto al 2015) che per lo più hanno raggiunto la Grecia
dalla vicinissima Turchia e la Spagna attraverso la rotta
marocchina. Rabat del resto sembra chiudere un occhio nei confronti
delle partenze dalle sue coste, gestite da cosche malavitose concorrenti
del clan libici, con il dichiarato obiettivo di ottenere dalla Ue gli
stessi fondi (3+3 miliardi di euro) pagati dall’Europa alla Turchia per
fermare l’esodo sulla rotta “balcanica”.
La chiusura dei porti quindi “paga” anche in termini di vite umane
poiché l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha reso
noto a fine anno che il numero di migranti morti cercando di
attraversare il Mar Mediterraneo è sceso del 28% nel 2018 rispetto
all’anno precedente: 2.262 contro 3.139. Sul piano politico si può
interpretare la decisione di Conte di accogliere alcuni clandestini
imbarcati sulla Sea Watch come il tentativo di sabotare il successo di
Salvini e della Lega, ma in termini di sicurezza il fatto che diversi
Stati europei si arrendano alle Ong preannuncia ben altri potenziali
problemi.
Innanzitutto l’Europa riconosce il problema
determinato dall’immigrazione illegale, ma permette che venga gestito da
soggetti privati e con interessi diversi dagli Stati. Basti pensare che
la soluzione, che anche il governo tedesco aveva caldeggiato, cioè
sbarcare in Libia i migranti illegali che sarebbero stati accolti e
rimpatriati dalle agenzie dell’Onu, è tato respinto dalle Ong
determinate ideologicamente a portare i clandestini in Europa. Inoltre
ora che è stato dimostrato che i porti italiani sono ancora “un po’
aperti” possiamo aspettarci altri arrivi di clandestini trasbordati
direttamente sulle navi delle Ong dai trafficanti replicando quindi lo
stesso schema adottato da Sea Watch e Sea Eye. La convergenza di
interessi tra Ong e trafficanti determinerà altri casi simili
incoraggiando così il business dei criminali che riusciranno a vendere
“altri biglietti” per il viaggio su barconi e gommoni. Uno scenario
quanto mai grave specie ora che le indagini sui “barchini
fantasma" salpati dalla Tunisia ci hanno fornito ulteriori conferme che
con i clandestini arrivano dall’Africa in Italia anche molti fuorilegge e
jihadisti.
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