Esiste un confine, netto, tra l’umana paura ed il sostegno morale
al terrorismo. Oggi quel confine è stato varcato da migliaia di persone.
In ogni canale mediatico, in centinaia di discussioni ed in milioni di
coscienze è sbocciato un nuovo fiore del male. È il loto che erode la
percezione. Cancella la memoria, annebbia i fatti. Ci suggerisce che la
soluzione migliore sia arrendersi. Dialogare. Ci dice che queste cose
sono inevitabili, che qualsiasi cosa facciamo è inutile. E fa guardare a
chi lotta, a chi non si arrende, a chi chiama le cose col proprio nome
come ad un molesto provocatore. Una voce da soffocare nella
diffamazione. Negli anni ’70 le Brigate Rosse divennero un mostro perché
nessuno ebbe il coraggio di riconoscerle. Decide di morti sulla loro
scia, nel silenzio e l’assenso dei molti, della porporata intellighenzia
di sinistra. Oggi viviamo la stessa fase di rimozione. In tanti
cominciano con i distinguo e le profonde analisi politologiche. Tutto
pur di non affrontare la realtà.
Riecheggiano le auliche parole. I grandi ragionamenti si sprecano.
Con il sangue ancora caldo ci dicono che chi ha sparato, chi si è fatto
esplodere o chi con un camion ha investito e ucciso decine e decine di
persone sono un caso isolato. Un pazzo senza matrice razziale. Rifiutano
il fatto che il terrorismo sia, in diversi di questi casi, di matrice
islamica. Un terrorismo figlio dell’odio religioso. No. Basta, è ora di
cominciare a dire la verità. Urlarla per le strade. Dalle finestre. Sui
social network. I morti in Francia, Belgio, Spagna e Regno Unito sono
vittime del terrorismo islamico. Chi ha sparato era devoto all’Islam.
Non satanisti sotto mentite spoglie. Non sono alieni, ma nuovi barbari.
Sono uomini con un passato ed un presente forgiato nei nostri Paesi.
Figli dell’oblio culturale frutto del tramonto dell’Occidente, per dirla
citando Oswald Spengler. Alcuni di loro sono stati nostri vicini di
casa. Frutto di quel melting pot culturale che riecheggia fin dagli anni
’80 ed è esploso, in questi giorni, con la generazione Erasmus. Erano
assistiti dallo Stato, che li imboccava, sparsi per l’Europa, con
sussidi, ma non nutriva la loro anima lasciandoli, per dirla questa
volta alla Massimo Fini, allo scoperto del nostro vizio oscuro
dell’Occidente. Erano tra noi. Come lo erano gli attentatori di Charlie
Hebdo. Come lo erano i terroristi di Londra. Ammetterlo è il primo
passo. Serve per rendere onore ai morti, seppellendoli senza bugie e
false parole. Raccontare ai loro cari la realtà, sono morti per le
negligenze di questa società, complice di chi è armato dalla fede
islamica. È rendere un servizio ai vivi. Indicando il nemico e dando ad
ognuno la possibilità di difendersi. Questo aspetto ad alcuni fa paura.
Ma come, si domandano questi soloni, come possiamo permettere che la
gente sappia e si tuteli? La violenza potrebbe diffondersi. Il razzismo
rinascere. Per questo dobbiamo negare. Dobbiamo distinguere. Spiegare.
Catechizzare all’amore incondizionato verso il diverso. Ma soprattutto
sradicare, eliminare e tacitare di razzismo chiunque denunci questo
malcostume. La gente, libera di vedere, diverrebbe una belva. Questo
pensano i buonisti. Questo pensano i complici. Ora basta, guardiamo in
faccia la realtà. Chi difende i terroristi per elevare la radicazione di
una cultura informe rispetto alla nostra non è un libero pensatore, ma
semplicemente un venduto. Sulle sue mani c’è il sangue dei caduti. Dei
nostri fratelli. Parliamo di un vile Caino.
L’odio contro di noi come occidentali, come cristiani, come europei e
come uomini e donne liberi esiste. Fatevene una ragione. Se vogliamo
che questo odio non ci conduca nell’abisso non arrenderci è la
soluzione. Dobbiamo combattere. Putin, nei giorni scorsi, a mezzo stampa
dopo essere stato in Siria ha dichiarato: “Abbiamo sconfitto Isis, ora
ritiro truppe”, ma dobbiamo ricordarci che siamo un bersaglio. Siamo il
bersaglio di chi vuole mettere in ginocchio il nostro stile di vita.
Dobbiamo con coraggio e lealtà reagire per non farci sottomettere e
conquistare. Questo tipo di Islam non è nostro amico. Non resta che
tenere la guardia alta, lo sguardo concentrato per non cadere nella
trappola del nemico che ci vuole gambizzati. Caduti nell’oblio del
nulla.
da "AVANTI Senza PAURA" il blog di Andrea Pasini
di Andrea Pasini - 16 dicembre 2017
fonte: http://blog.ilgiornale.it
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