29/11/14

Dovere di ospitalità non con gli arroganti





 

Papa Francesco ha fatto un magnifico discorso davanti al Parlamento europeo. Dando pure per scontato che parlava anche ai rappresentanti di molti Paesi dell'Europa del Nord di fede protestante e sensibili alla «centralità e sacralità della Persona», resta che, proprio perché magnifico, non si è trattato di un discorso nelle sue corde. 
Il Pontefice ha fatto una sola concessione al proprio terzomondismo: l'invocazione a non fare del Mediterraneo un grande cimitero. Ma chi non farebbe nulla, o troppo poco, per evitare una tale degenerazione? Non certo l'Italia, che, se mai, pecca di eccessiva indulgenza nei confronti dell'immigrazione, compresa quella clandestina. Sorge così il sospetto che il Pontefice abbia recitato un testo non suo, II dubbio Dovere di ospitalità non con di arroganti ma scritto da qualcun altro. Dunque, non mi pare il caso di rilevare che papa Francesco dice quello che gli passa per la testa ogni volta che apre bocca. Le contraddizioni nelle quali incorre — felici contraddizioni, nella circostanza— sono la cifra del suo pontificato.
 Il discorso al Parlamento europeo è caduto nel momento in cui , da noi, trovavano spazio nelle cronache giornalistiche gli insulti di una giovane immigrata a un poliziotto; un brutto segno dei sentimenti con i quali certa immigrazione intenderebbe comportarsi, con ingiustificata arroganza, una volta integrata. Che essa stia mettendo in circolo anche una buona dose di arroganza come se tutto le fosse dovuto, lo dice, ormai, solo Matteo Salvini. Ma, nei confronti del segretario della Lega, il giornalismo maggiore ha incominciato un'opera di demolizione per il solo fatto che dice cose di buon senso che molti pensano. Matteo Renzi, a sua volta pare stia approntando una qualche forma di depenalizzazione dell'abusivismo, sia da parte di certa immigrazione sia dell'occupazione di case. Diciamola, allora, tutta. Se, oltre che furbo, fosse anche intelligente, Renzi sarebbe già Mussolini. Ne ha adottato — lo commenta il Giornale — con la postura, anche un certo linguaggio. Se potesse, ne adotterebbe, probabilmente, anche i metodi, come ha mostrato di voler fare con l'inopportuna eliminazione del Senato; fatta, d'accordo in un altro spirito autoritario, Silvio Berlusconi palesemente non per ridurre le complicazioni del bicameralismo perfetto ma per eliminare un ostacolo legislativo all'autoritarismo strisciante del governo. Tira una brutta aria.
 
di Piero Ostellino - 29 nov 2014

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