Nel racconto Bureaucratie, Honoré
de Balzac (1799-1850) ad un certo punto solleva un quesito: i burocrati
fanno questo mestiere perché sono cretini o diventano cretini perché
fanno questo mestiere? Il quesito non è da poco e come vedremo, di
grande attualità. Al tempo del grande narratore e analista sociale, il
mestiere di burocrate, nell’epoca postnapoleonica, era diventato
l’ambizione delle classi subalterne e la lotta per il potere si trasferì
dai salotti all’amministrazione pubblica dove si concentrò il nucleo di
tutte le mediocrità della società politica. Quando, alla lunga, tutto
diventa mediocrità, le nazioni periscono, scrive Balzac. Il fenomeno
burocratico ha avuto dappertutto la stessa evoluzione degenerando in un
sistema di parassitismo, clientelismo politico e corruzione. Poiché i
burocrati si riparano dietro regole impersonali e astratte, non si
sentono mai personalmente responsabili dei loro atti e pertanto
continuano a fare le stesse cose anche se non funzionano. Quindi se non
sono proprio nati cretini, finiscono per diventarlo.
La specie burocratica si è evoluta, raffinata, estetizzata,
globalizzata e la sua ascesa sociale e politica è stata inarrestabile.
Mezze maniche, funzionari portaborse si sono trasformati
in “regolatori” ambiziosi, diventati poi ministri, banchieri,
economisti, presidenti di commissioni e di consigli. Insomma, l’antica
nomenklatura amministrativa balzachiana è l’attuale tecnocrazia
superstipendiata e la sua ascesa ha segnato l’avanzata del governo
arbitrario nelle democrazie. Non c’è più il mondo politico, c’è il mondo
della burocrazia. È per questo che oggi tutti avvertono un vuoto
politico.
Poiché il potere burocratico, privo di responsabilità, aumenta sempre
più, si vive nell’inefficienza economica permanente. La ragione per cui
produce sempre danni è semplice: non rischia mai il proprio denaro.
Pertanto può permettersi di fare tutti gli esperimenti sociali
possibili, l’elettorato facendo da cavia.
Tutto questo ci è venuto in mente a proposito dell’ultima panacea che
i cretini al potere si apprestano a “vendere”: il
denaro dall’elicottero per stimolare l’economia. Chi l’avrebbe detto che
quest’idea da fumetti poteva diventare realtà? Ovviamente è un modo di
dire perché i governi non userebbero l’elicottero ma distribuirebbero
assegni a pioggia per erogare il cosiddetto reddito di base o reddito
minimo universale, incondizionato, oltre all’attuale welfare. Non ci
sarebbe bisogno di lavorare e neppure manifestare la minima intenzione a
cercare un lavoro. Si può star seduti tutti il giorno a guardare la
tivù e ricevere l’assegno a fine mese.
Dio disse ad Adamo: “Ti procurerai da vivere con il sudore della
fronte”. Che l’Eterno si fosse sbagliato? Che non avesse previsto che
bastava la distribuzione di buoni d’acquisto per sfuggire alla condanna
originale? Perché non averci pensato prima? A che serve lavorare,
produrre, risparmiare, capitalizzare, investire, preoccuparsi per la
pensione quando c’è l’annaffiatoio dei buoni d’acquisto? Funzionerà, non
funzionerà? I cretini al potere non lo sanno in anticipo, la loro
funzione non è prevedere ma, sempre, sperimentare.
Perché quest’idea è già allo studio dappertutto? Perché gli
esperimenti finora fatti dai cretini non hanno funzionato e ora si
apprestano a improvvisare l’ultimo e forse il più micidiale, se
finalizzato a risollevare le sorti dei Paesi che hanno ridotto in
bancarotta.
Proviamo a concepire l’economia come un grande magazzino dove la
gente va a depositare i beni che produce per avere il diritto di
prelevare, in cambio, i beni da consumare. Questa, in fondo, è la realtà
dello scambio economico: il mezzo di pagamento reale è ciò che ciascuno
produce. Pensiamo, poi, al denaro come a un buono/tagliando per
prelevare i prodotti dal grande magazzino dell’economia. Chi non
produce, e quindi non ha nulla da scambiare, non ha diritto ai tagliandi
per prelevare i beni prodotti da altri. Ipotizziamo, ora, che alla metà
della popolazione vengano distribuiti tagliandi dalla banca emittente.
La convinzione è che tale distribuzione abbia il potere di stimolare
l’economia tutta, il che dovrebbe verificarsi in virtù del fatto che la
metà della popolazione che produce aumenta la produzione complessiva, in
quanto l’altra metà che non produce spende i tagliandi per consumare.
Ma poiché la metà che non produce si precipita a ritirare dal magazzino
dell’economia ciò che l’altra metà produce, i beni che entrano nel
magazzino non aumentano ma diminuiscono perché il ritmo dei prelievi da
parte di chi acquista senza produrre è più veloce di quello di chi
produce e deposita nel magazzino. Per frenare l’assalto ai beni, chi
produce non avrebbe altra scelta che alzare i prezzi svalutando i
tagliandi. Cioè i diritti ai prelievi.
Le banche emittenti raggiungerebbero finalmente l’agognato obiettivo:
l’inflazione. Ma resterebbero subito deluse perché scoprirebbero che
con l’inflazione, la ricchezza prodotta per il magazzino e destinata
allo scambio, invece di aumentare, diminuisce. Infatti l’inflazione si
verifica proprio quando la produzione cresce meno velocemente dei
tagliandi in circolazione che servono ad acquistarla. È per questo
motivo che l’inflazione non produce mai crescita reale. Quindi,
l’esperimento del denaro a pioggia provocherebbe inflazione più
stagnazione, ossia stagflazione, e la gente si troverebbe più miserabile di prima.
Purtroppo non finirebbe qui. Ben presto l’inflazione diventerebbe
incontrollabile. Che incentivo infatti avrebbero i produttori a produrre
a favore di chi, per consumare, offre in cambio, non produzione, ma
buoni d’acquisto di valore sempre decrescente? Ben presto i prezzi
tenderebbero all’infinito e il valore dei buoni allo zero. La
stagflazione si trasformerebbe in iperinflazione e l’esperimento del
danaro dell’elicottero finirebbe in tragedia. La gravità del fenomeno
dipende, ovviamente, dall’intensità dell’alluvione dei buoni d’acquisto.
L’idea più semplice ed efficiente per far progredire l’economia,
l’eliminazione di una tassazione da confisca, non sfiora nemmeno la
mente dei regolatori in quanto minerebbe la base del loro potere: è
attraverso la confisca fiscale che erogano sussidi ai clienti elettori,
ne rafforzano il grado di dipendenza, ne distruggono l’etica del lavoro e
li riducono in servitù.
Se l’Europa pensa, oggi, di avere un problema migratorio è ottimista.
Aspetti a vedere cosa accadrebbe con questo esperimento. Milioni di
africani la assedierebbero. Una volta adottata la misura, sarebbe
impossibile fare marcia indietro prima del collasso. Chi, infatti,
voterebbe per un regolatore pentito che volesse revocarla? Riflettano
bene i cretini al potere: il denaro dall’elicottero è l’ultimo
esperimento, ovvero danno, che si possono permettere. Quando denaro,
crediti, debiti saranno polverizzati e ci sarà il flagello di nuovi
migranti e la povertà diffusa, “il gigantesco potere mosso da
nani”, come Balzac definì la burocrazia, questa volta dovrà fare i conti
con una rivoluzione.
di Grerardo Coco - 1 aprile 2016
fonte: http://www.opinione.it
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