Con i suoi petrodollari, il regno
ultra-islamista aveva già comprato il seggio più importante del
Consiglio per i diritti umani.
Le donne di tutto il mondo possono stare tranquille perché a difenderle d’ora in poi ci sarà l’Arabia Saudita.
La monarchia ultra-islamista è stata eletta ieri tra i 45 membri della
Commissione per la tutela delle donne dell’Onu (Uncsw) con voto a
scrutinio segreto.
DONNE SAUDITE.
In Arabia Saudita le donne non hanno alcun diritto e non possono fare
nulla se non hanno il permesso di un familiare. Azioni comuni come
guidare un autoveicolo, viaggiare, lavorare, passeggiare in città o fare
spese sono vietate in assenza di un accompagnatore maschile o di
un’autorizzazione.
LEADER DEI DIRITTI UMANI. Come potrebbe
dunque l’Arabia Saudita tutelare le donne nel mondo? La domanda è
retorica e inutile. Il regno wahabita infatti è sufficientemente ricco
di petrodollari da comprarsi l’appoggio dei paesi votanti in qualunque
commissione onusiana. L’anno scorso, ad esempio, l’ambasciatore saudita
Faisal bin Hassan Trad è stato eletto
a capo del Consiglio per i diritti umani dell’Onu, nonostante
Riyad neghi la libertà religiosa, maltratti le donne, cancelli la
libertà di espressione, applichi alla lettera la disumana legge islamica
(sharia), sfrutti fino alla morte i lavoratori migranti, decapiti e
crocifigga i criminali.
PROBLEMA NON È TRUMP. Tra gli Stati che
hanno permesso questo scempio ci sono anche cinque paesi europei. Uno è
quasi sicuramente il Belgio, visto che quando sono state interrogate in
merito le autorità di Bruxelles non hanno voluto condannare la nomina
saudita. Un altro potrebbe essere l’Italia, ma non ci sono certezze.
Donald Trump è stato attaccato da mezza Europa per aver tagliato i fondi
a un altro organismo Onu (Unfpa), accusato di contribuire a
finanziare gli aborti forzati in Cina invece che proteggere le donne.
L’elezione dell’Arabia Saudita all’Uncsw è l’ennesima conferma che il
problema non è certo il presidente americano.
Foto Ansa
aprile 27, 2017
Redazione
fonte: http://www.tempi.it
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