Nonostante violenze e disordini provocati dagli immigrati illegali
afro-asiatici accolti in Italia in oltre 650 mila unità dal 2013 ad oggi
dei quali mezzo milione fuori controllo e nonostante lo stesso governo
italiano riconosca che con i flussi migratori sono arrivate ondate di
criminali e terroristi islamici e tema il massiccio arrivo di foreign
fighters, il ministro degli Interni Marco Minniti ha invitato a non
parlare di emergenza quando si tratta dell’immigrazione, che “è ormai un
dato strutturale”.
Un’affermazione che deve preoccupare poiché a pronunciarla è stato
l’unico esponente dell’attuale governo che ha cercato di porre un freno
ai flussi incontrollati (anzi, favoriti dall’Italia stessa) dalla Libia.
Grazie alla sua iniziativa nel 2017 sono sbarcati quasi 120mila
clandestini (il governo li definisce “migranti” come avessero il visto
sul passaporto e fossero giunti in Italia regolarmente invece che
pagando trafficanti), il 34% in meno rispetto al 2016, anno record con
oltre 181mila immigrati illegali giunti via mare.
Un dato definito da Minniti “incoraggiante” anche se in uno Stato
decente non dovrebbe esserci nulla di incoraggiante nell’aver accolto
quasi 120 mila immigrati illegali il cui unico “merito” è aver pagato
criminali per raggiungere l’Italia.
Certo gli accordi con la Libia hanno frenato le partenze e, se si
considerano gli ultimi 5 mesi, il calo degli arrivi è pari al 70% ma
come fa a uno Stato a non definire un’emergenza un flusso gestito da
criminali che porta in Europa immigrati illegali, criminali e
terroristi?
Uno Stato può definire “strutturale” il crimine solo se ne è complice
e, viste le dimensioni del problema e l’impatto finanziario, sociale e
sulla sicurezza, l’Italia rischia di diventare uno “Stato canaglia” che
incoraggia e alimenta traffici criminali strettamente legati al
terrorismo islamico.
Del resto è stato lo stesso Minniti a evidenziare il rischio che tra
gli immigrati illegali si celino foreign fighters in fuga da Iraq, Libia
e Siria i migranti illegali (infiltrazioni in realtà già note da oltre
quattro anni) e il crescente fenomeno degli sbarchi fantasma da Tunisia e
Algeria sulle ciste siciliane e sarde non fa che rafforzare questa
preoccupazione che su aggiunge alla certezza che i flussi migratori
illegali dal Nord Africa sono da tempo una cera “autostrada del crimine”
come conferma l’affermarsi nel nostro paese della mafia nigeriana e di
altre organizzazioni criminali marocchine e tunisine che utilizzano i
“migranti” africani come manovalanza.
Tra gli sbarcati quest’anno i nigeriani sono i più numerosi (18.099),
seguiti dai guineani (9.646), dagli ivoriani (9.409) e dai bengalesi
(8.954): tutti provenienti da Paesi non in guerra e neppure in preda a
carestie.
Come se tutto questo non bastasse, dopo 4 anni di impiego intensivo
della Marina Militare e della Guardia Costiera per consentire a chiunque
paghi trafficanti di raggiungere l’Italia, il governo italiano ha
varato una nuova operazione che vede il coinvolgimento dell’Aeronautica
Militare.
Nei giorni scorsi 2 velivoli C-130J hanno infatti trasferito da
Tripoli all’Italia di 162 africani detenuti in Libia per immigrazione
illegale. Un’operazione nata da “un’iniziativa congiunta tra il
Ministero degli Interni e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) che,
in stretta coordinazione con l’UNHCR “hanno individuato in Libia dei
migranti in condizioni di vulnerabilità e in grado di ottenere la
protezione internazionale” come recita un comunicato della Difesa.
Roma ha mobilitato tre ministeri (Esteri, Interni e Difesa) “agli
ordini” della CEI per continuare a portare in Italia immigrati illegali
con i cosiddetti “corridoi umanitari” che in pratica servono solo a
sostituire con mezzi governativi i barconi e gommoni degli scafisti per
portare in Italia persone che sarebbe stato giusto imbarcare sui
velivoli, ma per rimpatriarli nei paesi di origine. Nessun altro Stato
si è infatti offerto di accoglierli a conferma che si tratta di
immigrati illegali che hanno raggiunto la Libia illecitamente.
Così governo italiano e Vatican, da tempo in prima linea ad
alimentare “l’invasione” degli immigrati illegali, incentivano nuove
partenze dai Paesi africani di gente che punterà a farsi arrestare dalle
autorità libiche contando poi di poter raggiungere l’Italia.
”La nostra casa è la loro casa, la nostra patria è la loro patria.
Perché se così non fosse non sarebbe nemmeno la nostra” ha detto il
cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale
italiana, accogliendo gli ultimi arrivati dalla Libia a bordo di cargo
militari.
