Per quella strage gli occidentali stavano per scatenare un attacco
aereo e missilistico contro il regime di Assad, poi scongiurato dalla
mediazione russa che portò al disarmo chimico delle forze governative di
Damasco. Due anni e mezzo dopo, all’ombra della crisi tra Mosca e
Ankara, emerge una “nuova verità” che conferma i tanti dubbi sorti
all’epoca circa le responsabilità dei ribelli per la morte di centinaia
di civili (fonti diverse riferirono di un numero di vittime variabile
tra 280 e oltre 1.700).
Secondo il deputato del Partito Popolare Repubblicano turco (Chp)
Eren Erdem (nella foto sotto) I jihadisti siriani dello Stato Islamico
avrebbero ricevuto il materiale per produrre il gas Sarin dalla
Turchia: lo afferma in un’intervista a Russia Today, emittente vicina al
Cremlino.
Il
sarin fu usato negli attacchi di Ghouta e nei sobborghi di Damasco nel
2013, per i quali venne accusato Assad. Erdem ha mostrato in parlamento
il fascicolo aperto dalla procura di Adana, poi archiviato, accusando le
autorità di aver “insabbiato” il caso.
L’indagine, secondo Erdem, rivela che un certo numero di cittadini turchi prese parte alle negoziazioni con i jihadisti.
Citando le prove contenute nell’atto di accusa, il deputato assicura
che le intercettazioni confermano che un militante di al-Qaeda, Hayyam
Kasap, entrò in possesso del sarin.
Tutto sarebbe contenuto nel faldone “2013/120″, l’indagine che venne
poi archiviata. “Ci sono dati sostanziali in quelle carte”, dice Erdem a
RT. “Si capisce che il materiale usato per le armi chimiche passa
attraverso la Turchia e viene assemblato nei campi dello Stato Islamico
che all’epoca era anche onosciuto come al-Qaeda irachena.
E’
tutto registrato. Ci sono intercettazioni che dicono ‘non ti
preoccupare per la frontiera, ci pensiamo noi’ e si comprende
chiaramente come vengono usati i burocrati”. A questo punto il
procuratore di Adana Mehmet ArOkan ordina un blitz e 13 persone vengono
arrestate.
Poi, secondo Erdem, avviene ‘l’inspiegabile’. Una settimana dopo il
caso viene chiuso e i sospettati passano immediatamente la frontiera
turco-siriana.
“Le intercettazioni chiarivano come sarebbe avvenuta la consegna,
quali camion sarebbero stato usati… tutto documentato dalla A alla Z:
nonostante gli indizi, i sospettati sono stati rilasciati.
E la consegna del carico è avvenuta, perché nessuno li ha fermati. Forse l’uso del Sarin in Siria dipende da questo”.
Sempre secondo Erdem, i turchi coinvolti nel traffico sarebbero poi
legati alla ‘Makina ve Kimya Endustrisi Kurumu’ (MKEK), ovvero la
principale holding governativa di industrie per la difesa, e che gli
indizi porterebbero verso un intervento delle autorità per insabbiare il
caso, con il possibile coinvolgimento del ministro della Giustizia
Bekir Bozdag.
“Il procuratore ArOkan – continua Erdem – non era, per quanto ho
capito, uno potente; così una settimana dopo gli arresti un altro
Pubblico Ministero è stato assegnato al caso e il caso è stato chiuso”.
“Per l’attacco coi gas di Ghouta sono state incolpate le truppe
governative siriane”, conclude Erdem. “Ma c’è un’alta probabilità che
quell’attacco sia stato compiuto con questi materiali transitati dalla
Turchia. Con queste prove sappiamo chi ha usato il Sarin e lo sa anche
il nostro governo”.
(con fonte ANSA)
Foto Reuters e CHP
di Redazione18 dicembre 2015
fonte: http://www.analisidifesa.it
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