Le organizzazioni non governative fanno credere ai migranti in Libia che verranno comunque soccorsi e questo li spinge a imbarcarsi aggravando la crisi.
E’ questa l’accusa alle Ong formulata dal capo della Guardia Costiera
libica per la regione centrale, Rida Aysa, che nel corso di
un’intervista esclusiva ad Aki-AdnKronos International parla di “centinaia di migliaia di migranti clandestini” pronti a imbarcarsi per l’Europa,
anche se “non esistono cifre precise. La maggior parte di questi
migranti proviene dai Paesi dell’Africa orientale e occidentale, come
Eritrea e Somalia”.
Aysa esprime poi “irritazione” nei confronti di queste Ong affermando che
“le organizzazioni presenti nel Mar Mediterraneo con la missione di salvare i migranti hanno dato loro ad intendere che saranno inevitabilmente soccorsi e questo ha aggravato la crisi, aumentando il numero di migranti”.
Il funzionario libico spiega quindi che
“abbiamo comunicato tutto questo sia all’Ue, sia ai comandanti
dell’Operazione Sophia, che hanno manifestato irritazione verso queste
organizzazioni, ma finora non hanno preso alcuna misura al riguardo“.
Il militare aggiunge che “la Guardia Costiera libica ha fermato alcuni gommoni all’interno delle acque territoriali libiche, per poi imbattersi in alcune organizzazioni umanitarie che si sono lamentate del fatto che quei gommoni appartenevano a loro, benché non l’avessero comunicato alla Guardia Costiera, violando così le acque territoriali libiche“.
Aysa ricorda l’episodio di un “gommone tedesco fermato a nord di
al-Zawiyah (30 chilometri a ovest di Tripoli, ndr) che poi si è rivelato
di proprietà di un’organizzazione umanitaria chiamata ‘Sea Watch‘”,
oppure del caso di
“una
nave allontanata con alcuni colpi di avvertimento per aver violato le
acque territoriali libiche. Dopo essere saliti a bordo e averla
ispezionata – prosegue Aysa – è emerso che apparteneva a ‘Medici senza Frontiere‘”.
Quanto alle accuse rivolte alla Guardia Costiera libica di aver attaccato le navi delle Ong, Aysa risponde che
“tali imbarcazioni entrano in acque territoriali libiche senza
avvisare la Guardia Costiera, che è l’organo preposto ad autorizzare
questo e di conseguenza è logico rispondere per proteggere le nostre
acque e le nostre coste“.
“Quando le navi delle organizzazioni si fermano a 12
miglia dalla costa libica, in una zona visibile dalla costa, le loro
luci notturne segnalano ai trafficanti che possono iniziare a imbarcare i
migranti e questa è una delle cause delle ondate migratorie cui si assiste periodicamente“, conclude Aysa.
ADNKRONOS
fonte: http://www.imolaoggi.it - 5 maggio 2017
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