(Il Giornale, 5 marzo 2017) - La sconcertante tempistica con cui il
Parlamento europeo e il Tribunale di Nanterre hanno messo sotto accusa
Marine Le Pen, in testa nei sondaggi per le elezioni presidenziali in
Francia del 23 aprile, se da un lato ci fa toccare con mano il pesante
condizionamento della volontà popolare nella scelta del potere esecutivo
di uno Stato sovrano da parte di uno pseudo-potere legislativo
sovrannazionale e di un organo del potere giudiziario nazionale,
dall'altro ci impone una riflessione sul decadimento dell'istituto della
democrazia in Occidente nel momento in cui si criminalizzano le persone
a prescindere dalla legittimità delle loro idee.
È legittimo rivendicare il riscatto della sovranità monetaria per
riattribuire allo Stato la prerogativa di emettere moneta a credito, che
si traduce nell'abbandono dell'euro? È legittimo rivendicare il
riscatto della sovranità legislativa e giudiziaria, in un contesto in
cui l'80% delle leggi nazionali sono la trasposizione di direttive e
regolamenti europei e le sentenze emesse dalle Corti europee prevalgono
su quelle dei tribunali nazionali, che si traduce nell'uscita
dall'Unione Europea? È legittimo rivendicare il riscatto della sovranità
in materia di difesa e di sicurezza, in un mondo profondamente mutato
dove il nemico da sconfiggere è il terrorismo islamico che si annida
dentro casa nostra e sulle altre sponde del Mediterraneo, rendendo
“obsoleta” la Nato come ha ammesso Trump? È legittimo rivendicare la
salvaguardia della nostra società e la difesa della nostra civiltà
promuovendo la cultura della rigenerazione della popolazione autoctona e
dell'orgoglio di chi siamo, che significa bloccare la follia suicida di
chi immagina che il nostro tracollo demografico vada colmato con
l'auto-invasione di milioni di giovani africani, mediorientali e
asiatici che finanziamo per sostituirci?
Ebbene se queste idee non violano le leggi dello Stato devono essere
rispettate anche da parte di chi non le condivide. Se invece si
criminalizza chi le sostiene, imponendogli dei “marchi infamanti” come
“populista”, “nazionalista”, “fascista”, “razzista”, “omofobo”,
“islamofobo”, la conseguenza sarà la morte della nostra democrazia che
si fonda sul confronto dialettico tra idee diverse.
Per la stessa ragione sono contrario alla criminalizzazione del
clandestino, dell'immigrato, del musulmano o, sul versante sociale,
dell'omosessuale. Le persone vanno sempre e comunque rispettate. Sono le
idee che possono e devono essere oggetto di valutazione e di critica,
pervenendo alla scelta legittima di accettarle o rifiutarle. In una sana
democrazia si dovrebbe poter discutere serenamente di immigrazionismo,
multiculturalismo, islam, omosessualismo, senza criminalizzare nessuno,
né chi a vario titolo fa riferimento a queste idee né chi le solleva.
Siamo tutti sulla stessa barca: o ci si rispetta reciprocamente facendo
prevalere le idee che raccolgono il consenso della maggioranza, o
affonderemo tutti e nessuno di noi potrà più esprimere in libertà le
proprie idee.
magdicristianoallam@gmail.com
di Magdi Cristiano Allam _ 5 marzo 2017
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