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Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.
(Bertrand Russell)
19/01/15
MARO' - VERITA' NASCOSTE / 2 ( L'INQUIETANTE SILENZIO SULLE "RAGIONI DELL'INNOCENZA") ..... per non dimenticare.
Il 14 gennaio 2015 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione in cui si chiede il rimpatrio dei due fucilieri. Chi ha a cuore questa vicenda, chi l'ha seguita fin dal suo inizio, e sa cosa è veramente accaduto, dovrebbe esserne felice, finalmente da una sede internazionale un concreto appoggio, un avvenimento positivo. Peccato che mentre si chiede, ... anzi no !!, si auspica la competenza giuridizionale sul caso all'Italia o ad un arbitrato internazionale, lo stesso Parlamento, prima che questo avvenga, "giudichi" ed emetta "sentenza"... dando per accertato che dalla petroliera si sia sparato contro il peschereccio St. Antony, che questi spari abbiano provocato le vittime, e che i due accusati sono stati identificati come colpevoli.
Al diavolo anche la presunzione d'innocenza, il principio giuridico secondo il quale un "imputato" è considerato non colpevole sino a che non sia provato il contrario, e Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sono nemmeno imputati visto che dopo circa tre anni l'India non è stata ancora capace di presentare un capo d'imputazione, nemmeno uno straccio di prova. Sono due militari italiani catturati, e tenuti sotto sequestro, da un paese straniero, con una Italia consenziente che ha scelto di trattare, fin dall'inizio, i due Fucilieri come colpevoli, che in seguito non ha voluto abbracciare le evidentissime "ragioni dell'innocenza", e fare retromarcia. Un passo indietro che avrebbe chiamato in causa troppi attori, tra politici e militari, di questa vergognosa farsa ? .... ed allora meglio continuare a fare le tre scimmiette dando adito ai noti anti-militaristi di gettare fango su due servitori dello Stato al grido di : Assassini !
e.emme - 19 gennaio 2015
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RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SUL CASO DEI DUE MARO' ITALIANI ANALISI DEL VOTO
- Se il Presidente della Republica li riceve al Quirinale in occasione del permesso natalizio del 2012;
-
se il C.te in seconda testimonia che l'imbarcazione che aveva attaccato
l'Enrica Lexie non era assolutamente il Saint Antony, sul quale
peraltro le tracce dei proiettili ricevuti hanno una traiettoria
orizzontale e non obliqua;
- se Girone, nel corso della video conferenza del 2 giugno 2014, chiede con voce forte, decisa, a tratti vibrante che venga riconosciuta la loro innocenza;
-
se Latorre chiede ai giornalisti che seguono alcuni politici in gita a
New Delhi di raccontare la verità e di ascoltare quanto testimonia il
C.te Noviello;
- e se
dopo circa tre anni l'India non è stata ancora in grado di presentare un
capo di imputazione, nemmeno uno straccio di prova, la risposta può
essere solo una:
" DIMOSTRANO L'INNOCENZA DEI DUE FUCILIERI DI MARINA"
Non
può meravigliare quindi se dopo circa tre anni l'India non sia stata in
grado di collaborare con la Procura di Roma che aveva richiesto gli
atti sull’omicidio dei due pescatori indiani, avvenuto a febbraio 2012,
tanto che la stessa Procura si è vista costretta ad archiviare
l'inchiesta romana.
Quello che meraviglia, e non poco, è invece il
timido e sottomesso atteggiamento di ben tre governi italiani, di
quattro Ministri degli Esteri e dei vertici delle FF.AA .... un
incomprensibile immobilismo.
Si discute ancora di
internazionalizzazione, di UNCLOS, di regole di ingaggio, di competenza
giurisdizionale (indiana o italiana), di diritto internazionale, di
quell'arbitrato internazionale sempre invocato, annunciato, ritenuto
indispensabile e mai partito ............. ma non si abbracciano e
mai si sono volute abbracciare con decisione, convinzione e
determinazione, pur in presenza di evidenti incongruenze, le " ragioni
dell'innocenza " tanto evidenti nell'Analisi Tecnica del perito
Luigi Di Stefano o nel servizio di Toni Capuozzo con Stefano Tronconi,
che evidenzia anche come il C.te del Saint Antony, Freddy Bosco, avesse
dichiarato al suo rientro in porto di aver subito l'incidente, nel quale
avevano perso la vita due pescatori del suo equipaggio, alle ore 21.30,
mentre l'Enrica Lexie aveva respinto l'attacco di presunti pirati alle
ore 16.30. Già in quell'occasione le autorità italiane avrebbero dovuto
pretendere l'immediato rilascio dei due fucilieri.
