Fa ancora discutere l’assurda morte del giovane Luca Varani, ucciso a coltellate e martellate dai due gay Marco Prato e Manuel Foffo dopo essersi rifiutato di un rapporto sessuale a tre.
In poche settimane si parla di un altro omicidio
– dopo quella della professoressa Gloria Rosboch per mano di Gabriele
Defilippi e del suo compagno – compiuto da due omosessuali. Questo
dovrebbe far riflettere quanti attribuiscono il valore di una violenza o
di un assassinio in base al sesso o all’orientamento sessuale del
killer o della vittima: la morte è sempre uguale e la rilevanza penale dovrebbe essere trattata allo stesso modo.
Se Manuel Foffo ha confessato la tragica serata a base di vodka e cocaina conclusa con le sevizie e la morte di Luca Varani,
occorre precisare che Marco Prato dev’essere ancora ascoltato dagli
inquirenti dal momento che è stato ritrovato nella stanza di un hotel di
piazza Bologna privo di sensi dove ha provato a togliersi la vita.
I due, secondo il racconto di Manuel Foffo, dopo aver sniffato 10
grammi di cocaina avrebbero stretto un patto criminale con l’obiettivo
di uccidere qualcuno per vedere l’effetto che fa. E lo scenario in cui è
stato ritrovato Luca Varani è difficilmente immaginabile: “Circostanze inquietanti” le ha definite il Colonnello dei Carabinieri Giuseppe Donnarumma,
comandante del Reparto operativo di Roma. Sangue dappertutto, il corpo
della vittima nudo e sfigurato dalle martellate in testa, i segni delle
coltellate sul corpo, con quella letale piantata nel cuore. Difficile
ipotizzare che tutto questo sia stato compiuto da una persona sola. Ad avvalorare l’ipotesi di una presunta eterofobia da parte di Marco Prato c’è la testimonianza di un omosessuale sul sito gay.it (leggi qui). “Una
sera io e il mio compagno andammo a casa sua. Il suo amico era etero ma
sembrava disposto a fare sesso a quattro. Poi spuntò fuori la cocaina…
Tantissima. Era chiaro che Marco Prato aveva tanti soldi. Io e l’amico
che era con me non ne facciamo uso… volevamo fare solo del sano sesso“.
L’amico di Marco Prato, però, sosteneva di essere eterosessuale: “Diceva
di esserlo, ma sembrava come ipnotizzato da quel Marco Prato che era un
grande manipolatore. Mi piacque davvero poco come persona: era chiaro
che si divertiva a coinvolgere ragazzi etero con la scusa della droga
per manipolarseli e fare giochi erotici. Gli faceva il lavaggio del
cervello e questi ci cascavano: così almeno fu in quell’occasione“.
E forse è stato così anche per la morte di Luca Varani.
Tragicamente profetiche sembrano le parole scritte su Facebook da Marco
Prato a settembre scorso: “Roma sta morendo, e sentirne le grida
agonizzanti è davvero straziante!”. Chissà se anche le urla di Luca
Varani fossero così strazianti.
Luca Cirimbilla -
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