Arrivano a 321 le firme
all’appello di giuristi del Centro Studi Livatino. Fra i sottoscrittori
presidenti emeriti della Consulta, accademici, magistrati, avvocati,
notai
Il 13 gennaio il Centro studi Livatino ha reso pubblico un appello di oltre 100 giuristi – magistrati, avvocati, docenti universitari di materie giuridiche, notai di differenti fori d’Italia – per esprimere preoccupazione e critiche al disegno di legge c.d. sulle unioni civili, primo firmatario il prof. Mauro Ronco.
Nei giorni successivi e fino a oggi sono pervenute numerose altre adesioni che hanno portato le sottoscrizioni a quota 321. Fra coloro che hanno firmato in questa seconda fase ci sono quelle di presidenti o vicepresidenti emeriti della Corte Costituzionale come Riccardo Chieppa e Fernando Santosuosso, che si aggiungono a Paolo Maddalena; di docenti universitari che hanno fatto la storia dell’Accademia in Italia, come Ferrando Mantovani, Pierangelo Catalano, Ivo Caraccioli, di costituzionalisti come Luca Antonini e Felice Ancora, di civilisti come Paolo Papanti Pelletier; di magistrati ordinari con competenza specifica nel settore dei minori come Simonetta Matone, sost. procuratore gen. a Roma e M. Cristina Rizzo, procuratore della Rep. per i minorenni a Lecce, o da poco andati in congedo con immutato prestigio, come Alda Maria Vanoni, già presidente di sez. civile al Tribunale di Milano e Renato Samek Lodovici, già presidente di Corte di assise a Milano, o già componenti del Consiglio Superiore della Magistratura come Antonello Racanelli, Fabio Massimo Gallo e Francesco Mario Agnoli; di magistrati di altre giurisdizioni, come Salvatore Sfrecola, presidente di sezione della Corte dei Conti; di avvocati con incarichi rappresentativi del mondo forense, come Carlo Testa; di notai provenienti dall’intero territorio nazionale.
Il numero e l’autorevolezza delle sottoscrizioni, delle quali si allega con l’elenco completo,
conferisce peso maggiore alle critiche al ddl, e fa auspicare in un
supplemento di riflessione da parte del Parlamento. Fra le perplessità
sollevate: a) la sovrapposizione, contenuta nel ddl, del regime
matrimoniale a quello delle unioni civili, la cui sostanza fa parlare a
pieno titolo di “matrimonio” fra persone dello stesso sesso, b) il danno
per il bambino derivante dall’adozione same sex, con la eliminazione di
una delle figure di genitore e la duplicazione dell’altra, c) la
circostanza che si giungerebbe direttamente alla legittimazione
dell’utero in affitto. Col pretesto di ampliare il novero dei “diritti”,
in realtà l’approvazione del ddl moltiplicherebbe mortificazione e
danni, anzitutto alle donne e ai bambini. Per questo, in conclusione,
l’appello auspica un impegno del Legislatore e delle istituzioni per un
rilancio effettivo della famiglia e perché non si proceda oltre
nell’approvazione di leggi, come il ddl Cirinnà, ingiuste e
incostituzionali.
Per adesioni www.centrostudilivatino.it o info@centrostudilivatino.it . Per info: 329.4105375 – info@centrostudilivatino.itFoto da Shutterstock
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