RIVOLUZIONE FRANCESE
Front National al 28%. La leader: «Siamo il vento di libertà» Hollande ritira i candidati sconfitti. La Gauche: «È uno choc»
«Si avvicina». Ha un tono quasi rassegnato la prima pagina di
Libération con il volto di Marine Le Pen all’indomani del travolgente
successo del Front National nelle Regionali francesi. Perché, benché si
tratti di un voto locale, l’avanzata dell’estrema destra assume
innegabilmente un significato nazionale. Non foss’altro perché, fatta
eccezione per i ballottaggi di domenica prossima, non ci saranno altri
turni elettorali prima delle presidenziali del 2017.
E così l’Eliseo, da irraggiungibile, è oggi per i lepenisti una partita
che può essere almeno giocata. Lo sa bene Marine Le Pen, leader e
candidata naturale al più alto seggio nazionale. «Questo voto - ha
commentato - è una rivolta del popolo.Noi siamo un soffio di vento di
libertà di rinnovamento per la Francia che porteremo avanti rispetto ai
nostri avversari».
Poi Marine ha affrontato il tema del ballottaggio, commentando le prime
scelte di Hollande che ha deciso il ritiro dei propri candidati nelle
Regioni in cui il Partito Socialista è arrivato terzo per lasciar spazio
ai «Republicains» di Sarkozy e arginare il Front. «Possiamo dire che se
si vota Front National si fanno scomparire i socialisti - ha detto la
leader - decidere di ritirarsi dal ballottaggio in alcune regioni, a
favore del centrodestra, è una scelta che segna l'inizio della scomparsa
del partito di Hollande».
Scelta diversa ha fatto Nicolas Sarkozy. Lui non ritirerà i suoi
candidati, non cercherà nessuna alleanza con i socialisti pur di fermare
la Le Pen. Dopo aver condotto una campagna elettorale tutto schiacciata
a destra per provare a drenare voti dal Front National, accordarsi con
Hollande significherebbe darsi la zappa sui piedi. Ma la coerenza non
nasconde la grandissima sconfitta subita. Che potrà essere mitigata solo
in parte se il centrodestra sovesse ribaltare il risultato in alcune
delle sei regioni nelle quali il Front ha conquistato più voti.
Comunque andranno i ballottaggi, nulla potrà cancellare i numeri del
primo turno. Il 27,73% del Front National ha fatto impallidire il 26,65%
di Sarkozy e il misero 23,12% di Hollande, provocando lo sconcerto
degli intellettuali progressisti che ora si leccano le ferite e si
chiedono come arginare la marea di destra. Dal canto suo, Marine Le Pen
prova a guardare oltre la Francia e a rinsaldare l’asse con gli alleati
euroscettici del Parlamento di Strasburgo. Non è stata casuale la
carezza data a Salvini nelle ore immediatamente successive allo spoglio:
«È una persona molto capace, gli auguro di ottenere il mio stesso
successo». Così come è stato indicativo il messaggio lanciato al leader
dell’Ukip Nigel Farage che in Gran Bretagna sta conducendo la battaglia
per il referendum sull’uscita dall’Unione Europea. «Una Brexit sarebbe
meravigliosa, straordinaria, per tutti gli europei che ambiscono alla
libertà» ha detto Marine. «La Brexit - ha continuato - sarà
oggettivamente l’inizio della fine dell’Unione europea. Io la paragono
al Muro di Berlino. Se la Gran Bretagna butta giù una parte del muro,
questa è la fine».
Per ora è caduto il muro dei «repubblicani» in Francia. E, da domenica
sera, tutto quello che appariva impossibile sembra all’improvviso - che
piaccia o meno - molto più a portata di mano. Ha ragione Libération: si
avvicina.
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