Storicamente, l’unica struttura statale – specie in àmbito
europeo – che è sopravvissuta nei secoli ed è uscita vincitrice dai
conflitti con altre strutture, è la “Nazione”: codificata con la
Rivoluzione Francese e poi soprattutto con il “Discorso alla Nazione
Tedesca” di Fichte, ma in realtà preesistente all’una e all’altro. La
Nazione ha scompaginato gli Imperi ma anche una più ampia struttura
sovranazionale, cioè la Chiesa, intesa non come fattore religioso, ma
come fattore politico, come potere temporale dei Papi o, meglio, come
superpotere che imponeva il proprio volere a regni ed imperi.
Orbene, dovrebbe ormai essere chiaro a tutti – a questo punto della
crisi planetaria degli ultimi anni – che l’obiettivo finale della guerra
di conquista scatenata dai “poteri forti” sono proprio le Nazioni, anzi
il concetto stesso di “Stato Nazionale”. La guerra (e non sembri
eccessivo il termine) è stata ed è condotta con tutti i mezzi – leciti e
illeciti – e in tutti gli àmbiti: da quello finanziario, attraverso la
globalizzazione economica; a quello sociale, con la disoccupazione
generalizzata e con la macelleria sociale; a quello squisitamente
politico, con l’impulso dato ad una migrazione di massa di cui oggi
avvertiamo soltanto i primi segnali, anticipatori di una vera e propria
valanga con la quale si vuole sommergere (e snaturare) gli Stati
europei.
Ed è proprio l’assalto migratorio che, in questa fase, viene
privilegiato come strumento dell’aggressione agli Stati Nazionali. Si
punta tutto sul “buonismo”, una sorta di nuova religione laica che
accomuna le utopie di una Sinistra priva di idee e le contorsioni
dottrinarie di una Chiesa Cattolica che sembra aver smarrito le certezze
del passato. L’una e l’altra, mosse dalle migliori intenzioni. L’una e
l’altra, però, divenute oggettivamente strumento di un disegno perverso,
contrario agli interessi sia dei ceti popolari, sia della stessa
identità cristiana dei popoli europei.
Si lanciano messaggi sbagliati che, debitamente amplificati dagli
strumenti di comunicazione, si cerca di far diventare patrimonio
inconsapevole dell’opinione pubblica europea. Le analisi politiche
procedono come se le Nazioni non esistessero, come se i confini
nazionali non avessero una funzione, come se ogni essere vivente non
appartenesse per nascita ad una Nazione (dal latino natio, cioè appunto nascita) ma avesse viceversa il diritto
di scegliersi la patria per lui più conveniente, anche calpestando i
diritti degli abitanti di quella patria. Anzi, se qualche governo compie
il proprio dovere e difende la frontiera nazionale (per esempio,
costruendo una barriera a protezione dei confini), quel governo viene
condannato senza appello dagli organi d’informazione “europei”, che lo
qualificano come razzista e xenofobo. L’ultima vittima di questo
conformismo becero è l’Ungheria, per la decisione di proteggere la sua
frontiera con la Serbia; ma è già toccato alla Spagna, alla Grecia, alla
Svizzera (ricordate il referendum anti-immigrazione?), e la stessa
Francia viene in questi giorni criticata per il blocco alla frontiera di
Ventimiglia.
Quanto all’Italia, la sua classe dirigente è in perfetta sintonia con
tutti i padrini dell’assalto migratorio: con i “mercati”, in primo
luogo; ma anche con il Vaticano, con una Sinistra che va tenuta buona
con un osso (quello appunto dell’immigrazione) e – ultimo non ultimo –
con la Grande Alleata che ha voluto l’eliminazione di Geddafi, forse
anche per togliere un ostacolo oggettivo allo scatenamento dell’assalto
migratorio contro le coste italiane; la stessa Grande Alleata – guarda
caso – che non muove un dito per impedire l’avanzata dell’ISIS in Libia.
Quello dell’immigrazione – tra i tanti – è il più clamoroso dei
fallimenti del Pifferaio dell’Arno, che è riuscito a prendere pesci in
faccia da tutti con il sorriso sulle labbra, ad incassare le sconfitte
più clamorose scrivendo su Twitter che l’Italia era riuscita ad ottenere
non so quali eccezionali risultati in sede europea. La realtà è sotto
gli occhi di tutti. Adesso gli immigrati non li portano in Italia
soltanto le nostre navi; ma anche le navi degli altri Paesi europei
(Inghilterra, Germania, Spagna, eccetera), che li prelevano appena fuori
dalle acque territoriali libiche e li vengono sùbito a depositare nei
nostri porti. Bel risultato davvero!
Ma il Vispo Tereso non fa una piega, anzi ha la faccia tosta di
insolentire chi stigmatizza il suo operato. Salvini, in particolare, è
accusato di “speculare sulla paura”. Come se gli italiani non avessero
motivo di aver paura! «La priorità – ripete come un disco rotto – è salvare vite umane.»
Altro messaggio moralmente apprezzabile, ma giuridicamente infondato.
La priorità per qualunque Stato è difendere i propri cittadini, la vita
dei propri cittadini, la sicurezza dei propri cittadini, gli interessi
dei propri cittadini. Dopo di che, difendere anche vita, sicurezza,
interessi degli altri. Ma in seconda istanza, e comunque in termini
realistici, rapportati alle proprie capacità, compatibilmente con le
proprie disponibilità (economiche, occupazionali, abitative, eccetera).
Non esiste, non può esistere una solidarietà illimitata. Neanche il
Paese più ricco del mondo può permettersi di non chiudere la porta in
faccia a nessuno. Eppure, il buonismo di Stato (e di parrocchia) ci dice
che abbiamo l’obbligo (l’obbligo, non la facoltà) di accogliere tutti
coloro che vogliono venire da noi. E pazienza se accanto ai cristiani
profughi dall’ISIS ci sia qualche (?) musulmano che vede l’Europa come
una terra di conquista per l’Islam; pazienza se, accanto a chi fugge
dalle persecuzioni, ci sia chi soltanto voglia “una vita migliore”;
pazienza se, accanto a chi cerca un lavoro (che non c’è), ci siano dei
delinquenti, anche pericolosissimi. Poco importa, le Nazioni, i loro
confini, le loro regole sono piccoli ostacoli che la storia ci ha
gettato fra i piedi, per farci inciampare sulla strada imbecille di un
mondo senza frontiere e senza anima, pronto per essere guidato da quel
“governo unico mondiale” che è il sogno proibito della speculazione
finanziaria. Con gli applausi di una Sinistra succube, e con la
benedizione di una Chiesa miope.
26 giugno 2015
fonte: http://www.rinascita.net
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