Di solito i sindaci fanno a gara per ottenere i beni confiscati alle mafie, non vedono l'ora di tagliare nastri. Lui no: Mario Savarese del Movimento 5 Stelle, sindaco di Ardea dal 2017, stavolta proprio non ne vuole sapere.
Oggi al Viminale, alla presenza del ministro Matteo Salvini, si è svolta la prima conferenza dei servizi per l'assegnazione di ben 490 immobili nel Lazio sottratti dallo Stato alla criminalità organizzata, tra terreni, abitazioni e locali commerciali. Gli enti locali erano invitati a esprimere il proprio interessamento per la gestione di questi beni. Quattordici case si trovano ad Ardea, in via Asolo, una traversa di via dell'Idrovora, a poche centinaia di metri dal mare. Il ministero dell'Interno sarebbe pronto a mettere le chiavi in mano al Comune, ma oggi il sindaco ha deciso di non presentarsi.
«Bisogna chiarire di che cosa stiamo parlando», commenta il Primo cittadino, spiegando la propria versione dei fatti al Caffè. «Si tratta di una palazzina suddivisa abusivamente in 16 appartamenti, attualmente occupata. Più che un vantaggio diventerebbe per la nostra città un onere, un problema sociale». Il sindaco rispedisce al mittente l'accusa di essersi disinteressato: «Abbiamo avuto già due incontri in Prefettura per questi immobili e abbiamo spiegato il nostro punto di vista: una volta sgomberati, non siamo in grado di assicurare che gli appartamenti non vengano occupati di nuovo. Ho serissimi dubbi sulla reale possibilità di usare questi beni in favore della cittadinanza e sono praticamente certo che si tratterebbe, invece, dell'ennesima bomba sociale di cui finirebbe per farsi carico il Comune di Ardea».
È così che, da opportunità, i beni confiscati alla mafia si trasformano improvvisamente in una patata bollente. Un Comune devastato dal punto di vista economico come quello di Ardea, che nel tentativo di risollevarsi ha dichiarato il dissesto finanziario e non ha soldi da investire per restituire ai cittadini una casa tolta dalle grinfie della criminalità, non si presenta al ministero e si rifiuta di tentare un atto di enorme valore civico, che sarebbe quasi catartico per una città come Ardea, recentemente incoronata "regina dell'abusivismo" dai media nazionali. Comunque la si voglia vedere, è un'occasione persa.
Oggi al Viminale, alla presenza del ministro Matteo Salvini, si è svolta la prima conferenza dei servizi per l'assegnazione di ben 490 immobili nel Lazio sottratti dallo Stato alla criminalità organizzata, tra terreni, abitazioni e locali commerciali. Gli enti locali erano invitati a esprimere il proprio interessamento per la gestione di questi beni. Quattordici case si trovano ad Ardea, in via Asolo, una traversa di via dell'Idrovora, a poche centinaia di metri dal mare. Il ministero dell'Interno sarebbe pronto a mettere le chiavi in mano al Comune, ma oggi il sindaco ha deciso di non presentarsi.
«Bisogna chiarire di che cosa stiamo parlando», commenta il Primo cittadino, spiegando la propria versione dei fatti al Caffè. «Si tratta di una palazzina suddivisa abusivamente in 16 appartamenti, attualmente occupata. Più che un vantaggio diventerebbe per la nostra città un onere, un problema sociale». Il sindaco rispedisce al mittente l'accusa di essersi disinteressato: «Abbiamo avuto già due incontri in Prefettura per questi immobili e abbiamo spiegato il nostro punto di vista: una volta sgomberati, non siamo in grado di assicurare che gli appartamenti non vengano occupati di nuovo. Ho serissimi dubbi sulla reale possibilità di usare questi beni in favore della cittadinanza e sono praticamente certo che si tratterebbe, invece, dell'ennesima bomba sociale di cui finirebbe per farsi carico il Comune di Ardea».
È così che, da opportunità, i beni confiscati alla mafia si trasformano improvvisamente in una patata bollente. Un Comune devastato dal punto di vista economico come quello di Ardea, che nel tentativo di risollevarsi ha dichiarato il dissesto finanziario e non ha soldi da investire per restituire ai cittadini una casa tolta dalle grinfie della criminalità, non si presenta al ministero e si rifiuta di tentare un atto di enorme valore civico, che sarebbe quasi catartico per una città come Ardea, recentemente incoronata "regina dell'abusivismo" dai media nazionali. Comunque la si voglia vedere, è un'occasione persa.
di Martina Zanchi - 29 novembre 2018
fonte:http://www.ilcaffe.tv/
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