Il caso marò è tornato in questi giorni alla ribalta non solo perché
Salvatore Girone ha trascorso il suo quarto Natale da “prigioniero”
nell’ambasciata italiana a Nuova Delhi ma soprattutto perché il
Tribunale internazionale che gestisce la procedura d’arbitrato non
sembra intenzionato a dare risposta immediata alla richiesta di Roma di
consentire il rientro a casa del militare del Reggimento San Marco in
attesa che vi sia un verdetto sulla vicenda che risale al febbraio 2012.
La settimana scorsa l’Italia ha infatti depositato al Tribunale
Arbitrale costituito presso la Corte Permanente d’Arbitrato de l’Aja una
richiesta di “autorizzare il fuciliere Salvatore Girone a tornare in
Italia e a restarvi per tutta la durata della procedura arbitrale in
corso”.
Nei giorni scorsi è trapelata la notizia che Matteo Renzi avrebbe chiesto a Barack Obama “una mano” per giungere al più presto al rilascio del fuciliere di Marina permettendogli di tornare in Italia dove, è ormai certo, resterà il suo compagno di sventura, Massimiliano Latorre, che non è mai ritornato in India dopo la lunga convalescenza per il malore che lo colse l’anno scorso.
Gli Stati Uniti potrebbero essere interessati ad aiutare l’Italia
esercitando pressioni su Nuova Delhi, considerata a Washington un
alleato di grande rilevanza nella strategia di contenimento della
potenza cinese. La diatriba con l’Italia non aiuta il progetto
statunitense poiché Roma potrebbe opporsi alla piena integrazione
dell’india in alcuni consessi internazionali.
Come ad esempio l’MTCR (Missile Technology Control Regime) , organismo che raccoglie 43 Paesi possessori di tecnologia missilistica strategica (spaziale e balistica) a cui l’ingresso dell’India è stato impedito nei mesi scorsi dal veto italiano.
Un veto che ha messo in imbarazzo Washington che aveva dato ampie
garanzie a Delhi sull’accesso a quello e ad altri organismi
multinazionali che si occupano di armi e tecnologie strategiche.
Per questo gli Stati Uniti avrebbero tutto l’interesse a cercare di
mediare, in attesa delle decisioni giudiziarie, la crisi tra due Stati
suoi alleati. In realtà il governo italiano sembra alternare il bastone
alla carota e infatti non si è opposto all’accordo stipulato
da Fincantieri con due cantieri navali indiani di proprietà statale
(Mazagon Dock Limited e Garden Reach Shipbuilders & Engineers) per
acquisire tecnologie italiane utili allo sviluppo delle 7 nuove fregate
lanciamissili “stealth” (a ridotta visibilità radar) della Marina
Indiana tipo P-17A.
Come ha evidenziato il Corriere della Sera, il governo nazionalista di Narendra Modi ha l’opportunità di lasciar andare Girone in attesa dell’esito dell’arbitrato oppure potrebbe non opporsi a un’ordinanza di rilascio del militare da parte del collegio arbitrale composto da 5 giudici (un indiano, un italiano, un coreano, un giamaicano e un russo) la cui decisone è attesa però non prima di marzo.
Come ha evidenziato il Corriere della Sera, il governo nazionalista di Narendra Modi ha l’opportunità di lasciar andare Girone in attesa dell’esito dell’arbitrato oppure potrebbe non opporsi a un’ordinanza di rilascio del militare da parte del collegio arbitrale composto da 5 giudici (un indiano, un italiano, un coreano, un giamaicano e un russo) la cui decisone è attesa però non prima di marzo.
A quasi 4 anni dal 15 febbraio 2012 e dalla morte di due pescatori
indiani, che l’India attribuisce al fuoco dei militari italiani
imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie, la ricorrenza natalizia torna
ad alimentare la polemica politica con aspre critiche rivolte al governo
Renzi soprattutto da Lega Nord e Fratelli d’Italia.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato a
Salvatore Girone al quale, recita un comunicato del Quirinale, ha fatto
gli auguri e ha assicurato che “le istituzioni e il Paese sono impegnati
per una rapida soluzione della vicenda che riguarda lui e Massimiliano
Latorre”.
Una telefonata doverosa da parte della più alta carica dello Stato anche se forse l’espressione “rapida soluzione” non appare la più felice.
Anche perché Girone è da tempo provato psicologicamente e nei giorni scorsi ha ben evidenziato il suo malessere postando un quadrato nero su Facebook in sostituzione della sua foto.
Una telefonata doverosa da parte della più alta carica dello Stato anche se forse l’espressione “rapida soluzione” non appare la più felice.
Anche perché Girone è da tempo provato psicologicamente e nei giorni scorsi ha ben evidenziato il suo malessere postando un quadrato nero su Facebook in sostituzione della sua foto.
“Sono molto fiducioso che sia fatta giustizia e questo soprattutto
con i criteri del buon senso e nel rispetto del diritto internazionale,
affinché ci vengano restituite la mia libertà, e quella di Massimiliano
Latorre. Questo perché sono ormai quattro anni che vivo con la mia
libertà soppressa” ha scritto Girone poco prima di Natale.
Invece Latorre ha pubblicato, sempre su quel social network, un link con una intervista a Carlo Noviello, comandante in seconda dell’Enrica Lexie, nella quale si ribadisce l’innocenza dei due militari del San Marco in merito alla morte di due pescatori nelle acque del Kerala.
Nel documento audio, datato ma poco conosciuto, Noviello ricostruisce
l’azione dei fucilieri che tentarono di respingere l’abbordaggio della
Enrica Lexie da parte di una barca differente dal peschereccio St.
Antony, su cui si trovavano i due pescatori uccisi.
Latorre sembra aver così voluto ribadire che le accuse indiane contro i due fucilieri sono del tutto inattendibili.
Foto: Ansa e Lapresse
tramite: http://www.analisidifesa.it
Gianandrea Gaiani
Giornalista
nato nel 1963 a Bologna, dove si è laureato in Storia Contemporanea,
dal 1988 ha collaborato con numerose testate occupandosi di analisi
storico-strategiche, studio dei conflitti e reportages dai teatri di
guerra. Attualmente collabora con i quotidiani Il Sole 24 Ore, Il
Foglio, Libero, Il Corriere del Ticino e con il settimanale Panorama sul
sito del quale cura il blog “War Games”. Dal febbraio 2000 è direttore
responsabile di Analisi Difesa. Ha scritto Iraq Afghanistan - Guerre di
pace italiane.
www.presseurop.eu/en/content/author/269701-gianandrea-gaiani
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