Si sarebbe potuto tener conto che, fin dal
24 febbraio 2012, risultava aperto dinanzi al Tribunale ordinario di
Roma il procedimento penale n. 463/2012 nei confronti dei due fucilieri
di marina, indagati per il delitto di omicidio volontario ex articolo
575 cod. pen. e poteva essere ordinata, già in occasione della
presenza dei marò in Italia per la licenza “natalizia” , la misura del
divieto di espatrio, il che avrebbe consentito di accertare, davanti al
giudice italiano competente e con tutte le garanzie costituzionali, le
eventuali condotte illecite addebitabili ai due marò."
"Inoltre,
essendo i nostri fucilieri imputati di omicidio volontario ed essendo
prevista nell’ordinamento indiano anche la pena di morte, la loro riconsegna
si poneva in contrasto assoluto con il combinato disposto degli articoli
25 e 27 della Costituzione, dal cui coordinamento discende il divieto
di estradizione (o consegna) del cittadino verso uno Stato il cui
ordinamento ammetta come sanzione, per il reato per il quale si procede,
della pena capitale, che invece è vietata in Italia, oltre alla
compressione inammissibile del nucleo insopprimibile dei diritti
fondamentali garantiti nel nostro Stato, nell’ambito dei quali è
sicuramente rinvenibile il diritto alla vita. Risultano altresì violati,
in relazione al medesimo diritto, l’articolo 2 della CEDU (Convenzione europea dei diritti dell'uomo) nonché il protocollo n. 6 alla CEDU concernente l’abolizione della pena di morte. " Queste motivazioni si potevano far valere a sostegno della revoca dell’impegno preso.
E
che dire quando, in esecuzione di una ordinanza, il Ministero
dell’Interno indiano ha allertato la polizia di frontiera, portuale e
aeroportuale, per impedire l’eventuale partenza dell’ambasciatore
Mancini, in flagrante violazione del diritto diplomatico
consuetudinario, quale codificato dalla convenzione di Vienna del 1961.
Vale la pena richiamare anche l’art. 29 della CVRD (Convenzione di
Vienna sulle relazioni diplomatiche) che, conformemente alla risalente
norma consuetudinaria internazionale sulla “sacertà degli ambasciatori”,
sancisce che “la persona dell’agente diplomatico è inviolabile. Egli
non può essere sottoposto ad alcuna forma di arresto o detenzione. Lo
Stato accreditatario lo tratta con il massimo rispetto che gli è dovuto,
e adotta tutte le misure idonee per impedire qualsiasi attentato alla
sua persona, alla sua libertà ed alla sua dignità”.
Sono
stati molteplici gli errori compiuti da parte italiana, ad iniziare dal
primo, la madre di tutti, al quale in sede di una auspicabile quanto
doverosa commissione di inchiesta bisognerà dare delle risposte, quello
di far invertire la rotta alla Enrica Lexie consentendo che entrasse
nelle acque territoriali indiane e nel porto di kochi, un errore
madornale e ingiustificabile al quale fece seguito, di fatto, la
consegna di due Sottufficiali della Marina Militare italiana ad uno
Stato straniero. Sono passati circa tre anni nei quali l'India ha
potuto esercitare la sua prepotenza, il disprezzo per il diritto
internazionale e per le norme consuetudinarie, .... una costante presa
per i fondelli grazie ad un atteggiamento italiano mai fermo, privo di
azioni veramente incisive e concludenti, che ha risposto alla strategia
indiana dei rinvii con quella degli annunci ad orologeria.
Chi ha
seguito i fatti, da quel maledetto 15 febbraio, conosce bene
l'evoluzione di questa assurda vicenda, e in attesa che finisca vale la
pena ricordarne qui di seguito qualcuno, per non dimenticare .. anche se sarà
impossibile. Una "Farsa", una “Caporetto” diplomatica, politica e
giudiziaria del terzo millennio. Spesso, dopo la sconfitta può
giungere la vittoria e questo è l'augurio, per Massimiliano e
Salvatore, per le loro famiglie, per il prestigio internazionale
dell’Italia.
e.emme - 25 novembre 2014
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Marò, chiesta seconda rogatoria all'India. Perizia sulle foto a bordo dell'Enrica Lexie
La Procura della Repubblica di Roma ha inoltrato una seconda
rogatoria internazionale all'India per avere accesso alle prove
dell'omicidio dei due pescatori indiani ad opera dei due marò,
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Lo rivelano fonti
investigative, le quali hanno disposto per il prossimo 28 marzo una
perizia in contraddittorio. Il perito del procuratore aggiunto Giancarlo
Capaldo incontrerà i consulenti dei due marò per analizzare le immagini
scattate da una macchina fotografica della nave italiana. Si tratta di
scatti compiuti nei momenti precedenti e successivi a quando i marò
spararono. Consulenza, inoltre, sarà compiuta sui computer della nave,
sui quali ci sono gli scambi di email avvenuti con l'armatore e le
autorità italiane. Infine la Procura intende continuare l'interrogatorio
di Girone, uno dei due marò.