Non è chiaro a cosa si riferisse con i termini “casa” e “patria”,
termini più adatti alla politica che alla religione confermando così le
pesanti ingerenze del Vaticano negli affari italiani in tema di
immigrazione e “ius soli”.
Una politicizzazione esasperata e ostentata che sta determinando un
crollo verticale di consensi, prestigio e credibilità del Soglio
Pontificio: del resto pare certo che Bassetti, usando quei due termini,
non si riferisse né a casa sua nè al Vaticano considerato che
l’accoglienza ricade in toto sui contribuenti italiani che tutti i
sondaggi indicano a larga maggioranza contrari ad accogliere immigrati
illegali.
In un contesto così amaro appare quindi paradossale che Minniti abbia
inoltre esortato a non dare spazio al populismo perchè “non bisogna
affrontare un tema così complesso con la scorciatoia del consenso
immediato”.
Dichiarazione forse comprensibile in campagna elettorale ma che punta
ad aggirare il problema della sicurezza legato all’immigrazione
clandestina. Si tratta di una piaga causata delle politiche attuate
dagli ultimi tre governi (Letta, Renzi e Gentiloni) con il rischio
concreto che lo Stato perda in molte aree urbane il controllo del
territorio, non certo di un problema “inventato” dalla propaganda
populista o di una fake news.
Sono gli stessi immigrati illegali voluti dal governo a dare spazio
ai “populismi” assorbendo risorse inaccettabili in un momento di
profonda crisi economica e sociale come quello che attraversano gli
italiani e creando problemi di sicurezza e ordine pubblico.
Difficile evitare populismi e rabbia popolare se si spendono oltre 4
miliardi all’anno per accogliere chiunque paghi criminali per venire in
Italia, senza neppure sapere chi sono realmente i clandestini accolti
mentre si buttano altri denari pubblici persino per dare loro un lavoro
nelle aree più disperate del Meridione, dove la disoccupazione degli
italiani è alle stelle.
Il problema non è solo italiano e infatti l’ultimo sondaggio di
Eurobarometro rileva che i migranti illegali rappresentano la prima
preoccupazione degli europei (39%), seguita dal terrorismo (38%), e poi
con notevole distacco dalla situazione economica (17%), dallo stato
delle finanze pubbliche (16%) e dalla disoccupazione (13%).
Eppure l’obiettivo del governo Gentiloni, come ha ricordato Minniti,
“è governare i flussi, perché gli arrivi incontrollati rendono
difficilissimo gestire i progetti d’accoglienza”.
Tutto chiaro no? I flussi migratori non vanno fermati perché
illegali, perché ci portano spesso criminali, persone violente,
estremisti e terroristi islamici e in ogni caso gente che non ha alcun
titolo per essere accolta.
Vanno invece “governati”! per consentire arrivi ordinati e in grado
di essere smaltiti compatibilmente con le nostre capacità di
accoglienza. Meglio sottolineare “nostre” perché i vicini europei hanno
già eretto muri più o memo virtuali alle frontiere e chi entra dalla
Libia nella maggior parte dei casi resterà in Italia.
Nessuno ha fatto caso che siamo di fronte al primo caso nella Storia
in cui un paese accoglie immigrati su vasta scala senza avere un boom
economico che richieda braccia e forza-lavoro?
Non è mai successo prima neppure che flussi così vasti fossero del
tutto illegali, affidati a trafficanti senza scrupoli mentre così come è
del tutto inusuale che lo Stato che li accoglie rinunci a scegliere la
provenienza degli immigrati.
Nel caso attuale per giunta (anche questo non è mai successo)
provenienti dalle società più violente (quelle africane) e da un mondo
islamico che ripudia la nostra società e i suoi valori liberali e
democratici.
Entità che oggi costituiscono il più grave problema di sicurezza per
l’Occidente e che già domani rappresenteranno la più grave minaccia a
libertà e democrazia in Europa.
Col termine “governare i flussi” Minniti intende forse dire che
occorre far sbarcare gli immigrati illegali un po’ alla volta? Ma allora
basta che il governo si metta d’accordo coi trafficanti per un numero
ragionevole (diciamo 10mila?) di sbarchi “strutturali” al mese. Invece
di accordarsi in Libia con Fayez a- Sarraj e il suo traballante governo o
invece di cercare un’intesa col generale Khalifa Haftar, per “governare
i flussi” Roma dovrebbe trattare direttamente coi trafficanti, magari
utilizzando qualche ong come intermediario.
Un metodo efficace per trasformare l’Italia in una via di mezzo tra
il Far West e la Somalia ma che continuerebbe a ingrassare le lobby del
soccorso e dell’accoglienza tanto care all’attuale maggioranza di
governo.
Immagini: Formiche.net, AFP, Frontex, Aeronautica Militare e Krancic
26 dicembre 2017 - di Gianandrea Gaiani
fonte: http://www.analisidifesa.it
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