L'intervento militare in Libia del 19 marzo 2011 ...
Un articolo del giugno 2011 e Hugo Chavez in una conferenza stampa del 8 ottobre 2012.
Sebbene questa analisi sia difettosa
per molti aspetti, non ultimo la pretesa basata sul nulla che Gheddafi
sia stato portato al potere dalla CIA, viene ripreso qui a scopo
informativo, in modo che i lettori possano condurre le loro ricerche e
dedurre con la propria testa.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha iniziato la guerra di Libia – che cosa lo ha spinto a rischiare la posta?
E’ chiaro che senza il suo personale intervento ci sarebbero state pochissime possibilità che ciò sarebbe successo. Solo i bambini piccoli e le poco simpatiche beghine sono inclini a credere che ciò abbia soltanto a che fare col benessere del popolo libico. Se così fosse, la Francia e la NATO sarebbero in guerra con mezzo mondo, inclusi esse stesse, per quello che fanno ai civili in Afghanistan. La storia del rapporto di Gheddafi con l’occidente, e gli Stati Uniti in particolare, è roba da pulp fiction. Nel 1969 la CIA, sotto il neoeletto presidente Nixon, l’aiutò a rovesciare il fantoccio degli inglesi re Idris, dal nuovo regno petrolifero. Scelsero la persona sbagliata. La prima cosa che fece fu di chiudere la base aerea statunitense Wheelus e invitare i sovietici. Così, naturalmente, a tempo debito divenne il ‘Cane Pazzo’ del presidente Reagan e il nostro nemico indicibile. Alla fine stipulò un accordo con l’amministrazione Bush 2 ed è diventato il nostro amico. Tutte le nazioni dell’occidente sono andate a bussare alla sua porta per vendergli tutto ciò che non era vietato, incluse le armi che sono ora impegnati a far saltare in aria. Nel 2007 è stato accolto a Parigi per cinque giorni, ed ebbe anche il permesso di piantare la sua tenda nei giardini dell’Eliseo. Obama si è accompagnato con lui e vi sono foto allegre in cui lui stringe sorridente la mano a Hillary Clinton, nel 2009. Gli italiani con Berlusconi hanno firmato un trattato di amicizia e di fatto si sono scusati con lui e lo hanno risarcito solo tre anni fa, per la feroce guerra coloniale in cui decine di migliaia di libici morirono. Poi, in un batter d’occhio è di nuovo il cane pazzo e riceve un trattamento tipo Iraq.
E’ stato un belligerante (citato erroneamente e in modo selettivo) discorso diretto ai ribelli, che ha dato al presidente francese l’occasione fuggevole di intervenire nella rivolta in Libia, che non ha perso. La sua pretesa di essere preoccupato per la popolazione della Libia e ‘di proteggere la popolazione civile’, mal si rapporta con la relazione del solitamente ben informato quotidiano Canard enchaîné, secondo cui agenti dei servizi segreti francesi sono stati attivi nel fomentare la ribellione in Libia, ben prima dello scoppio delle ostilità. Gheddafi ha elevato il tenore di vita del suo popolo a una delle più alte in Africa, e quindi la tenace ribellione è apparsa come qualcosa di sorprendente. Il “Fratello leader” non era amato da tutto il suo popolo, ma la cosa sembra terribilmente un altro caso di uso occidentale dei servizi segreti per infiammare una situazione, per poi urlare all’aiuto dei vigili del fuoco militari, nel caos che inevitabilmente ne deriva. Ad un livello molto profondo, Sarkozy agisce in qualità di sobillatore per conto di Obama, o di qualche altro elemento dei circoli governativi degli Stati Uniti? Comunque sia, Sarkozy ha colto l’attimo fuggente e, attraverso il mezzo poco ortodosso dell’intellettuale Bernard Henri-Lévi, ha incontrato e poi concesso ai ribelli di Bengasi il riconoscimento diplomatico. La Risoluzione 1973 è stata poi codificata attraverso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che autorizzava la no-fly zone per proteggere la popolazione civile e chiedeva un cessate il fuoco. In particolare Brasile, India, Cina, Russia e Germania si sono astenuti – una grossa fetta dell’opinione internazionale.
