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Caracas stiamo assistendo al collasso di un modello. Eppure un terzo
dei cittadini continua a credere nel socialismo e c’è ancora chi ha
nostalgia di un leader come Chávez
Dall’inizio delle proteste in Venezuela contro il
presidente Nicolás Maduro, Flora Blanco, una sarta di 57 anni, si è
ripetutamente scontrata con suo marito su una domanda fondamentale: il socialismo ha ucciso il Venezuela?”.
Così inizia l’articolo di Anthony Faiola, che sul Washington Post cerca
di rispondere a questa domanda. Flora Blanco ha perso ogni speranza con
il socialismo (“E’ una farsa”), mentre suo marito è ancora convinto che
l’ideologia di Hugo Chávez abbia restituito dignità ai lavoratori.
Molti osservatori notano che il ruolo del socialismo nella crisi
venezuelana è più complesso di quanto riconosca l’opinione pubblica. Le
politiche socialiste finanziate attraverso le esportazioni di petrolio
hanno reso il Venezuela una delle società più eque dell’emisfero
occidentale. Tuttavia, hanno anche distorto i prezzi e i tassi di
cambio, danneggiando l’economia del Venezuela. Molti manifestanti
venezuelani vogliono farla finita col socialismo, altri vogliono
semplicemente liberarsi del presidente Maduro. Secondo i sondaggi, un
terzo dei cittadini continua a credere nel socialismo – ma soltanto la
metà di loro ha fiducia in Maduro. “Chávez ha fatto degli errori, ma
aveva una vera vocazione sociale”, ha detto Juan Barreto, un ex sindaco
di Caracas: “Il sistema imposto da Maduro non ha nulla a che fare col
socialismo. Maduro è semplicemente un despota”. Ultimamente, molti ex
sostenitori di Chávez hanno fatto mea culpa, e si sono schierati contro
Maduro.
L’economia del Venezuela è cresciuta dal 2003 al 2007 sotto la
presidenza di Chávez, soprattutto grazie all’aumento del prezzo del
petrolio. C’è stata una recessione dopo il crollo di Wall Street nel
2008, ma le contraddizioni dell’èra Chávez non erano nulla rispetto a
oggi. Il Venezuela è un lontano parente del socialismo occidentale: non
puoi paragonarlo al welfare del Canada e della Francia. Per molti
osservatori, è sbagliato dare la colpa al sistema economico. La Bolivia
ha vissuto un periodo di crescita prolungata malgrado lo statalismo
dell’ex presidente di sinistra, Evo Morales. Ancora oggi, molti
venezuelani hanno nostalgia di Chávez. Nella periferia di Caracas c’è
una sua statua in cima a una collina. Dopo la morte di Chávez nel 2013,
molti residenti hanno costruito un santuario per commemorarlo. Tuttavia,
le proteste delle ultime settimane hanno polarizzato l’opinione
pubblica. Alcuni “non vogliono più sentire pronunciare la parola
‘socialismo’”, altri continuano ad avere dubbi sul leader
dell’opposizione Juan Guaidó. “Se ne dovrebbe andare in America, agisce
per conto loro”, ha detto Elisabeth Torres, la custode del santuario di
Chávez. Molti altri continuano a essere fedeli al regime perché hanno
paura – temono di subire la repressione del governo e di perdere le
scorte di cibo che vengono elargite dallo stato. “Io sto dalla parte di
Maduro perchè è il presidente”, ha detto Maria Alejandra Sanchez, una
giovane madre che frequenta il santuario di Chávez: “Ma lui (Maduro,
ndt) non è all’altezza del suo predecessore. Io vivo come una
mendicante, non ho i soldi per nulla. Ciò che mi resta è andare a casa,
piangere e deprimermi”.
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