Sul tema caldo del terrorismo islamista, come d’altronde in
merito a qualunque altra seria problematica, mi aspetterei da uno
statista al Governo parole razionali e riflessioni serie. Ma quando la
scena politica nazionale è dominata dai cantastorie di professione, al
cospetto di questioni della massima gravità siamo costretti a sorbirci
l’insostenibile leggerezza di una fuffa propagandistica a dir poco
insopportabile.
Come altro definire, infatti, le altisonanti chiacchiere del Premier
Matteo Renzi all’indomani dei sanguinosi attentati di Bruxelles se non
fuffa propagandistica? Frasi ad effetto ad uso e consumo degli ingenui e
degli sprovveduti che ancora credono, secondo una mirabile definizione
di Freud sugli uomini primitivi, al potere magico della parola usata per
trasformare la realtà. Nello specifico, il Presidente del Consiglio ha
dichiarato enfaticamente che per sconfiggere il terrorismo “serve un
gigantesco investimento in cultura, sulle periferie urbane, un
investimento sociale. Bisogna mettere denari veri sulle aree urbane”. Ma
non basta, onde rincarare la dose di sciocchezze gettate in pasto al
popolo dei creduloni, Renzi ha aggiunto in tono solenne e con rima
baciata: “Il territorio si presidia con i militari, ma anche con i
maestri delle elementari”.
Ora, sarebbe il caso di informare il nostro primo ministro - alla
perenne ricerca di soluzioni stile bricolage per problemi colossali -
che la maggior parte degli attentatori dell’undici settembre, ovvero la
più grande strage terroristica della storia, si erano laureati nelle più
importanti università occidentali. In merito ai fatti di Bruxelles,
inoltre, molti osservatori hanno rilevato che le zone di residenza dei
presunti attentatori, così come il luogo dove era ubicato il loro covo
operativo, non hanno nulla a che vedere coi ghetti immaginari, in cui
vigerebbe una sorta di analfabetismo da strada, evocati dalla propaganda
renziana.
Se non ci trovassimo di fronte ad un’immane tragedia, dovremmo
liquidare con una fragorosa risata l’idea balzana di contrastare a colpi
di pubblica istruzione e di ulteriore assistenzialismo a pioggia un
drammatico fenomeno che sta insanguinando l’Europa. Da uno statista
serio e responsabile, che noi francamente non abbiamo, vorrei sentire
ben altro.
di Claudio Romiti - 26 marzo 2016
fonte: http://www.opinione.it
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