In piazza contro i tagli del governo: «Non ai politici, lo doniamo ai cittadini»
Roma, 14 agosto 2014 – Poliziotti, penitenziari,
forestali e vigili del fuoco sono davvero arrabbiati. Per non dire
peggio. Il governo continua a chiedere loro il sangue, con nuovi tagli
pari a un miliardo e mezzo di euro per via della conferma del turnover
al 55%: un solo poliziotto assunto ogni due pensionati. Per questo, il
fronte dei sindacati autonomi riuniti nella Consulta Sicurezza,
l’organizzazione più grande di tutto il comparto con circa 43.000
iscritti, scenderà in piazza il 27 agosto a Roma per un’iniziativa
clamorosa e inconsueta: «Centinaia e centinaia di poliziotti,
penitenziari, forestali e vigili del fuoco si ritroveranno in piazza del
Popolo, assieme a un’autoemoteca che effettuerà prelievi di sangue»,
spiegano i segretari generali Gianni Tonelli (Sap), Donato Capece
(Sappe), Marco Moroni (Sapaf) e Antonio Brizzi (Conapo). A sostegno
dell’iniziativa anche l’Advps, l’Associazione Donatori e Volontari
Personale Polizia, la Fondazione Franco Sensi con la presidentessa
Rosella Sensi e il comico Enzo Salvi in qualità di testimonial. Presente
pure la banda musicale dell’Anpee, l’Associazione Nazionale Polizia
Penitenziaria.
«Ci state togliendo il sangue, allora noi
preferiamo donarlo ai cittadini», questo lo slogan della manifestazione
alla quale si affiancherà un presidio nazionale a Montecitorio fino al
10 settembre. L’annuncio della manifestazione ha scatenato la reazione
del responsabile sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, che ha rivendicato la
sua sensibilità nei confronti del comparto sicurezza, ricordando come
l’attuale governo abbia investito nel 2014 500 milioni di euro per le
forze di polizia, a fronte di 4 miliardi di tagli avvenuti dal 2008 al
2014. Cifre che i sindacati autonomi contestano: «Noi come Sap – spiega
il segretario generale Gianni Tonelli – siamo scesi in piazza con
governi e maggioranze di tutti i colori politici, proprio perché non
abbiamo padroni e non facciamo riferimento a sigle confederali contigue a
questo o quel partito. Fiano tenta di deresponsabilizzarsi quando
ricorda i tagli dei precedenti esecutivi, ma dovrebbe anche aggiungere
che l’attuale governo, nel confermare il turn over al 55%, ha operato un
taglio di circa un miliardo e mezzo al comparto sicurezza.
E altri tagli avverranno nei prossimi anni». Prosegue Tonelli:
«Siamo compiaciuti di apprendere per tramite di un’agenzia che
l’onorevole Fiano ha attenzione, nella sua qualità di responsabile della
sicurezza Pd, verso gli uomini in divisa. Peccato che, nonostante il
Sap abbia tentato a più riprese di entrare in contatto con lui per
confrontarsi, si sia visto sbattere ogni volta la porta in faccia. C’è
poco da stare sereni».
Sap, Sappe, Sapaf e Conapo snocciolano i punti
delle loro rivendicazioni: «Contratto fermo da 5 anni; tetto stipendiale
imposto da 4 anni nonostante le promesse, anche recenti, dei ministri
Alfano e Pinotti; mancato riordino delle carriere che sarebbe necessario
per rendere più efficiente tutto il sistema; nessun avvio della
previdenza complementare che trasformerà i poliziotti pensionati di
domani nei nuovi poveri».
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«La
cosa più grave di tutte – conclude Tonelli – è la mancata riforma
dell’apparato della sicurezza o, meglio, la falsa riforma che si vuol
far passare in nome della spending review. Solo per quel riguarda la
Polizia di Stato, il progetto di chiusura di 267 uffici di polizia
ritornerà sul tavolo. Problemi analoghi anche per la Polizia
Penitenziaria, il Corpo Forestale e i Vigili del Fuoco. Questa falsa
riforma non farà che peggiorare la sicurezza dei cittadini. L’unica
operazione da mettere in campo è la riduzione e l’unificazione delle
Forze di Polizia. Si otterrebbero risparmi ed efficienza, potremmo dare
più sicurezza ai cittadini eliminando gli sprechi, si porterebbe un po’
di respiro alle retribuzioni dei poliziotti che ormai sono da fame».
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