Cara Boldrini,
ho l’impressione che le sue ‘uscite’ stiano prendendo una deriva
patologica; più martellanti di rintocchi di campane che non smettono di
suonare.
Ma davvero crede che qualche giovanotto nerboruto o qualche ragazzina
adusa al saluto romano siano in grado di minacciare dalle fondamenta
questa già traballante e decrepita democrazia? Davvero vuole continuare a
passare le sue giornate effondendo nell’aria un fastidioso e
inverosimile buonismo? Veramente ritiene che il progresso tecnologico,
lo smembramento del diritto del lavoro, la potenza globale delle
multinazionali e mille altre questioni siano secondarie rispetto a
minuti aneddoti di periferia che ci raccontano di fasci littori e robe
del genere?
Alimenti la sua vena creativa. Respiri aria diversa. Frequenti le
persone e i mercati rionali. E vedrà che i refrain degli anni settanta
che lei utilizza con una certa ripetitività sono solo utile
chincaglieria per uno svenevole politicamente corretto, e nulla più.
Non dia l’impressione di una gigantesca penuria di idee. Non ripeta
sempre e solo il mantra del razzismo e della xenofobia anche quando
inaugura una pista ciclabile. Non rimesti nel torbido passato. Non agiti
continuamente fantasmi di cui nessuno di noi sente la necessità e non
alimenti le tensioni.
Le sembrerà strano ma avere idee diverse su omosessuali, famiglia,
immigrazione, sovranità e quant’altro non è lesa maestà. Trattasi di
democrazia. Non c’è dunque nessun regime alle porte o deriva autoritaria
se non quella già vigente e progressivamente imposta da una pervadente
economia finanziaria che Lei, da comunista qual è, dovrebbe combattere
tutti i santi giorni con comunicati stampa, convegni, azioni politiche e
dichiarazioni pubbliche invece che perdersi in un cicalio di basso
profilo.
Comoda la sua posizione! Utilizza aggettivi indigesti e antichi, e
prospetta futuribili regimi in camicia nera. Torna al passato e predice
il futuro, ma non rischia sul presente.
Eppure Lei non detiene la Verità. Può esprimere solo una verità personale.
Non faccia come il suo sodale, ex sindaco di Roma, che aveva invitato
i destristi a ‘tornare nelle fogne’ ma a cui i giudici hanno dato
torto. E ancor prima dei giudici, gli italiani, con la loro noncuranza e
con un assoluto disinteresse. E sa perché, oltre ad una comprensibile
ma circoscritta indignazione, si è dato poco spazio a repliche puntute
verso il signor Marino Ignazio? Perché nelle fogne si trova l’intero
popolo italiano. E c’è poca voglia di soffermarsi sulla chincaglieria
dei simboli che a voi piace tanto. Non c’è proprio tempo di sproloquiare
su bandiere rosse, frustini e stivali. È roba da sadomasochisti.
di Luigi Iannone - 15 giugno 2017
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