Roma, 20 apr – All’inizio erano solo i populisti cattivi a denunciare l’azione criminale delle Ong al largo della Libia. Poi è arrivato il video di Luca Donadel che tracciava le rotte del business dell’immigrazione. Il polverone mediatico ha condotto alle audizioni in Senato per Frontex e alcune Ong, che hanno confermato le connessioni tra scafisti, Ong, barconi di immigrati e Guardia Costiera. E così alla fine, dopo che nel fine settimana pasquale ci siamo ritrovati con 8500 immigrati sbarcati sulle nostre coste in appena tre giorni, adesso si è “svegliato” anche il governo
che, con incommensurabile (e colpevole) ritardo, è arrivato a capire
che dietro l’ondata di barconi che hanno preso il largo in precisa
direzione delle navi umanitarie delle Ong, c’è una “regia”. “Un’azione logistica fuori dal comune, quasi di stampo militare”, sarebbe stato il commento di chi ha visionato il dossier nelle stanze di Palazzo Chigi, secondo quanto riportato dalla Stampa.
Sarà per le elezioni sempre più vicine o per il fatto che gli 8500 sbarchi di Pasqua hanno messo in ginocchio il nostro sistema di accoglienza, ma sembra che solo adesso Gentiloni e Minniti si siano decisi quantomeno ad indagare sulle rotte dei barconi, porti di partenza e punti di incontro con le navi delle Ong, al fine di scoprire le “eventuali connessioni” tra i diversi attori. Ovvero scoprire l’acqua calda, quello che tutti sanno e che in pochi fino ad alcune settimane fa avevano il coraggio di dire. Come scrive la Stampa
l’azione più decisa del governo sarebbe dovuta agli sbarchi di Pasqua
individuati come “punto di svolta”: una balla bella e buona, e l’aumento
di oltre il 40% degli sbarchi registrato solo nella prima parte del
2017 testimoniano che la regia e l’azione di “stampo militare” dietro i
flussi migratori del Mediterraneo siano un fatto noto e precedente.
Dietro l’aumento dei flussi potrebbero celarsi anche la grande criminalità organizzata della Libia e le fazioni ostili a Sarraj, che con l’Italia si era impegnato a limitare le partenze e ad arginare gli scafisti.
Ma l’attenzione è concentrata soprattutto sul ruolo delle Ong, vere protagoniste dell’aumento degli sbarchi sulle nostre coste. Basti pensare che nel 2016 la sola Ong spagnola Opena Arms
ha trasportato circa 70 mila “migranti” in Italia, ovvero più di un
terzo del totale. Senza un accordo con gli scafisti e una connessione
diretta con i barconi, è difficile pensare di realizzare certi numeri.
Il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, in audizione al Senato la
settimana scorsa aveva confermato che gli scafisti dotano di
telefonini e numeri delle imbarcazioni delle Ong gli immigrati in
partenza sui barconi. Le indagini puntano su queste
connessioni, ma anche sul capire chi siano i finanziatori di queste Ong
che sono dotate di imbarcazioni tecnologiche, elicotterei, droni etc,
attrezzatura piuttosto costosa. Nelle audizioni al Senato viene citato
molto spesso il caso della Ong Moas, con base a Malta e
fondata dal filantropo statunitense Chris Catrambone nel 2014, che può
contare su una barca di 40 metri, un aereo e sull’affitto di due droni
per pattugliare il mare, il cui costo ammonta a 400 mila euro al mese.
Moas dichiara di aver salvato 33 mila “migranti”.
Anche Renzi, con le elezioni in avvicinamento, ha pensato di fare la voce grossa sulla faccenda: “Noi siamo accoglienti e salviamo vite umane, ma non possiamo essere presi in giro da nessuno, né in Europa, né da Ong che non rispettano le regole. Non è possibile che l’Europa abbia 20 navi che prendono e portano solo in Sicilia“. L’ex premier loda anche il lavoro della Commissione parlamentare che sta conducendo l’indagine: “Si sta gettando una luce sulla vicenda”. Eppure quando il business dell’immigrazione nel Mediterraneo era già ampiamente in piedi lui era Primo Ministro. Ovviamente non ha mosso questo tipo di accuse, né intrapreso alcuna azione come governo. Ma all’ex sindaco di Firenze la faccia di bronzo non è mai mancata. Il problema è per chi ancora lo vota.
Davide Romano - 20 aprile 2017
fonte: http://www.ilprimatonazionale.it
Anche Renzi, con le elezioni in avvicinamento, ha pensato di fare la voce grossa sulla faccenda: “Noi siamo accoglienti e salviamo vite umane, ma non possiamo essere presi in giro da nessuno, né in Europa, né da Ong che non rispettano le regole. Non è possibile che l’Europa abbia 20 navi che prendono e portano solo in Sicilia“. L’ex premier loda anche il lavoro della Commissione parlamentare che sta conducendo l’indagine: “Si sta gettando una luce sulla vicenda”. Eppure quando il business dell’immigrazione nel Mediterraneo era già ampiamente in piedi lui era Primo Ministro. Ovviamente non ha mosso questo tipo di accuse, né intrapreso alcuna azione come governo. Ma all’ex sindaco di Firenze la faccia di bronzo non è mai mancata. Il problema è per chi ancora lo vota.
Davide Romano - 20 aprile 2017
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