Ringraziamo il nostro amico Andras Kovacs, che ci ha inviato la traduzione di questo articolo di Ignác Károly, pubblicato sul sito aktualis.blogstar.hu
Dobbiamo
imporci contro il progetto di Soros che vuole trasformare i paesi
dell’Europa Centrale in paesi di immigrati e di cultura mista – ha detto
il primo ministro Viktor Orbán sabato al 9° congresso dell’Associazione
degli Intellettuali Cristiani, nel Parlamento.
L’ideologia dei “paesi per l’immigrazione” è il liberalismo, mentre
l’ideologia dei “paesi contro l’immigrazione” è la sovranità e
l’insegnamento sociale cristiano – ha spiegato il capo del governo. Ha
continuato: l’acquisizione del liberalismo dell’odierna Europa
Occidentale da parte degli europei del centro sarebbe un suicidio
intellettuale e alla fine entro breve tempo anche noi diventeremmo un
paese di immigrati con delle culture miste. Anche da noi esisterebbe il
terrorismo, non ci sarebbe la difesa dei confini e al posto dell’aiuto
alle famiglie, bilancerebbe la decadenza demografica “un’importazione di
popoli”.
“Il programma della creazione dei paesi di immigrati è un progetto
che nel linguaggio comune viene chiamato piano Soros, e si tratta di un
piano di azione che descrive nei dettagli come e in che modo bisogna
trasformare i paesi dell’Europa centrale – che si oppongono – in paesi
di immigrati.” – ha detto il capo del governo.
Secondo Viktor Orbán “è vietato aprire una fessura sullo scudo”,
bisogna resistere fino alle prossime elezioni, perché il governo è
pronto a difendere il futuro dell’Ungheria cristiana. “Devono accettare
tutti, anche a Bruxelles, che noi non saremo un paese di immigrati” – ha
sottolineato.
Il primo ministro ha spiegato che oggi è ancora tabù nella politica
europea dire che c’è una tensione tra i paesi pro immigrazione e quelli
contro l’immigrazione ed è la sfida storica dei leader europei la
creazione della convivenza tra questi gruppi di paesi.
“Se non ci riescono, allora questa tensione può creare un distacco
ancor più forte di quello odierno, un distacco definitivo nella storia
della politica europea.” – ha sottolineato.
Secondo il punto di vista dell’Ungheria – ha continuato – i paesi pro
immigrazione svolgono una politica estera sbagliata, hanno perso il
controllo sui propri confini e senza difendersi da una migrazione
dell’epoca moderna hanno scelto una nuovissima direzione di sviluppo.
Ha aggiunto che all’Occidente i diritti civili degli immigrati hanno
una priorità maggiore rispetto alla volontà dei cittadini europei che
non vogliono farli entrare come immigrati illegali.
Secondo le sue parole i “paesi pro immigrazione” sono il pericolo
maggiore ai valori europei, perché è in pericolo la libertà di
religione, la parità tra uomini e donne, e anche la lotta contro
l’antisemitismo perché degli immigrati nell’Europa Occidentale possiamo
dire che “non sono per niente in alleanza con il popolo dell’Antico
Testamento”.
Noi seguiamo la vecchia legge secondo la quale un paese senza confini
è come un uovo senza guscio – ha detto, precisando: l’Ungheria non
dimentica che durante la costruzione del recinto i tedeschi, gli
austriaci e i media occidentali ci giudicavano con arroganza e a livello
mondiale hanno diffuso delle calunnie – che non erano altro che una
campagna ordinata a livello centrale – contro il nostro paese.
Viktor Orbán ha sottolineato: il governo vuole un’Ungheria ungherese e
un’Europa europea, il che è possibile solo se vogliamo un’Ungheria
cristiana in un’Europa cristiana, perché solo questo ha un futuro.
Ha spiegato ancora il suo punto di vista, secondo il quale nel caso
di una migrazione, i paesi in difficoltà vanno aiutati dove sussiste il
problema e non ha senso far migrare loro qua, perché in quel modo ci
prendiamo sulle spalle anche i problemi.
Ha aggiunto che proprio con la partecipazione dei grandi paesi
europei è stata bombardata la Libia, che fino ad allora tratteneva
l’ondata degli immigrati e anche la Siria è stata rovinata grazie
all’intervento occidentale.
Circa i partiti ispirati dal cristianesimo il primo ministro ha
detto: il compito della politica cristiana non è la difesa dal
cristianesimo bensì la difesa delle forme di vita umana da esso
derivanti, come per esempio la dignità umana, la famiglia, la nazione e
le chiese. Secondo lui questo rende possibile che i partiti
democristiani ottengano più voti del numero dei fedeli nella società.
È una legge millenaria che l’Ungheria non può esistere senza dignità
umana, senza famiglie sane, senza forti legami nazionali e senza solidi
legami di fede – ha detto sottolineando: “Il governo è convinto che ciò
che è buono ai cristiani ungheresi sia buono anche all’Ungheria”.
Per quanto riguarda gli intellettuali cristiani Viktor Orbán ha
detto: “noi siamo quelle persone della società ungherese che ci vediamo
per ciò che Dio ci ha creato ed il nostro interesse non è opporci alla
volontà del Creatore, ma contrariamente, è nostro dovere osservare la
sua precisa esistenza.”
Il cristianesimo è l’eredità dell’Europa che si deve tutelare – ha
detto alla conferenza Péter Erdő, Cardinale Primate, Arcivescovo di
Esztergom-Budapest.
Péter Erdő ha sottolineato: quest’eredità può essere sprecata “come
fa il discendente stupido con l’eredità preziosa dei nonni”, ma può
anche essere rispettata e messa nel centro della nostra vita sotto
una “nuova luce”.
János Latorcai, il vicepresidente del Parlamento ha detto: l’Ungheria
di nuovo è diventata paese di frontiera. La questione dei prossimi
decenni è se cadiamo e affondiamo nelle onde della migrazione della
nuova era, oppure saremo capaci di costruire delle fortezze che non
saranno trasportate dalla corrente.
di Ignác Károly
Contatto: kovacs.andras.viktor@gmail.com
Fonte: http://aktualis.blogstar.hu/2017/09/16/orban-ki-kell-tartani-a-valasztasokig-/42515/
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