I partiti fingono di non sapere tra imbarazzo e scaricabarile
Da destra a sinistra, la matassa delle morosità dei partiti per gli
immobili Ater utilizzati per le sedi territoriali dei partiti è molto
difficile da sgrovigliare. Non è facile, infatti, ottenere spiegazioni,
in un concerto di rimbalzi e messaggi che rimangono senza risposta.
Partendo dal Pd.
Siamo andati direttamente all’apice del partito a Roma, il commissario
Matteo Orfini. Proviamo a contattarlo nel pomeriggio, per chiedergli lo
stato dell’arte dei rientri delle morosità verso l’azienda regionale
edilizia. Il telefono prima risulta spento. Poi ritentiamo, due volte,
senza fortuna, con squilli a vuoto. Mandiamo quindi un sms chiedendo la
disponibilità a un colloquio telefonico sull’argomento. Nessuna
risposta. Allora proviamo a scendere nel dettaglio, contattando qualche
esponente Dem romano. Enzo Foschi, molto vicino al presidente Zingaretti
e nome storico della Garbatella, dove il circolo in via Giovanni
Ansaldo, al 31 marzo 2015, doveva all’Ater oltre 195 mila euro. A Il Tempo
spiega, cortesemente, che lui «ormai da anni» non si occupa più di
queste cose. E non ci indica un riferimento con cui possiamo parlare.
Cambiamo zona. Testaccio. La sede di via Nicola Zabaglia, al 31 marzo
2015, risultava con una morosità di 3.474 euro. Yuri Trombetti, noto
esponente del Pd di zona, dice di non occuparsi del circolo e ci dirotta
su Federica Assanti, la coordinatrice. «Possiamo sentirci in serata?»,
rilancia cordiale. E, sorpresa, poco prima di cena, risponde alla
telefonata. «Chiedo scusa per prima, ma ero al corso di formazione del
Pd». E spiega: «Il circolo di via Zabaglia è assolutamente in regola con
tutti i pagamenti. Lo assicuro e sono pronta a dimostrarlo bonifici
alla mano».
E per la sponda di centrodestra? La situazione cambia di caso in caso.
Per ciò che riguarda l’associazione «Mai dire no» di via Cristoforo
Colombo 350 nella quale, sui siti internet ufficiali, risultano
riunioni, assemblee, raccolte alimentari organizzate da FI, la sede del
coordinamento Municipio VIII del partito e il comitato elettorale di
Davide Bordoni, spiega tutto lo stesso coordinatore romano.
«Giuridicamente non ha nulla a che fare con Forza Italia – chiarisce a Il Tempo
- I locali hanno un regolare contratto stipulato dopo bando pubblico,
che appartiene a un’associazione di nostri amici i quali ci hanno
concesso un punto di appoggio in maniera del tutto gratuita». Appena
emersa l’inchiesta de Il Tempo , poi, «siamo venuti a conoscenza
che questa associazione fosse in mora. Ci siamo subito informati con
loro e ci hanno spiegato come sia in corso un contenzioso con l’Ater per
sanare tutta la posizione», ossia 143mila euro di morosità.
Un «giallo», invece, riguarda l’attuale gestione del Circolo An di
Corviale (morosità di 146mila euro): non risulta essere tra le sedi di
chi, tra gli ex An, è impegnato nei vari partiti in attività. Certa,
invece, è la situazione della storica sede del Msi del quartiere
Garbatella (di via Guendalina Borghese), oggi gestita da Fratelli
d’Italia. Secondo fonti del partito di destra la responsabilità del
mancato pagamento (si tratta di 49mila euro) è dell’Ater stessa, dato
che fino a quando la struttura era gestita a nome Alleanza Nazionale i
frequentatori avevano sempre corrisposto regolare affitto. A quanto pare
poi l’Ater, per motivi mai chiariti, non avrebbe mai riconosciuto la
continuità tra Fratelli d’Italia e An impendendo così – sempre secondo
FdI – di poter stilare un nuovo contratto per poter continuare a pagare
il dovuto.
Proprio sulla vicenda Affittopoli è intervenuto il capogruppo di FdI
alla Camera Fabio Rampelli chiedendo da parte sua l’intervento della
magistratura: «Affittopoli esiste e resiste irrisolta da 50 anni e ha
due profili: contratti clientelari agli amici e contratti semi gratuiti
ai partiti e ai loro affiliati. Nel primo caso occorrerebbe
un’automatica decuplicazione dell’affitto per i ricchi raccomandati e
uno sfratto per i reticenti, nel secondo aspettiamo con ansia
un’inchiesta delle procure per finanziamento illecito ai partiti, perché
il florido mercato di Affittopoli ha fruttato loro mancati esborsi per
miliardi di euro».
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