In
realtà la maggioranza dovrebbe pensare al Paese, al governo dei
problemi collettivi, a varare una legge di stabilità seria e concreta.
Invece pensa a dare spettacolo, quello al quale tutti assistiamo da
settimane, anzi da mesi, anzi per dirla tutta da un anno. Da quando
cioè, dopo la batosta sul Referendum costituzionale, anziché portarci al
voto, ci hanno obbligati al Governo Gentiloni. Il terzo Esecutivo non
eletto, il terzo premier non scelto dagli italiani, la terza maggioranza
trasformista, rabberciata in Parlamento, pur di tirare avanti.
Se la gente aveva qualche dubbio sulla capacità del centrosinistra, più gli alfaniani e i verdiniani, di governare il Paese, se lo è tolto. Come se non fossero bastati tre anni con Matteo Renzi per dissipare risorse, per riempire l’Italia di immigrati sconosciuti e perdere l’occasione della politica accomodante di Mario Draghi. In buona sostanza, serviva la ciliegina sulla torta dello spettacolo che può offrire il centrosinistra al Governo e puntualmente la ciliegina è arrivata. Liti, insolenze, tranelli, accuse, ultimatum, rotture e ulteriori prese in giro alla gente, che di ben altro avrebbe bisogno. Per farla breve, era esattamente ciò che serviva al Paese nell’ultimo anno di legislatura per chiudere in bellezza.
Eppure, parlano di successi, di benessere ritrovato e di un’Italia fuori dal tunnel della crisi e dei guai. Roba da non credere. La realtà è che, a fronte di una crescita del Pil, che è solo congiunturale per merito della Bce, il disastro del Paese è rimasto intatto. Tutto è tale e quale a prima, a parte qualche provvedimento elettorale e una legge di stabilità che si annuncia ideale per tirare la volata al voto di primavera. Questo ha dimostrato il centrosinistra; questo sta dimostrando con lo spettacolo al quale assistiamo. Non c’è italiano, crediamo, che non si renda conto di quanto Governo e maggioranza stiano pensando ai fatti loro, agli interessi di bottega e a come tornare in Parlamento.
Come se non bastasse, nella legge di stabilità si sono trovati e si stanno trovando soldi solo in funzione del consenso, piuttosto che delle necessità. Assunzioni statali, aumenti al settore pubblico, qualche bonus di favore; insomma, tutto ciò che veramente serve al Paese per ripartire. Raramente nella storia repubblicana si è assistito a un fine legislatura tanto teatrale quanto negativo. Per non parlare dello Ius soli che, ove fosse approvato, ci darebbe il colpo di grazia.
Hanno fallito, questa è l’unica verità. Il centrosinistra con l’aiuto di qualche drappello eletto nel centrodestra e passato dall’altra parte ha buttato alle ortiche lo straordinario lavoro della Bce. Infatti, siamo tra gli ultimi posti in Europa per crescita, sviluppo, occupazione, giustizia, sanità, previdenza e fisco. Altro che successi e vittorie. Facciano pure e provino ancora a suggestionarci con effluvi di polvere di stelle. Il sipario sta calando e la primavera è vicina, molto vicina.
Se la gente aveva qualche dubbio sulla capacità del centrosinistra, più gli alfaniani e i verdiniani, di governare il Paese, se lo è tolto. Come se non fossero bastati tre anni con Matteo Renzi per dissipare risorse, per riempire l’Italia di immigrati sconosciuti e perdere l’occasione della politica accomodante di Mario Draghi. In buona sostanza, serviva la ciliegina sulla torta dello spettacolo che può offrire il centrosinistra al Governo e puntualmente la ciliegina è arrivata. Liti, insolenze, tranelli, accuse, ultimatum, rotture e ulteriori prese in giro alla gente, che di ben altro avrebbe bisogno. Per farla breve, era esattamente ciò che serviva al Paese nell’ultimo anno di legislatura per chiudere in bellezza.
Eppure, parlano di successi, di benessere ritrovato e di un’Italia fuori dal tunnel della crisi e dei guai. Roba da non credere. La realtà è che, a fronte di una crescita del Pil, che è solo congiunturale per merito della Bce, il disastro del Paese è rimasto intatto. Tutto è tale e quale a prima, a parte qualche provvedimento elettorale e una legge di stabilità che si annuncia ideale per tirare la volata al voto di primavera. Questo ha dimostrato il centrosinistra; questo sta dimostrando con lo spettacolo al quale assistiamo. Non c’è italiano, crediamo, che non si renda conto di quanto Governo e maggioranza stiano pensando ai fatti loro, agli interessi di bottega e a come tornare in Parlamento.
Come se non bastasse, nella legge di stabilità si sono trovati e si stanno trovando soldi solo in funzione del consenso, piuttosto che delle necessità. Assunzioni statali, aumenti al settore pubblico, qualche bonus di favore; insomma, tutto ciò che veramente serve al Paese per ripartire. Raramente nella storia repubblicana si è assistito a un fine legislatura tanto teatrale quanto negativo. Per non parlare dello Ius soli che, ove fosse approvato, ci darebbe il colpo di grazia.
Hanno fallito, questa è l’unica verità. Il centrosinistra con l’aiuto di qualche drappello eletto nel centrodestra e passato dall’altra parte ha buttato alle ortiche lo straordinario lavoro della Bce. Infatti, siamo tra gli ultimi posti in Europa per crescita, sviluppo, occupazione, giustizia, sanità, previdenza e fisco. Altro che successi e vittorie. Facciano pure e provino ancora a suggestionarci con effluvi di polvere di stelle. Il sipario sta calando e la primavera è vicina, molto vicina.
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