Solo nove giorni dopo l’iniziativa francese di Sarkozy si era trasformata in un vero e proprio attacco aereo della NATO in Libia, con l’obiettivo dichiarato della difesa della popolazione civile, della libera circolazione degli aiuti umanitari e del rientro forzato dell’esercito libico in caserma. Hanno fatto seguito alcuni tentativi, piuttosto rozzi, di assassinare Gheddafi, che hanno provocato la morte di uno dei figli e di altri membri della famiglia. Non è passato molto tempo prima che i leader della NATO e il presidente Sarkozy, parlassero dell’inevitabilità del cambio di regime. Tutte le altre considerazioni, a parte il ‘tornare in caserma’ dell’esercito libico e il cambio di regime, condite dai tentativi di omicidio, sembrano andare molto al di là di un ‘cessate il fuoco e proteggere i civili’, come il governo russo non ha tardato a sottolineare. Ora ad esso si sono aggiunti il Sud Africa e altri paesi dell’Unione Africana. Va crescendo la brutta consapevolezza che i colonialisti siano tornati per una vendetta, mentre un vero e proprio, anche se eccentrico, alleato e sostenitore finanziario viene linciato e perduto per sempre. Nel frattempo, gran parte dei media francesi almeno mette sfacciatamente avanti l’idea che il cambio di regime sia stata la missione originale delle Nazioni Unite.
Il primo problema di Gheddafi è che la Libia è un Paese in una grande posizione strategica e con deboli difese, una piccola popolazione seduta in cima a enormi e assai ambite riserve di petrolio e di gas. Da quando rovesciò re Idris nel 1969, come focoso giovane ufficiale dell’esercito nazionalista e socialista, ha sconvolto molti popoli e Paesi, perfino definendo i monarchi del Golfo arabo ‘un pugno di donne grasse corrotte’. E’ sopravvissuto ai tentativi occidentali di spodestarlo e, una volta almeno, nel 1986, di ucciderlo. Non ha esitato a restituire tali complimenti con attacchi terroristici. Inoltre, sembrerebbe essere stato deliberatamente incolpato di certi atti di terrorismo, per i quali non era responsabile. Il suo isolamento è aumentato per la sua ostilità ai fondamentalisti islamici. Inoltre, ha usato la sua ricchezza petrolifera per finanziare l’Unione Africana, a scapito dell’Unione per il Mediterraneo, d’ispirazione della NATO, di Sarkozy e degli USA dei neo-con, e l’ha incoraggiata ad essere il più indipendente possibile dall’occidente. Gran parte delle ingenti somme di denaro sequestrate dalle nazioni occidentali, durante la guerra, aveva lo scopo di finanziarne le iniziative in Africa. Ha anche finanziato un sistema telefonico satellitare africano indipendente, con l’obiettivo di ridurre il costo delle telefonate in Africa, le più alte al mondo. Questo è presumibilmente costato alle imprese europee 500 milioni di euro all’anno di ricavi. Ha preso in considerazione la nazionalizzazione dell’industria del petrolio e rinegoziato i contratti. Forse la cosa peggiore di tutto ciò che ha proposto era una nuova valuta pan-africana basata sull’oro, e aver minacciato di chiedere il pagamento del petrolio con esso, piuttosto che col dollaro. Questo avrebbe seriamente messo in imbarazzo il già traballante regime del dollaro degli Stati Uniti, ma anche la moneta nella ex Africa Occidentale Francese, il franco CFA legato al franco francese.