di Ivan Cimmarusti - 20 marzo 2013
fonte: http://www.ilsole24ore.com
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SILENZIO DA NEW DELHI
Marò, verso l'archiviazione l'inchiesta romana
La procura getta la spugna: «Dall’India nessun contributo»
5 agosto 2014
L’inchiesta della Procura di Roma sui marò Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone va verso l’archiviazione. I magistrati capitolini non
possono verificare la veridicità delle dichiarazioni di innocenza
rilasciate dai due fucilieri a marzo 2013, in quanto le autorità di New
Delhi, stranamente, hanno sempre snobbato le richieste di atti
sull’omicidio dei due pescatori indiani avvenuto a febbraio 2012.
Si chiude così il procedimento alla Procura ordinaria, in cui i
militari risultano indagati per il reato di omicidio volontario. Resta,
dunque, il giallo su come sono andati realmente i fatti, quando dalla
nave Enrica Lexie furono esplosi i proiettili verso l’imbarcazione
scambiata per un battello di pirati. Le autorità indiane si tengono
stretti gli incartamenti investigativi, non consentendo all’Italia di
verificare le accuse. Tuttavia, Latorre e Girone restano sotto
procedimento della Procura militare, che ha iscritto entrambi per i
reati di «violata consegna» e «dispersione di oggetti di armamento
militare». L’inchiesta è del procuratore militare Marco De Paolinis, il
quale intende verificare se l’uso delle armi da parte dei due marò si
stato corretto per quanto riguarda le regole d’ingaggio e le
disposizioni che regolano il servizio di protezione a bordo dei
mercantili. La dispersione di armamento militare, invece, riguarda le
ipotizzate sventagliate di fucile che sarebbero state sparate dai due
marò verso la barca dei pescatori indiani.
La Procura ordinaria, invece, è pronta a chiedere l’archiviazione. Il
procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, dopo aver raccolto le
dichiarazione dei due marò, si è dovuto fermare. La mancanza degli atti
investigativi indiani, infatti, non ha consentito di analizzare le
dichiarazioni di Latorre e Girone, così da accertare eventuali reati.
Per il momento, i due fucilieri restano in India. Ma dalla Procura di
Busto Arsizio giunge l’archiviazione dell’inchiesta Finmeccanica sulla
corruzione per la vendita di 12 elicotteri Agusta all’India. La chiusura
di un procedimento penale che potrebbe segnare un punto a favore di
Latorre e Girone. I rapporti tra l’Italia e il sub continente indiano
erano arroventati anche dalle accuse di corruzione rivolte dai giudici
lombardi ad alcuni esponenti di vertice della nomenclatura indiana -
accuse arrivate proprio quando la suprema corte indiana doveva decidere
sulla possibilità di condanna a morte dei due fucilieri di marina - dopo
l’archiviazione del caso le cose potrebbero, questo l’auspicio,
cambiare in meglio. Negli atti del procedimento infatti risultavano
numerosi pezzi da 90 del governo indiano: Sonia Gandhi e il suo
segretario politico Ahmed Patel, il premier Manmonah Singh, i ministri
Veerapa Moily all’Economia e Oscar Ferandes ai Trasporti, il governatore
del Bengala M.K. Narayana e il capo delle ferrovie indiane Vinay Singh.
Nomi pesanti che avevano alzato la tensione nei rapporti tra i due
paesi e che avrebbero potuto riversarsi proprio sulla testa di Girone e
Latorre. Ora però la Procura, con il provvedimento di archiviazione, ha
riconosciuto, da un lato, l’estraneità di Finmeccanica rispetto alla
presunta corruzione e, dall’altro, che Finmeccanica, sin dal 2003, ha
adottato - e, costantemente aggiornato - un modello di organizzazione,
gestione e controllo idoneo a prevenire reati della stessa specie di
quello contestato, rivolgendo grande attenzione anche agli aspetti di
compliance, al fine di garantire adeguati standard di correttezza ed
eticità.
