di Luciano Lago
4 gennaio 2016
fonte: http://www.controinformazione.info
Si poteva pensare che la barbara esecuzione di 47 dissidenti
avvenuta in Arabia Saudita, fra cui il leader religioso sciita Sheij
Nimr, avrebbe provocato in Occidente una qualche forma di autocritica
sugli stretti rapporti di alleanza e di business che i governi
occidentali , in particolare quelli europei, intrattengono con lo stato
retto dalla Monarchia dei Saud. Uno Stato che ha dimostrato, con questo
atto barbaro, il suo connotato di stato dispotico, oscurantista e
tirannico, retto da una dinastia ereditaria che esercita la più dura
oppressione sulle minoranze e che sostiene i gruppi terroristi in tutta
la regione mediorientale e diffonde il radicalismo integralista wahabita
intollerante e fanatico.
Può essere questo compatibile con i dichiarati “valori ” europei di “democrazia” e di rispetto dei “diritti umani”
? Quell’Europa che ha sempre fatto le “prediche” agli altri sulla
democrazia e rispetto dei diritti umani, quei governi europei che hanno
indicato il regime di Bashar al-Assad in Siria come tirannico, sulla
base di accuse mai provate, e che hanno voluto demonizzare il colonello
Gheddafi come dittatore e tiranno, tanto da giustificare interventi
militari diretti (in Libia) o indiretti (attraverso i gruppi mercenari
jihadisti) in Siria, adesso si scopre che sono alleati e sodali con uno
dei peggiori stati canaglia sulla faccia della terra che detiene il
record delle esecuzioni capitali e che fa decapitare i presunti
oppositori del regime sulla pubblica piazza.
Questa occasione di autocritica è del tutto mancata ma anzi questo
avvenimento è stato preso a pretesto, da alcuni governi e da una buona
parte dei media europei, per mettere piuttosto sotto accusa l’Iran, che
in questo caso ha subito l’affronto, come paese leader del modo sciita,
dell’esecuzione di un leader religioso stimato che di nessuna colpa si
era macchiato se non quella di aver predicato contro l’oppressione della
minoranza sciita nel suo paese.
L’accusa dei media occidentali contro l’Iran viene occasionata
dall’avvenuto assalto all’ambasciata saudita a Teheran da parte di una
folla esagitata, certamente un atto deprecabile, ma ben poca cosa di
fronte alle esecuzioni capitali effettuate a Rijad.
A parte qualche pronuncia di condanna generica e tardiva, che
tradisce l’imbarazzo dei governi occidentali, non cè stata alcuna forma
di autocritica e tanto meno di provvedimenti di tipo sanzionatorio, gli
stessi che invece hanno colpito inesorabilmente la Siria e la Russia.
Al contrario si cerca di colpevolizzare l’Iran in quanto questo paese si dedicherebbe (secondo i media occidentali) a suscitare la reazione di rabbia e di sdegno in tutto il mondo sciita dall’Iraq alla Siria, al Libano ed allo Yemen, con manifestazioni ed attacchi contro gli interessi e le rappresentanze saudite.
Al contrario si cerca di colpevolizzare l’Iran in quanto questo paese si dedicherebbe (secondo i media occidentali) a suscitare la reazione di rabbia e di sdegno in tutto il mondo sciita dall’Iraq alla Siria, al Libano ed allo Yemen, con manifestazioni ed attacchi contro gli interessi e le rappresentanze saudite.
Risulta poi spassoso leggere le analisi che alcuni giornali italiani
fanno della presunta guerra religiosa tra sciiti e sunniti, analisi in
cui attribuiscono ogni responsabilità alle velleità espansionistiche
dell’Iran, anche a seguito degli accordi sul nucleare che dovrebbero
consentire la fine delle sanzioni e rafforzare il regime di Teheran.
Come non potevano mancare gli interventi di “esperti” analisti israeliani i quali ci raccontano che
“loro (gli israeliani) avevano avvisato il mondo del pericolo
costituito dall’Iran rafforzato e dotato di armamenti sofisticati, che
potrebbe minacciare non soltanto Israele ma anche gli stati protetti
dall’Occidente”, ovvero leggi le monarchie petrolifere sunnite, quali
Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Emirati, Bahrain, ecc..
