La Corte di Appello di Tripoli ha bloccato ieri l’intesa raggiunta (ma finora mai applicata) tra Italia e Libia il 2 febbraio sui migranti firmata a Roma dal premier Fayez al Serraj e dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Lo ha riferito il sito del quotidiano Libya Herald sottolineando che
non è chiaro al momento quale impatto avrà questa sentenza sull’impegno
dell’Ue ad aiutare la Libia ad affrontare il dossier migranti e
soprattutto nell’addestramento che la Marina Italiana impartisce alla
Guardia Costiera libica (90 uomini già addestrati e 500 inseriti nel
programma)
L’istanza è stata presentato da sei politici locali incluso l’ex
ministro della Giustizia, Salah Al-Marghani, che hanno messo in
discussione non solo il contenuto del cosiddetto ‘memorandum of
understanding’, che prevede, tra l’altro, il rimpatrio dei migranti
intercettati nel Mediterraneo attraverso campi di transito in Libia, ma
la stessa titolarità del premier del governo di unità nazionale (GNA) a
firmare un accordo di questo tipo con uno Stato straniero.
Un’osservazione giustificata sul piano formale dal fatto che il
governo di al-Sarraj non ha mai ottenuto la prevista fiducia dal
Parlamento di Tobruk (che sostiene il governo di Abdullah al Thani e
l’Esercito Nazionale Libico del maresciallo Khalifa Haftar) senza la
quale non ha nessuna legittimità.
I giudici hanno quindi sospeso ogni ulteriore negoziato sulla base
dell’intesa sottoscritta il 2 febbraio scorso. Intesa grazie alla quale
l’Ue aveva stanziato 215 milioni di dollari (ma al-Sarraj a Roma ha
detto di volerne 800) per rafforzare la guardia costiera libica e
migliorare le condizione dei campi dei migranti nel Paese.
Di fatto quindi l’accordo con la Libia tanto sbandierato dal governo
italiano non è solo basato su presupposti inconsistenti ma è pure carta
straccia. Non a caso i flussi di immigrati illegali sono in continuo
incremento anche rispetto ai numeri record (181.500 sbarcati) dell’anno
scorso.
Foto: Marina Militare
redazione 24 marzo 2017
fonte: http://www.analisidifesa.it
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