Giornate colme di impegni che si dividono fra studio, sport, hobbies
e attività extrascolastiche. Riempire l'agenda di bambini è
consuetudine di molti genitori, ma bisogna fare attenzione a non
esagerare
In tempi in cui le innovazioni tecnologiche e l'estrema varietà
negli interessi scolastici e sportivi sono all'ordine del giorno, in cui
la vita diventa spesso una corsa continua fra un impegno e l'altro
prima di poter arrivare a fine serata, ecco che, anche le giornate dei
ragazzi e dei bambini "moderni", si allineano sempre più frequentemente a
questo trend, attraverso un mix di impegni, attività scolastiche ed extrascolastiche.
Ma quanto è salutare tutto ciò per la crescita, lo sviluppo e la serenità dei nostri figli? "Sicuramente offrire dei validi stimoli fin da piccoli può essere importante per lo sviluppo cognitivo ed affettivo di un bambino" risponde la Dott.ssa Giorgiana Ciocci, psicologa per l'infanzia, adolescenza e famiglia "ma se si eccede si rischia di procurare un certo stress nell'individuo seppur piccolo. Ciò può esprimersi attraverso l'insorgere di paure, di modalità aggressive o di una forte stanchezza che non influisce di certo positivamente sul rendimento scolastico."
Non dimentichiamo infatti che i bambini passano gran parte del loro tempo a scuola e necessitano per questo di una buona dose di energia. "Essere impegnati costantemente può influire sull'intero sistema mente-corpo e sui processi cognitivi, primi tra tutti sull'attenzione e sulla concentrazione" continua la dottoressa, che sottolinea un altro aspetto da non sottovalutare: riempire l'agenda di bambini o ragazzi comporta inevitabilmente un minore accesso al gioco spontaneo, determinando, di conseguenza, una gestione poco spontanea del tempo libero. "E' importante lasciare i propri figli liberi di scegliere come passare il tempo a disposizione e non pretendere che assecondino ritmi frenetici o mille attività come se fossero già adulti."
La psicologa mette in guardia sul rischio che i bambini possano perdere la capacità di abbandonarsi ad un mondo ricco di fantasia ed immaginazione che nessuna attività strutturata ed organizzata e nessun compito guidato possono in alcun modo fornire. Spesso, dietro bambini super impegnati sono presenti genitori ansiosi di vedere i propri figli competere e primeggiare rispetto ad altri, sottoponendoli a richieste di sfide o di desideri di "essere all'altezza", non appropriati all'età. "Il rischio che si corre è di crescere affiancati ad un ideale troppo elevato, verso cui il confronto risulta spesso carente. Di ciò non può che risentirne l'evoluzione di una adeguata autostima a vantaggio di una futura ansia da prestazione. E ancora, dietro bambini super impegnati, ci sono genitori che vorrebbero vedersi realizzati attraverso i propri figli, chiedendo per essi ciò che loro non hanno avuto o raggiunto. Questo è sì l'espressione dell'amore di un genitore per un figlio, ma non dimentichiamo che i desideri passati di un genitore non necessariamente coincidono con quelli di un figlio, il quale ha il diritto di scoprire i propri sogni".
Un bambino ha bisogno di sperimentarsi, di scegliere quale attività svolgere, di sbagliare, di cambiare. Ha bisogno di essere aiutato a comprendere il tempo che ha a disposizione e a gestirlo, non solo ad impegnarlo. Conclude infine la dottoressa Ciocci: "Un bambino deve giocare: da solo, con i propri coetanei, con i propri genitori, deve dare libero sfogo alla propria creatività per iniziare a tessere la tela delle proprie capacità ed inclinazioni. L'infanzia è una fase fondamentale nella vita di ogni individuo e sarebbe ingiusto confinarla a continui condizionamenti imposti dall'adulto e dalla società."
Ma quanto è salutare tutto ciò per la crescita, lo sviluppo e la serenità dei nostri figli? "Sicuramente offrire dei validi stimoli fin da piccoli può essere importante per lo sviluppo cognitivo ed affettivo di un bambino" risponde la Dott.ssa Giorgiana Ciocci, psicologa per l'infanzia, adolescenza e famiglia "ma se si eccede si rischia di procurare un certo stress nell'individuo seppur piccolo. Ciò può esprimersi attraverso l'insorgere di paure, di modalità aggressive o di una forte stanchezza che non influisce di certo positivamente sul rendimento scolastico."
Non dimentichiamo infatti che i bambini passano gran parte del loro tempo a scuola e necessitano per questo di una buona dose di energia. "Essere impegnati costantemente può influire sull'intero sistema mente-corpo e sui processi cognitivi, primi tra tutti sull'attenzione e sulla concentrazione" continua la dottoressa, che sottolinea un altro aspetto da non sottovalutare: riempire l'agenda di bambini o ragazzi comporta inevitabilmente un minore accesso al gioco spontaneo, determinando, di conseguenza, una gestione poco spontanea del tempo libero. "E' importante lasciare i propri figli liberi di scegliere come passare il tempo a disposizione e non pretendere che assecondino ritmi frenetici o mille attività come se fossero già adulti."
La psicologa mette in guardia sul rischio che i bambini possano perdere la capacità di abbandonarsi ad un mondo ricco di fantasia ed immaginazione che nessuna attività strutturata ed organizzata e nessun compito guidato possono in alcun modo fornire. Spesso, dietro bambini super impegnati sono presenti genitori ansiosi di vedere i propri figli competere e primeggiare rispetto ad altri, sottoponendoli a richieste di sfide o di desideri di "essere all'altezza", non appropriati all'età. "Il rischio che si corre è di crescere affiancati ad un ideale troppo elevato, verso cui il confronto risulta spesso carente. Di ciò non può che risentirne l'evoluzione di una adeguata autostima a vantaggio di una futura ansia da prestazione. E ancora, dietro bambini super impegnati, ci sono genitori che vorrebbero vedersi realizzati attraverso i propri figli, chiedendo per essi ciò che loro non hanno avuto o raggiunto. Questo è sì l'espressione dell'amore di un genitore per un figlio, ma non dimentichiamo che i desideri passati di un genitore non necessariamente coincidono con quelli di un figlio, il quale ha il diritto di scoprire i propri sogni".
Un bambino ha bisogno di sperimentarsi, di scegliere quale attività svolgere, di sbagliare, di cambiare. Ha bisogno di essere aiutato a comprendere il tempo che ha a disposizione e a gestirlo, non solo ad impegnarlo. Conclude infine la dottoressa Ciocci: "Un bambino deve giocare: da solo, con i propri coetanei, con i propri genitori, deve dare libero sfogo alla propria creatività per iniziare a tessere la tela delle proprie capacità ed inclinazioni. L'infanzia è una fase fondamentale nella vita di ogni individuo e sarebbe ingiusto confinarla a continui condizionamenti imposti dall'adulto e dalla società."
di Daniela Raspa (a cura di Nexta)
Fonte: http://www.lastampa.it
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