Omettendo di dire che sono proprio questi stati che da anni
finanziano e sostengono i gruppi terroristi jihadisti che hanno seminato
morte e distruzione in vari paesi dalla Siria all’Iraq al Libano ed
allo Yemen. Tralasciando anche il particolare che Israele è un altro
buon alleato dei monarchi sauditi con cui il governo di Tel Aviv ha
stretto relazioni di collaborazione militare e di affari.
Quindi in sintesi avviene che l’Arabia Saudita fa mozzare le teste
dei dissidenti, alimenta il terrorismo nella regione e le colpe di tutto
questo (secondo la stampa occidentale) sono dell’Iran che vuole
“approfittare” dell’evento per aprire una guerra religiosa, come se non
fose stata fino ad oggi la minoranza sciita a subire gli attentati
kamikaze alle proprie moschee, nei mercati affollati e nelle piazze,
decine di episodi sempre riconducibili al terrorismo alimentato da
Arabia Saudita e dal Qatar.
Una delle eccezioni a questo coro dei media la troviamo in
qualche giornale non conforme, ad esempio nel giornale tedesco “Bild”
che oggi titola: “L’Arabia Saudita esporta petrolio, datteri e
terrorismo nel mondo”.
Alla buon ora qualcuno inizia a dire la verità su questo stato canaglia.
“Oltre al petrolio, ai datteri ed al terrorismo, l’Arabia Saudita non dispone di niente altro da offrire al mondo e corrompe l’Occidente con l’ obiettivo di continuare con la sua attuale politica di diffusione della sua ideologia integralista”, come informa il giornale tedesco in un articolo firmato da Julian Reichelt. Vedi: Bild.de
Alla buon ora qualcuno inizia a dire la verità su questo stato canaglia.
“Oltre al petrolio, ai datteri ed al terrorismo, l’Arabia Saudita non dispone di niente altro da offrire al mondo e corrompe l’Occidente con l’ obiettivo di continuare con la sua attuale politica di diffusione della sua ideologia integralista”, come informa il giornale tedesco in un articolo firmato da Julian Reichelt. Vedi: Bild.de
Rispetto a questo, l’analista ricorda che nel corso dei secoli, “i
nostri amici sauditi non hanno inventato niente che possa aiutare il
progresso mondiale, hanno soltanto esportato petrolio, datteri ed una
ideologia estremista: L’Arabia Saudita è un paese reazionario
che appoggia le ideologie radicali ed integraliste, le uccisioni
indiscriminate ed è ispiratrice del radicalismo wahabita, del terrorismo
che viene sostenuto con i petroldollari”.
L’articolo fa riferimento alla recente esecuzione dei 47 dissidenti
attuata dal regime di Rijad, “il nostro terribile alleato” scrive
l’analista, e nello stesso tempo stigmatizza il vergognoso silenzio
mantenuto su questo episodio dai governi occidentali ed in particolare
dai Governi di Berlino e di Washington (ma anche di Londra e di Roma).
A questo proposito, l’articolo mette in questione la vendita di armamenti sofisticati prodotti in Germania e consegnati all’Arabia Saudita ed anche il fatto che l’ONU e l’Unione Europea non abbiano niente da dire sulla permanenza dell’Arabia Saudita come presidente della commissione sui “diritti umani” delle Nazioni Unite.
A questo proposito, l’articolo mette in questione la vendita di armamenti sofisticati prodotti in Germania e consegnati all’Arabia Saudita ed anche il fatto che l’ONU e l’Unione Europea non abbiano niente da dire sulla permanenza dell’Arabia Saudita come presidente della commissione sui “diritti umani” delle Nazioni Unite.
Nello stesso articolo ci si chiede come sia stato possibile che i
paesi occidentali si siano lasciati corrompere per decenni dai
petroldollari sauditi e si siano tappati gli occhi di fronte al fatto
che questo paese sosteneva e sostiene tutti i gruppi terroristi che
promuovono l’ideologia integralista wahabita e salafita. “Da molto tempo
questo paese ha imboccato la sua strada del ritorno al deserto della
barbarie”, conclude l’analista Julian Reichelt.
Rendiamo onore a questo giornalista tedesco che risulta fra i pochi
che hanno avuto il coraggio di dire la verità sui monarchi di Rijad
mentre i suoi colleghi di altri giornali europei tacciono per viltà o
interesse.4 gennaio 2016
fonte: http://www.controinformazione.info
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