Ma se da una parte, la caduta delle accuse giudiziarie contro i vertici
indiani potrebbero avere reso meno pesante la situazione dei due
fucilieri di marina, dall’altra sono ancora tanti gli intoppi che
ritardano la conclusione della vicenda. Sull’intricato giallo legato
alla morte dei due pescatori indiani è intervenuto anche il Capitano di
fregata Antonio Colombo, rappresentante del Cocer della Marina Militare,
che in un’intervista rilasciata alla radio di Stato australiana si è
scagliato contro l’immobilismo del governo italiano rispetto alla sorte
dei due militari: «La cosa che non mi piace è che non ho ancora sentito
una volta Renzi, la Mogherini. Non parlano di questi ragazzi! Ma perché
non parlano? Li ignorano. Vogliono fare in modo che la cosa cada nel
dimenticatoio? Io non lo capisco, e non lo dico da militare ma da
italiano».
di Ivan Cimmarusti- 5 agosto 2014
fonte: http://www.iltempo.it
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Marò: per la Procura italiana sono
innocenti. Archiviato il fascicolo, e adesso?
di Luigi Di Stefano
La recentissima
decisione della Procura di Roma di archiviare il fascicolo a suo tempo
aperto a carico dei due Fucilieri di Marina trattenuti in India con
l’accusa di aver ucciso due pescatori, cambia completamente il quadro
della situazione dal punto di vista giudiziario: in Italia non sono più
accusati di nulla.
Il Procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo
arriva a questa decisione prendendo atto che rispetto alle dichiarazioni
di innocenza dei due accusati da parte degli inquirenti indiani non è
stato trasmesso, a fronte di due richieste della magistratura italiana,
nessun documento processuale a sostegno della ipotesi di colpevolezza.
In sostanza le autorità indiane “non rispondono” alla magistratura
italiana, un gesto sicuramente offensivo e che ha pochissimi precedenti.
Ma
di fatto in questo modo le autorità indiane certificano la loro
impotenza a produrre elementi di prova, o anche semplicemente indiziari
di valenza processuali, a sostegno delle accuse contro i due militari
italiani. E come ho scritto anche recentemente non le producono perché
non le hanno, e se non le hanno sanno anche che i due sono innocenti,
come gli elementi di conoscenza che ormai abbiamo sulla vicenda indicano
con sicurezza da almeno un anno.
Non c’è più ragione alcuna per tenere riservati elementi che potrebbero
mettere la parola fine all’intera vicenda: se la magistratura si è
chiamata fuori faremo noi. L’altro punto è che ora, di fronte alla
impotenza indiana a fornire elementi di riscontro alle accuse, potremo
essere maggiormente incisivi, sia sui media internazionali sia in sede
istituzionale italiana e europea, a far conoscere “Le ragioni
dell’innocenza” e sostenere una richiesta di Commissione di inchiesta in
sede europea sul comportamento delle autorità indiane. La
decisione della magistratura è quindi una presa d’atto importante, che
dal punto di vista della conoscenza dei fatti dovrebbe produrre un
effetto immediato e determinante: non esiste più il segreto istruttorio
su alcuni elementi importanti, in particolare le registrazioni radar
della petroliera Enrica Lexie. Ho chiesto di esaminare le registrazioni
radar il 3/7/2013 senza avere risposta, ma ora non c’è più motivo di
tenere quei dati riservati, e quindi rinnoverò la richiesta alla luce
del provvedimento di archiviazione.
Infine, e questo lo valuterò
nei prossimi giorni con l’avvocato, presentare una querela contro Mr.
Freddy Bosco + ignoti per aver falsamente accusato i due militari
italiani dei tragici fatti con false testimonianze, omissioni,
distruzione di reperti giudiziari, formazione di falsi scenari, etc. Gli
elementi che abbiamo per sostenere una accusa del genere sono ormai
imponenti. E li useremo tutti.
MARO' LO SFOGO DI GIRONE «Abbiamo obbedito agli ordini e mantenuto la parola che ci era stata chiesta e continuiamo a mantenere. Ma siamo ancora qui»
02 06 2014
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Il comandante in seconda della Lexie: ''Non sono stati i marò a colpire i pescatori''
12 marzo 2013
L'attacco
respinto dalla Enrica Lexie avviene alle 4.30 pm, il padrone del Saint
Antony al suo rientro in porto dichiara ad una emittente locale ( Video di Venad
News) di aver subito l'attacco nel quale sono stati uccisi due suoi
pescatori alle 9.30 pm.
«Erano le 9 e 30 della sera. Ho sentito un grande rumore. Mi sono svegliato e ho visto Julas che perdeva sangue dal naso e dalle orecchie. Ho gridato. Ho svegliato gli altri. Anche loro urlavano. Quando ci hanno sentito, dalla nave hanno cominciato a spararci addosso. Era nera in alto e rossa alla base». Freddy Bosco è appena sceso su un molo a Neendakara. Parla a una selva di microfoni. Vicino a lui c’è un poliziotto. Un cronista, sorpreso, lo interrompe. «L’incidente — obietta — è avvenuto prima delle 17!». Bosco insiste: «Erano le 9 e 30 di sera».
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I Marò sono innocenti, ecco perchè: di Toni Capuozzo TG5 del 1 luglio 2013
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