Gli Stati Uniti, per usare un eufemismo, non tollerano facilmente i piccoli Paesi provocatori ed hanno la memoria lunga. Non vi preoccupate della popolazione civile, il trattamento della NATO dispensato alla Libia, a Gheddafi e alla sua famiglia è un terribile avvertimento ad altri potenziali leader dallo spirito indipendente che avessero idee di eccessiva indipendenza in futuro. Non c’è dubbio che i falchi della guerra di Washington non hanno dimenticato gli anni della sfida e della cacciata da Wheelus, nel 1969. Se tutto va bene per la NATO, l”amor proprio’ degli Stati Uniti sarà vendicato e il colonnello scomodo sostituito da un governo più compiacente su petrolio e valuta, à la Arabia Saudita. Più mortale di tutti per il turbolento colonnello, i suoi due nemici di piombo, Sarkozy e Obama, affronteranno aspre elezioni il prossimo anno. Alla testa di una coalizione traballante, Cameron in Gran Bretagna potrebbe affrontarle in qualsiasi momento. Ora che la battaglia è iniziata, per tutto questo il “Fratello leader” deve aspettarsi un trattamento completo. Non sarebbe auspicabile che gli elettori abbiano l’idea che i loro leader siano stati presi in giro, ancora una volta, dall’astuto libico. Allo stesso tempo, la domanda che ci si pone è se l’esplosione improvvisa della primavera araba, così a lungo spietatamente ed efficacemente soppressa con il pieno appoggio occidentale, sia essenzialmente un tentativo di Obama, attraverso la sua vasta organizzazione dei servizi segreti, di migliorare le sue probabilità elettorali davanti a dei sempre più critici elettori democratici, liquidando i vecchi e imbarazzanti dittatori alleati, mantenendo allo stesso tempo, naturalmente, il telecontrollo politico? Lo sforzo determinato ad eliminare Gheddafi si adatterebbe a questo modello. Come dimostrerebbe il fatto che i servizi segreti francesi sono stati chiaramente colti completamente di sorpresa dal primo focolaio in Tunisia. Per inciso, il leader libico non è aiutato dal fatto che sia il segretario generale dell’ONU, Ban Ki Moon, che il procuratore della Corte Penale Internazionale, Luis Moreno-Ocampo, cercano di essere ri-nominati nel 2012, e sono quindi particolarmente esposti alle pressioni di essere ‘utili’.
Ma perché una tale evidente, improvvisa e potenzialmente imbarazzante inversione a U occidentale? Un più graduale e sottile cambio di marcia avrebbe certamente esposto il cinismo occidentale meno brutalmente ad una sempre più scettica opinione pubblica internazionale non-NATO, e persino nella NATO. Potrebbe essere che la motivazione di Sarkozy per l’attivazione di questo colpo di Stato militare e diplomatico sia nata quando ha avuto l’acuta consapevolezza dell’opportunità unica di rovesciare Gheddafi, ma combinata con la consapevolezza, altrettanta acuta, che uno tsunami finanziario potrebbe gravemente compromettere la capacità degli Stati Uniti e della NATO di portare a termine tali acrobazie politico-militari in futuro, nel cui frattempo, l’astuto leader libico avrebbe potuto mettersi in una posizione in cui sarebbe stato troppo forte per essere abbattuto. I punti di vista avanzati dal dr. Ron Paul e il recente voto della Camera dei Rappresentanti statunitense contro la guerra libica, sembrano sostenere questa idea. Più in generale, Sarkozy come istigatore di tutto ciò resta nell’ombra davanti all’ancora militarmente onnipotenti Stati Uniti, cosa importante per le imprese e gli interessi diplomatici francesi nel mondo. Inoltre, ognuno ha ormai dimenticato le imbarazzanti prestazioni tunisine del suo governo e le dimissioni per il fiasco della ministra degli esteri Alliot-Marie. La Francia si sbarazza di una fastidiosa influenza in France-Afrique. Infine, a rischio di sembrare una nota cinica, se dopo tutto questo perde le elezioni presidenziali nel 2012, potrebbe sistemarsi come un Blair dai profitti multi-milionari, tanto simpatico ai neo-con e agli uomini d’affari negli Stati Uniti da poter anche subentrare all’ex-Primo Ministro britannico come inviato di pace in Medio Oriente, o anche vincere il premio Nobel per la Pace.
Robert Harneis è un giornalista politico di Strasburgo
Traduzione di Alessandro Lattanzio
Robert Harneis - 24/06/2011
fonte: https://aurorasito.wordpress.com
Chavez sulle crisi provocate in Siria e in Libia, le Corporations, Le Banche e il Nuovo Imperialism.
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