Costoro appaiono, ormai, come la parodia di loro stessi con la risultante che, se a commettere l’atto terroristico è uno come Cesare Battisti, scatta prima il benevolo compiacimento per le gesta dei pistoleri che sbaglieranno pure ma combattono per nobili ideali, poi il soccorso rosso utile a favorirne la latitanza che lascia il posto al solito movimento intellettuale d’opinione utile a prolungare il soggiorno all’estero. Forti di una simile corazza mediatico-intellettuale, questi malviventi nel frattempo si reinventano (ripulendosi) uomini di cultura, saggisti, ricercatori, anime belle o paladini di cause nobili. Il tutto è prodromico alla creazione di una nuova vita che si svolgerà all’estero se tutto va bene o nel Belpaese se qualcosa dovesse andare storto. A Battisti è andata male perché ha perso le elezioni (le ha perse lui più che la sinistra brasiliana): se Lula e la sinistra massimalista non gli avessero fatto il brutto scherzo di schiantarsi politicamente, costui sarebbe ancora a sculettare indisturbato al Carnevale di Rio. Invece è stato impacchettato e consegnato agli italiani dalla Bolivia e da Bolsonaro (inutile la sceneggiata a reti unificate relativa all’arrivo del terrorista in Italia) e non rimarrà a lungo nelle patrie galere. Appena possibile – cioè non appena dovesse subentrare un governo amico – la solita compagnia dei miracoli (quella cioè che adesso tace perché in ritirata strategica) dipingerà un uomo profondamente cambiato, gravemente ammalato e desideroso di trasmettere alle nuove generazioni un messaggio valoriale alto, culturalmente eccelso, nell’intento di testimoniare luci e ombre del Sessantotto. Se le cose andranno come devono andare, tra qualche anno ce lo ritroveremo a fare il consulente in qualche Pubblica Amministrazione (o in Parlamento), a fare il conferenziere in qualche università o a fare l’editorialista nei giornaloni. Film già visto.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L'autore non è responsabile per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy. Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via email all'indirizzo edomed94@gmail.com Saranno immediatamente rimossi. L'autore del blog non è responsabile dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.
Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.
(Bertrand Russell)
18/01/19
Battisti e il soccorso rosso
Costoro appaiono, ormai, come la parodia di loro stessi con la risultante che, se a commettere l’atto terroristico è uno come Cesare Battisti, scatta prima il benevolo compiacimento per le gesta dei pistoleri che sbaglieranno pure ma combattono per nobili ideali, poi il soccorso rosso utile a favorirne la latitanza che lascia il posto al solito movimento intellettuale d’opinione utile a prolungare il soggiorno all’estero. Forti di una simile corazza mediatico-intellettuale, questi malviventi nel frattempo si reinventano (ripulendosi) uomini di cultura, saggisti, ricercatori, anime belle o paladini di cause nobili. Il tutto è prodromico alla creazione di una nuova vita che si svolgerà all’estero se tutto va bene o nel Belpaese se qualcosa dovesse andare storto. A Battisti è andata male perché ha perso le elezioni (le ha perse lui più che la sinistra brasiliana): se Lula e la sinistra massimalista non gli avessero fatto il brutto scherzo di schiantarsi politicamente, costui sarebbe ancora a sculettare indisturbato al Carnevale di Rio. Invece è stato impacchettato e consegnato agli italiani dalla Bolivia e da Bolsonaro (inutile la sceneggiata a reti unificate relativa all’arrivo del terrorista in Italia) e non rimarrà a lungo nelle patrie galere. Appena possibile – cioè non appena dovesse subentrare un governo amico – la solita compagnia dei miracoli (quella cioè che adesso tace perché in ritirata strategica) dipingerà un uomo profondamente cambiato, gravemente ammalato e desideroso di trasmettere alle nuove generazioni un messaggio valoriale alto, culturalmente eccelso, nell’intento di testimoniare luci e ombre del Sessantotto. Se le cose andranno come devono andare, tra qualche anno ce lo ritroveremo a fare il consulente in qualche Pubblica Amministrazione (o in Parlamento), a fare il conferenziere in qualche università o a fare l’editorialista nei giornaloni. Film già visto.
Iscriviti a:
Post (Atom)