Chi di querele ferisce, di querele perisce. La sensibilità di Maria
Elena Boschi (nella foto) per le notizie (vere) che parlano di lei su
libri e giornali, alle quali lei replica senza batter ciglio con minacce
di denunce, adesso viene messa a dura prova nella sua terra di origine.
Finalmente, dopo tanti bocconi amari ingoiati per colpa sua, Arezzo si è
svegliata e il sindaco di centrodestra, Alessandro Ghinelli, è corso ai
ripari per salvare quel poco di reputazione che ancora è rimasta alla
città.
«Arezzo viene associato sempre alle vicende della famiglia Boschi su
Banca Etruria e agli obbligazionisti truffati, per questo farò causa
alla Boschi e a suo padre Pier Luigi per danno di immagine», ha detto
perentorio il primo cittadino a KlausCondicio. Secondo una
perizia, citata dal sindaco di Forza Italia, l’impatto della vicenda
Etruria su Arezzo, avrebbe procurato un ritorno d’immagine negativo per
milioni di euro.
«Non sono in grado di dare cifre — ha sottolineato Ghinelli — ma sono
mesi che, del tutto immeritatamente, il brand Arezzo, sulla stampa
italiana e internazionale, nei telegiornali della Cnn, sulla tv tedesca,
sui giornali francesi, spagnoli perfino cinesi, viene associato alle
vicende della famiglia Boschi, a storie di presunte truffe dei
risparmiatori e manipolazioni. Per questo riteniamo l’atto un segnale
anche verso i cittadini infangati internazionalmente dalla Boschi e
dalla sua famiglia senza aver fatto assolutamente nulla per meritarlo.
Il ricavato della causa lo destinerò totalmente al ristoro dei cittadini
che hanno perso tutto con l’azzeramento di Banca Etruria». E il tutto
detto senza essere nemmeno in campagna elettorale (Ghinelli è stato
eletto nel 2015).
Il sindaco poi tocca un altro tema spinoso, ovvero l’ennesima
promessa annunciata e non mantenuta da Matteo Renzi. «Leggo incredulo
che fra i possibili candidati del Pd al Senato nel collegio di Arezzo
non figura il nome di Renzi, colui che con un decreto ha cancellato la
nostra banca e i nostri risparmi. Il 10 settembre scorso tornò nella
nostra città e, con l’umiltà che lo caratterizza, dichiarò che si
sarebbe candidato al Senato ad Arezzo. Ora Renzi scappa come un
coniglio, sapendo di aver sparato un’altra bufala delle sue. Per
l’ennesima volta si prende gioco degli aretini che attendevano il 4
marzo per dirgli nelle urne cosa pensano delle sue smargiassate. Oltre
al danno una ulteriore inaccettabile beffa».
Non solo «il cuor di leone di Rignano, il bullo di campagna» scappa
da Arezzo (e figuriamoci se aveva il coraggio di candidarsi davvero,
come promesso, ad Arezzo), ma si è premurato anche di silenziare le
dichiarazioni e limitare le ospitate tv della sua Mery (come la chiamano
in Transatlantico). Sono settimane che lei (e pure l’altro suo profeta,
Luca Lotti) non proferiscono più parola e non twittano più sui temi
caldi della campagna elettorale. Ogni volta che appaiono in tv, infatti,
Renzi perde l’1%.
di Fabrizio Boschi - 17 gennaio 2018
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