Chiamatela pure Cassandra se volete, ma questa giornalista
belga di origini marocchine ha davvero qualcosa d’incredibile: aver
letto con 10 anni di anticipo lo spettro del terrorismo nella capitale
dell’Europa. Bruxelles in effetti e le sue morti, soprattutto, vengono
da anni di allarmi e minacce. Sono i suoi quartieri periferici e
multiculturali ad aver partorito jihadisti. È dalle ferite purulente dei
suoi ghetti che sono venuti fuori i vermi del fanatismo. Morale: Salah
Abdeslam e compagni potevano essere sconfitti molto prima degli
attentati.
Cassandra è una figura della mitologia greca. È ricordata da diversi
autori greci e romani. Da Omero a Apollodoro, passando per Virgilio e
Igino. Gemella di Elena, figlia di Ecuba e di Priamo re di Troia, fu
sacerdotessa nel tempio di Apollo da cui ebbe la facoltà della
preveggenza, prevedeva terribili sventure ed era pertanto invisa a
molti. La nostra Cassandra si chiama Hind Fraihi (nella foto) ed
esattamente dieci anni fa, nel 2006, pubblica un saggio chiamato
“Undercover in Little Morocco” in cui informa dell’emergenza che arriva
dalla periferia bruxellese. Purtroppo non viene presa sul serio dalle
autorità belghe. Si infiltra per 3 mesi tra la comunità musulmana nel
sobborgo di Molenbeek, la stessa che ha visto crescere i terroristi del
13 novembre a Parigi. Per non parlare dei sanguinosi attacchi di pochi
giorni fa. Un posto come tanti dove abitano 100mila persone, ma il tasso
di disoccupazione è fisso al 25 per cento.
Si finge studentessa di sociologia. Dice agli uomini e alle donne di
Molenbeek che l’accolgono che sta preparando una tesi su questo comune.
“Vengo dal Marocco. Ho parlato con loro in arabo, mi sono guadagnata la
loro fiducia”, dice. Dietro i cancelli, superate le porte dei garage,
entra nelle sale nascoste dell’integralismo. Visita le stanze di
preghiera e comunica con molti potenziali terroristi. Documenta tutto
nel suo libro: “Ecco come a poco a poco la città è diventata un rifugio
per jihadisti”. Quando pubblica il suo libro nessuno le crede. Anzi,
viene accusata di mitomania e islamofobia. Dieci anni più tardi,
qualcosa va storto e qualcuno decide di raccontare la sua storia. La
verità è che la tragedia integralista poteva essere evitata. Dopo la
strage, infatti, non si placa il dibattito su come aumentare le misure
di sicurezza nel vecchio continente. Ci si chiede se fosse stato
possibile evitare gli attacchi. E se si fa un semplice calcolo viene
fuori un risultato preoccupante: appena 600 agenti di sicurezza sono
dislocati nella capitale belga per controllare oltre 900 potenziali
jihadisti. Un’intera generazione pronta a colpire. Stando a quanto
scrive sul Financial Times, James Blitz, il problema vero è capire se i
servizi segreti belgi abbiano o meno le risorse e le capacità necessarie
per combattere la minaccia jihadista nel proprio Paese. Si parla di
“gestione naif della sicurezza”. E Blitz scrive: “L’Europa ha una rete
di intelligence sofisticata, in cui Gran Bretagna, Germania, Francia,
Olanda e Italia giocano un ruolo da top players”. Bruxelles, in questo
quadro, è l’anello debole. Lo scontro interno tra fiamminghi e valloni
francofoni ha ormai raggiunto livelli da guerra civile. Ed è proprio in
questo vespaio che l’integralismo islamico trova il suo habitat
naturale. Non è insomma un caso che gran parte delle attività jihadiste
oggi viene pianificata proprio in Belgio.
L’anno scorso 440 foreign fighters si sono spostati dal Belgio in
Siria e Iraq. A conti fatti si tratta di 40 combattenti per milione di
abitanti. Una cifra enorme più alta di ogni altro Stato europeo. È il
quartiere di Molenbeek, la “capitale jihadista d’Europa” a preoccupare
Blitz. Fraihi è riuscita ad arrivare alla fonte prima di tutti gli
altri. Alla sorgente del jihadismo di seconda generazione. Al Dna dei
foreign fighers. Ai libri di predicazione jihadista che vengono venduti
in Belgio, ma stampati ad Amsterdam e scritti in Arabia Saudita.
I libri consigliano ai lettori insoddisfatti, mal integrati come
vendicarsi dei miscredenti. E agli stessi lettori, spesso ragazzi “che
passano troppo tempo a dormire”, si insegna a comunicare attraverso
simboli e codici segreti. Una vera e propria scuola di terrorismo.
“Alcune persone scompaiono dal radar occidentale per poi tornare come
fantasmi” fa sapere Fraihi. Questa Cassandra degli anni duemila ci aveva
avvertito, peccato non aver ascoltato la sua profezia.
di Michele Di Lollo (*) - 26 marzo 2016
(*) Articolo tratto da Rightnation
fonte: http://www.opinione.it
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