Mercoledì 6 gennaio 2016 – Epifania di Nostro Signore Gesù – a casa, a Taurianova.
Accoglienza o calci in culo fino alla prima tenda beduina?
Io, nel debole dubbio, mi sono fatto portare dalla befana un paio di
anfibi militari. Di quelli rinforzati.
Siamo all’abisso e ancora non ci basta. Hanno invaso
tutta l’Europa con la faccia stanca e pietosa di chi sbarca dopo
qualche ora di traversata, con i piedi gonfi di chi si incaponisce a
marciare per giorni con lo zaino pieno di pretese. I più cretini fra noi
ci hanno creduto. I più delinquenti fra noi ci hanno investito e
guadagnato. Il progetto islamico “Prendiamoci l’Europa” è riuscito alla
grande. Ed ora siamo, noi europei, ospiti sgraditi in casa nostra.
Cose da non credere!
E, se provi a denunciare misfatti e reati commessi da questa
accozzaglia di senzalegge, c’è ancora chi, ipocritamente, ti appioppa un
convinto “Razzista!” sul groppone. Posso dirlo francamente? Me ne
fotto!
Non mi accoderò mai al gregge dei difensori ad ogni costo! Non
farò mai parte degli ospitanti felici! Non festeggerò né sbarchi, né
cammini della speranza. Continuerò, invece, a urlare il mio sdegno per
cotanta coglionaggine italica ed europea! Sono razzista per questo? Eh,
beh! Pazienza. Se ne faccia una ragione il papa, il governo, il piddì,
tutto l’associazionismo di partito.
Volete veramente aiutarli? Andate e bombardate seriamente ISIS e affini. Stanate i terroristi e ripulite africa e medioriente. Se ne avvantaggeranno loro e noi. E spenderemo meno noi. Correndo meno rischi e subendo meno danni.
Sono anni che patiamo questa invasione. Li abbiamo
accolti, vestiti, sfamati. Abbiamo dato loro casa, mentre i nostri
dormono per strada. Ci hanno sbattuto in faccia la pretesa di imporre la
loro legge nei nostri Paesi. Capre scannate in strada, mentre qui non
si può macellare se non cantando pure la ninna nanna al porco che
dobbiamo mangiare. Donne coperte come poltrone al trasloco e massacrate
di botte ad ogni piè sospinto, mentre le nostre hanno lottato per poter
decidere di se stesse. Bambini allevati con pane e odio razziale, mentre
ai nostri viene imposto di accogliere ad ogni costo chi li vorrebbe
morti.
Rifiutano il cibo che diamo loro quotidianamente e GRATUITAMENTE,
distruggono i luoghi che consegniamo loro GRATUITAMENTE per vivere e
“organizzarsi”, terrorizzano la nostra gente nei quartieri che occupano
con la spavalderia violenta, brutale, sanguinaria che fu anche dei loro
progenitori saraceni.
Insomma, tutto degenera da quando sono qui. Ma nessuno lo
dice o, meglio, se qualcuno tenta di dirlo c’è sempre uno stronzo che
cerca di imbavagliarlo.
Come succede, in queste ore, a Rosarno, dove
il pirata nero della strada, che investe due bambini di 3 e 5 anni e
scappa, viene “tutelato” dal silenzio della stampa e di certo
associazionismo. “Per la pace sociale”, dicono. Risponderei “perché
stanno per nascere nuovi centri d’accoglienza, paradiso del business
intorno agli emigrati”. E diciamola tutta!
Non dobbiamo abbassare la guardia! Non dobbiamo permettere a
nessuno di tapparci la bocca e levarci il sacrosanto diritto di
denunciare! E ci mancherebbe altro. Faremmo il loro gioco e consegneremmo definitivamente la nostra terra a chi la pretende odiandola.
Provocatoriamente vorrei chiedere alla Boldrini e alle sue
amiche di sinistra Sinistra se le donne violentate a Colonia e nelle
altre città della Germania non siano donne! O se dobbiamo considerarle bottino di guerra! Vorrei sapere dai preti accoglienti come troie di bordello
(quando ne abbiano la nobile natura) se quegli islamici drogati e
ubriachi (ma non era vietato l’alcool dal profeta?) siano da considerare
fratelli. Perché io, di fratelli stupratori, non ne voglio. Così come
non voglio fratelli pirati della strada. Nè colorati, né zingari, né
bianchi.
Vorrei chiedere agli Italiani (o a ciò che resta del
mio amato Popolo dopo i colpi di Stato firmati massoneria e Colle) se
non ne abbiano le palle piene e non sia venuto il momento di ribellarsi
veramente. Se non sia tempo, ora subito, di un nuovo 1789.
E cominciamo così il nuovo anno… Fra me e me…
di Nino Spirlì - 6 gennaio 2016
fonte: http://blog.ilgiornale.it
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